Sono giovani e sorridenti, intraprendenti e ottimisti. Ma Amare Group ci tiene a non essere più definita una start-up. I ragazzi prodigio dell’accessoristica nautica sono ormai una realtà solida e affermata, che anzi fa scuola e riesce a innovare non solo nella tecnologia ma anche nelle idee di mercato.
Un nuovo accordo per Gran Bretagna e Stati Uniti
In occasione del Cannes Yachting Festival l’azienda italiana con sede a Castelfranco Emilia (Modena) e stabilimento a Pozzilli, in provincia di Isernia, ha infatti ufficializzato un nuovo accordo con la Trend Marine, con base nella contea di Norfolk, in Inghilterra.
L’impostazione dell’accordo è peculiare, e racconta molto della filosofia di Amare Group.
Trend Marine, infatti, da oltre quarant’anni è industria leader nella produzione di prodotti in vetro e vetrate marine di alta qualità per yacht e superyacht.
Da ora in poi, nei nelle finestrature delle imbarcazioni di lusso prodotte per il Regno Unito e gli Stati Uniti, Trend Marine metterà i vetri e Amare Group gli oblò.
Un’azienda che sa imparare e insegnare
Questa impostazione collaborativa è sempre stata caratteristica di Amare Group.
Fin dall’inizio, racconta Michele Preziuso, il dialogo non solo con i tecnici dei cantieri ma anche con i comandanti delle imbarcazioni che montavano prodotti Amare Group, è stato fondamentale per l’evoluzione della ricerca e lo sviluppo del prodotto.“Con qualcuno abbiamo anche avuto accese discussioni, sempre costruttive” aggiunge Preziuso “e abbiamo finito per diventare amici. L’importante è raggiungere l’obiettivo: se c’è un problema prima cerchiamo la soluzione e poi la causa e solo se è proprio necessario cerchiamo di capire di chi è la colpa”.
Un atteggiamento non comune, soprattutto nel b2b, e che ha finito per premiare l’azienda e guadagnarle la fiducia di grandi cantieri (Azimut è stato il primo) non solo per la qualità innegabile dei prodotti ma anche per la capacità di relazione e di ascolto.
Anche la prima idea di prodotto è nata da un’osservazione semplice e curiosa: gli oblò dei mega yacht montati su ghiere saldate potevano essere perfezionati. Tutto parte da lì.
Seguì uno scouting di mercato, perché l’idea creativa va verificata con dati di fatto, e poi il lancio dei nuovi rivoluzionari oblò Infinity, inseriti a filo con le finestrature delle barche e senza saldature, con la chiusura ad asola laterale e la cerniera frizionata più piccola del settore, che nessuno riesce a imitare e di cui nessuno riesce più a fare a meno.
All’università della nautica
Oggi è arrivato il momento, per Amare Group, di salire in cattedra. Ancora una volta, non per mettersi su un piedistallo ma per condividere un sapere.
A partire dalla prossima stagione, infatti, l’azienda si sta organizzando per potenziare il proprio servizio di assistenza post vendita, finora riservato solo ai cantieri, che verrà allargato anche al cliente finale se l’imbarcazione è fuori garanzia.
Inoltre verranno organizzati dei corsi specializzati per i tecnici e per il personale dei cantieri addetto al montaggio e alla manutenzione di vetri, oblò e movimentazioni.
Sempre nuovi prodotti e brevetti
Instancabile nella ricerca e nella sperimentazione più eclettica, Amare Group ha ufficializzato a Cannes anche l’immissione sul mercato di Charon, l’innovativo lift autobilanciante dotato di un solo cilindro centrale che distribuisce le forze su quattro speciali bracci, suddividendo il carico e garantendone così il bilanciamento, nonché riducendo i costi di manutenzione.
I primi ad acquistarla e inserirla nelle barche in produzione – le prime vedranno la luce nelle prossime settimane – sono stati gli arabi di Gulf Craft di cui Amare è fornitore già da quattro anni di oblò e vetri a scafo.
Amare Group, – come la Settimana enigmistica – vanta innumerevoli tentativi d’imitazione. E si protegge con la registrazione di diversi brevetti.
Per l’oblò è stato protetto sia il design complessivo, sia la cerniera e la chiusura.
Altri brevetti coprono Charon e la passerella Vanity che non ha cilindri a corsa verticale ma dei cunei in titanio che si spostano orizzontalmente.
Quando chiediamo se è complicato dal punto di vista burocratico e legale difendersi dagli imitatori, dapprima la domanda non sembra chiara. Ma no, no, non occorrono gli avvocati: le imitazioni non reggono al test pratico della realtà.