Amer Yachts ha presentato al Salone di Genova il progetto del primo scafo in fibra riciclabile
A partire dallo scorso anno, l’azienda della famiglia Amerio, che sta virando in modo deciso verso la sostenibilità, ha ridotto progressivamente l’utilizzo della vetroresina inserendo all’interno del processo produttivo Filava, composito costituito da una fibra minerale di origine vulcanica, a base di basalto arricchito, riciclabile al 100% e in grado di sostituire la vetroresina.
“Il Filava – ci spiega Barbara Amerio, Ceo e Sustenaibility Director di Amer Yachts – comporta due vantaggi: il primo è la riciclabilità, il secondo è la maneggevolezza. Questa fibra, infatti, è molto più semplice da utilizzare rispetto a quella di vetro che ha un maggiore impatto ambientale, impatto che noi andremo a ridurre drasticamente”.
La sperimentazione di Filava non si è certo fermata alla timoneria ma è proseguita con lo stampo di una sezione di poppa, parte del progetto di scafo completo disegnato da Massimo Verme, che è stato presentato sotto forma di mockup al 60esimo Salone di Genova e che nel 2021 parteciperà al Solar and Energy Challenge dello Yacht Club di Monaco. Il modello esposto alla kermesse ligure sarà poi smaltito per recuperare la materia prima del Filava, che verrà riciclata in fibra vergine e implementata nella componentistica di bordo del nuovo Amer 120, il cui varo è previsto la prossima primavera.
“Trasferire nella nautica un mini-reattore tipico dell’ingegneria aerospaziale è una mossa assolutamente innovativa che, ne sono sicura, si rivelerà vincente – commenta Barbara Amerio – DeepSpeed si sta avviando verso una produzione più industriale, noi stiamo collaudando il prototipo”.
A questo “super featuring”, oltre a Massimo Verme e a Sealence, hanno preso parte altri due partner: GS4C, che segue e supporta dal punto di vista tecnico l’intero progetto Amer Yachts, e Diab che ha fornito il materiale del mockup comprensivo di quelle caratteristiche di smaltimento in linea con i parametri della vita circolare del materiale sostenibile.
“Nell’economia del progetto è stato decisivo l’incontro con Cristiana Talon ed Enrico Benco di GS4C, due ricercatori che hanno lavorato per la Coppa America e che ci hanno fatto conoscere la fibra Filava – dichiara Barbara Amerio – Ringrazio poi Massimo Verme, da sempre il nostro progettista, e Diab, che ci fornirà il materiale sostenibile di accoppiamento al Filava per rendere la barca non solo riciclabile ma anche perfomante. Si tratta di una ricerca costosa, infatti stiamo investendo molto in questo progetto, ma ci crediamo perché vogliamo essere i precursori delle barche che rispettano l’ambiente”. Per come è andata con gli IPS, c’è da scommetterci.
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