Il 377 Coupe succede alla categoria del 665 nella flotta Savage Ocean, e chi vorrà potrà vederlo esposto al Salone di Cannes il prossimo settembre. Il cantiere spagnolo Astondoa precisa inoltre che lo yacht in questione è in qualche modo la sua «blue whale». Se non altro per l’ispirazione della «silhouette» caratterizzata dalle movenze delle linee arrotondate che denotano il 377 Coupe, somigliante appunto al mammifero marino più grande al mondo. La Balena azzurra ha impresse nel DNA le enormi dimensioni che non ne precludono però velocità e spostamenti agili, ed è in queste caratteristiche che si è concentrato il progetto. Differenze: il 377 Coupe misura fuori tutto in lunghezza 11,61 metri, il cetaceo adulto quasi il doppio.
Scelta dei colori con il configuratore
Chi cerca la customizzazione del Coupe 377 la trova sul sito di Astondoa. Per questo modello il cantiere mette a disposizione un configuratore che funge da caleidoscopio dei colori. Così la scelta dell’armatore per il suo 377 Coupe verte su tonalità decise del Mediterraneo: il Mykonos Navy, Formentera Blue, Saint Tropez White, Gold Tarifa, Capri Anthracite, Deep Sea Black, Cinque Terre Red, Nice Silver e Portofino Green, per nominarle tutte.
Sul Coupe 377 si dorme in quattro
Le apparenze ingannano. La metamorfosi nautica del «blue whale» non limita affatto la manovrabilità e la direzionalità dello yacht. L’aerodinamicità c’è ma anche robustezza e stabilità non mancano. Il 377 Coupe irrompe sull’acqua con la tuga fortemente rivolta a prua. Il baglio massimo di 3,56 metri è espresso invece corposamente nella parte centrale dello scafo. La plancia è ben riparata da un t-top. Con seduta ribaltabile invece sono tre le poltrone, ‘scudate’ alle spalle da un pannello oscurato ma trasparente, guardano sugli strumenti, protetti a loro volta da un vetro parabrezza.
Sotto alle poltrone, rivolto a poppa, c’è tutto il necessaire per le vettovaglie e raffreddamento vivande tramite refrigeratore. Il pozzetto all’occorrenza accoglie il tavolo con attorno due divani ‘face to face’ utili comodamente a sei persone. Nella configurazione alternativa il tavolo si abbassa e il pozzetto diventa un ulteriore spazio per la tintarella. La poppa dà luogo a un prendisole che sfocia nella sua spiaggetta di volume antistante. A prua invece il prendisole è per due persone, e all’estremità spicca in basso il musone in acciaio per salpare l’ancora. Ritornando in plancia i passavanti però sembrano parecchio sacrificati e mancano i tientibene.
La sala macchine è ubicata sotto al pozzetto, e di seguito a poppa c’è un ambiente garage destinato presumibilmente al tender o ciò che preferisce l’armatore. Il cui riposo è previsto nella camera a prua non priva di tv e bagno ampio con doccia separata, oltre alle finiture generose e i dettagli lussuosi. Gli ospiti dormono in letti separati nella cabina sottostante al pozzetto.
Soltanto più di un secolo di esperienza e quattro generazioni intere a produrre imbarcazioni, possono dare vita a un modello di yacht tanto apprezzato dal pubblico. E Astondoa non sembra volere esimersi, ancora una volta, da tutto ciò. A spingere tanta operosità iberica ci sono a listino due Diesel Volvo Penta D4-260 hp, oppure fra le configurazioni optional due Suzuki DF350ATXX 350 hp e, in alternativa, tre fuoribordo Mecury Verado F300 V8 300 hp da pilotare con joystick. Velocità massima 36 nodi, in crociera 28 nodi.