Antivegetativa per barche, tutto ciò che c’è da sapere

L’antivegetativa ha lo scopo di proteggere la carena delle barche dall’accumulo di alghe e piccoli organismi marini che si depositano sulle parti immerse. Oltre che per ragioni estetiche, l’antivegetativa si applica periodicamente sulla propria imbarcazione poiché l’accumulo di flora e fauna a lungo termine riduce le prestazioni della barca e può danneggiare lo scafo. Tuttavia, sul mercato esistono molte diverse tipologie di questo prodotto e non tutti gli armatori hanno adeguate conoscenze per capire qual è la scelta migliore. L’antivegetativa, infatti, va scelta in base alla tipologia dell’imbarcazione e al modo in cui viene utilizzata, ma anche a seconda delle acque in cui si naviga o si è ormeggiati. In ogni caso, è bene che il proprietario di una barca abbia una minima infarinatura sulla preparazione e la protezione della carena, in modo da non affidarsi esclusivamente alle mani dei cantieri. Abbiamo perciò predisposto una guida completa all’antivegetativa per barche, con l’aiuto di Gianluca Sansonna di Lechler, che con il brand Stoppani produce un’ampissima gamma di prodotti vernicianti per la nautica.

Cos’è e a cosa serve l’antivegetativa per barche

L’antivegetativa è un rivestimento di vernice che viene applicato sulla parte immersa delle imbarcazioni (chiamata “opera viva”) per difenderla dall’insediamento del fouling (termine inglese con cui si definiscono le incrostazioni sullo scafo). «In assenza di questa protezione le incrostazioni, modificando il profilo e appesantendo lo scafo, rallenterebbero la barca aumentando il consumo di carburante e, in alcuni casi, danneggiando seriamente lo scafo», spiega Sansonna.

Come tutti i prodotti vernicianti, le antivegetative contengono resine, solventi, pigmenti e principi attivi (componenti ad azione biocida). Questi ultimi impediscono la formazione delle incrostazioni biologiche sulla carena. In base al meccanismo di rilascio di questi componenti, le antivegetative possono essere raggruppate essenzialmente in due categorie merceologiche:

  • L’antivegetativa a matrice dura rilascia i principi attivi lentamente nel tempo e in maniera indipendente dal movimento della barca. È adatta sia alle imbarcazioni veloci, sia a quelle di moderata velocità.
  • L’antivegetativa a matrice morbida, detta più comunemente “autolevigante”, rilascia la vernice (non soltanto i biocidi) per contatto con l’acqua durante la navigazione, consumandosi dunque con l’utilizzo ed evitando l’accumulo di spessore. Aumentando lo spessore iniziale di pittura, si prolunga il tempo di protezione dell’antivegetativa.

Le differenze di funzionamento tra l’antivegetativa a matrice dura e l’autolevigante sono illustrate nell’immagine seguente.

Raccomandazioni all’uso

Sansonna suggerisce alcune accortezze da utilizzare nell’applicazione dell’antivegetativa sulle carene delle barche. Le elenchiamo qui di seguito.

  1. Non applicare mai un’antivegetativa dura su un’autolevigante applicata precedentemente.
  2. In caso di dubbio sulla compatibilità o su vecchie antivegetative delle quali non è nota la compatibilità, applicare una mano di primer.
  3. Mescolare bene il prodotto prima dell’applicazione.
  4. L’applicazione deve rispettare le quantità indicate in scheda tecnica, in quanto un’applicazione di quantità minore pregiudica la durata della protezione antivegetativa.
  5. Sono sempre necessarie due mani di antivegetativa e una terza mano di rinforzo sui punti di maggiore consumo.
  6. Rispettate sempre le indicazioni relative al tempo di varo che si trovano nella scheda tecnica.
  7. Per scegliere l’antivegetativa giusta è molto importante tenere conto di una serie di fattori, come tipo di imbarcazione, velocità, prodotti preesistenti, qualità dell’acqua, legislazione ambientale.

 

 

«La carena della barca non va mai fatta invecchiare, soprattutto se si tratta di vecchi scafi in legno», sottolinea Sansonna. «Per questo, occorre applicare l’antivegetativa sulla carena almeno ogni due anni. Inoltre, ci sono due casi in cui è meglio tornare al primer originale anziché mettere una mano sopra lo strato pre-esistente, ovvero quando non sappiamo quale antivegetativa è stata applicata sulla carena e quando abbiamo una matrice diversa rispetto a quella che vogliamo applicare.

Legno. «Il legno continua a mantenere una significativa rilevanza in ambiente nautico. Lo fa in virtù della sua tradizione storica (barche d’epoca) e della sua naturale eleganza che lo rende praticamente insostituibile negli arredi e sulle coperte di barche di alto pregio. In realtà il legno ha anche una serie di caratteristiche tecnologiche che lo rendono ancora un supporto interessante in ambiente nautico. Il legno può essere considerato a tutti gli effetti un materiale composito naturale, proveniente da fonti rinnovabili, leggero, economico e facilmente lavorabile. La caratteristica principale da tenere in considerazione quando ci si appresta a verniciare il legno con l’antivegetativa è il tasso di umidità, che deve essere inferiore al 15%».

 

Acciaio. «È il principale materiale da costruzione per le grandi imbarcazioni e i superyacht, grazie alla sua eccezionale resistenza, unita alla facilità di lavorazione e al costo contenuto. Non giocano a suo favore l’alto peso specifico e la scarsa resistenza alla corrosione. Per la costruzione navale si usa acciaio al carbonio e durante le fasi di costruzione delle imbarcazioni, il materiale non ha ancora nessun tipo di protezione. Il metallo nudo, in questa situazione, è rapidamente ossidabile, quindi dovrà essere protetto con un adeguato primer epossidico immediatamente al termine della sabbiatura».

Alessandro Giuzio

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