La notizia non è recente ma, per dovere d’informazione e affinchè comportamenti di questo tipo non i ripetano, va riportata e rilanciata.
E’ la fine di luglio quando Enrico e la sua famiglia, moglie e figlia, atterrano con la loro barca a vela nei pressi dell’isola di Selve (Silba in croato) e, a debita distanza dalcampo boe, peraltro pieno, danno ancora intenzionati a passare la notte in rada.
https://www.facebook.com/enricocossutta/videos/10212266469033393/
Nel frattempo, il concessionario del campo boe, Marko M.un 39enne locale, finito il giro degli incassi per i gavitelli, ha visto bene di iniziarne un altro, molto meno lecito, a danno delle imbarcazioni ancorate nella baia che nulla avrebbero dovuto pagare.
A farne i danni i numerosi armatori, di ogni nazione, che si son visti chiedere una tariffa pari al 50% di quella prevista per il gavitello per aver ancorato nella baia. Al termine del suo giro il concessionario si avvicina sottobordo anche all’imbarcazione di Enrico che, alla richiesta del balzello, gentilmente rifiuta motivando che era ancorato ben fuori dalla concessione.
È in questo momento che succede l’inimmaginabile, il 39nne croato impazzisce e minaccia di morte Enrico. Poi prende una cima, la avvolge attorno alla catena dell’ancora, e cerca di far spedare l’imbarcazione trainandola con il barchino che stava utilizzando.
La moglie intima di andarsene minacciando di chiamare le autorità, la figlia piange spaventata.
La barca di Enrico si avvicina pericolosamente ad un’altra imbarcazione ancorata li vicino poi, fortunatamente, l’isolano desiste e se ne va.
Il filmato viene consegnato dai diportisti alla polizia locale che, di conseguenza, ha aperto un’indagine nei confronti del concessionario impazzito.
Dai quotidiani locali apprendiamo che le dichiarazioni degli abitanti della zona sono tutte a favore, ovviamente, dei diportisti. Parlano di un episodio vergognoso che danneggia l’immagine della località turistica.
Enrico e famiglia, intervistati, riferiscono di non aver nessuna intenzione di rinunciare alla navigazione in quelle zone, sono acque che la famiglia ama e l’intenzione è di ritornarvi anche l’anno prossimo.
Dal canto nostro non possiamo che condannare compartamenti di questo tipo ed invitiamo chiunque a segnalarci episodi del genere. Noi non mancheremo di riportarli, è solo dando voce a questi deplorevoli fatti che possiamo contribuire, nel nostro piccolo, a far si che non ne succedano più.