Che cosa è una visione? Se escludiamo quelle generate dall’abuso di qualche sostanza, è probabilmente il lievito madre di un’idea, è l’ingrediente base che poi, con il lavoro e le competenze, trasforma un’intuizione in un progetto.

Michele Preziuso, responsabile commerciale e dello sviluppo del prodotto di Amare Group, pare che si limiti, da buon modenese, a gradire un bicchiere, magari due, di Lambrusco di Sorbara. Escluso, quindi, che le sue visioni dipendano dalle bollicine. Quindi?

“Quindi alla base – ci racconta seduto nello stand dell’azienda a Cannes –  c’è la voglia di stravolgere l’esistente, di innovare rispettando solo i canoni del buon gusto”.

Così non ci dovremo stupire quando al prossimo Metz, in Olanda, Amare Group presenterà una passerella che nasce da una visione molto poco campata per aria: “Immaginavo qualcosa di bello, funzionale e sicuro, che superasse i problemi dell’esistente nel campo delle passerelle, e quindi ho chiesto che l’idea base fosse quella di realizzare una gru con il teak”. Incredibile? Mica tanto, perchè fra poche settimane la potremo toccare con mano.

Amare nasce nel 2010 e diventa operativa nel 2012, gli anni in cui la crisi ha fatto sentire, soprattutto nella nautica, i suoi effetti maggiori. Eppure è stato il periodo della vostra affermazione. Da cosa è dipeso?

Il settore era in forte crisi, e soffriva ancora prima della crisi di una mancanza di innovazione molto pesante. Quando abbiamo deciso di produrre oblò e passerelle, abbiamo cercato di capire in quale direzione fosse possibile stravolgere l’esistente, con quale chiave coniugare design e qualità. Abbiamo trovato la chiave giusta, e i grandi marchi che avevano voglia e bisogno di stravolgere l’esistente per combattere la crisi, ci hanno dato fiducia.

Quando parla di grandi marchi si riferisce a nomi del peso di Ferretti, Azimut, San Lorenzo, Sunseeker, solo per citarne alcuni. Cantieri con alle spalle un’idea precisa di cosa vogliono. Hanno subito le vostre intuizioni senza discutere?

Al contrario, ci siamo posto con molta umiltà, sapendo che partivamo con buone idee ma da zero. E abbiamo ascoltato molto, imparando, interpretando in modo giusto e innovativo le richieste specifiche del cantiere.

I vostri prodotti hanno fatto scuola, ora è facile vedere vostri competitor seguire la vostra traccia.

Si i nostri brevetti si sono affermati e hanno avuto seguito. La cerniera frizionata è stata una piccola rivoluzione, che per la prima volta ha permesso di avere gli oblò aperti in tutte le possibili posizioni. E, soprattutto, presenta un vantaggio sul piano della sicurezza, perchè evita che la parte mobile possa cadere sulle dita.

E anche con le passerelle abbiamo introdotto molto elementi di  innovazione con l’uso del vetro infrangibile, la personalizzazione del calpestio, le differenti regolazioni e ancora la fruibilità a tutta larghezza per l’assenza di cornici.

Secondo lei in questo settore c’è ancora spazio per innovare o i vostri brevetti sono il punto di arrivo?

Assolutamente sì, di spazio ce n’è in abbondanza e soprattutto se ne sente il bisogno, il mercato, i produttori di barche gli armatori, ne sentono il bisogno. Sia sul piano del design sia su quello tecnologico. La cosa importante è coniugare i due elementi, tenere presente che il design non è un’astrattezza, non è la semplice ricerca del bello, ma deve coniugare il dettaglio, la bellezza con la funzionalità.

E a proposito di innovazioni, avete pronti due nuovi prodotti che presenterete al Metz. Di che si tratta?

Si tratta di una passerella tre sfili il cui nome non è ancora stato definito. Vi posso dire solo che risolve una serie di problemi tipici delle passerelle viste sino ad oggi. il secondo prodotto è una movimentazione idraulica.

Cioe?

Non vi posso dire di più, anzi ho già detto troppo sulla passerella. Posso solo aggiungere che ci sentiamo pronti per concorrere al premio DAME. Anche solo la nomination sarebbe una grande soddisfazione.

 

 

Nico Caponetto

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