Ecco la manovra per avvolgere il fiocco correttamente: non è così scontato come sembra!
Ormai su tutte le barche da crociera la vela di prua è avvolgibile, ossia si apre e si chiude con il rulla fiocco o avvolgifiocco. Operazione semplice, visto che basta “tirare” una cima per chiudere e “tirare” una scotta per aprire. Ma bisogna osservare una sequenza di azioni e, anche in questo caso, qualche accorgimento, per non rendere vani o molto pesanti i nostri sforzi. Insomma, avvolgere il fiocco in modo corretto non è una manovra così scontata come molti credono.
Intanto partiamo da un suggerimento che riguarda la sequenza. Se dobbiamo ammainare anche la randa nel modo classico, ossia con la prua al vento, è meglio che la manovra di avvolgimento del fiocco sia eseguita per prima. Questo perché, se andassimo al vento con il fiocco issato, avremmo la sua bugna che sbatte pericolosamente vicina alla persona all’albero.
Inoltre, avere la randa issata ci offre la possibilità di chiudere il fiocco in una andatura diversa da quella classica di bolina più o meno larga, ossia di poppa, con la vela maestra che copre il fiocco sventandolo completamente e consentendoci di avvolgerlo.
Diamo ora inizio alla manovra. Intanto dobbiamo per prima cosa sventare la vela. Non abbiamo bisogno di andare con la prua al vento come abbiamo mostrato qualche giorno fa nel caso di ammainata della randa. Il fiocco non ha stecche che fanno pressione sull’albero ed è molto più semplice togliere pressione. E’ sufficiente prendere una bolina larga, a seconda anche del moto ondoso, e quindi lascare la scotta del fiocco di un buon 30% per far fileggiare la vela di prua.
Ora si può passare alla scottina del rullafiocco per iniziare ad avvolgere la vela. La condizione ideale è quella di avere una persona che cazza la scottina e un’altra che fila gradualmente la scotta in modo da tenere il fiocco sventato ma nello stesso tempo avvolgerlo in modo non troppo serrato o troppo lento.
Prima di agire sulla scottina del rullafiocco dobbiamo verificare che lo stopper sia aperto e, nel caso la manovra sia troppo dura, possiamo allentare un po’ la tensione del paterazzo. Da evitare inoltre di cazzare la scottina nel tratto che esce dallo stopper prima del bozzello perché avrebbe un attrito molto forte lavorando con un angolo diretto sullo strozzatore.
E’ molto probabile che agendo alla fine del circuito della scottina, la manovra sia ugualmente molto dura, soprattutto nelle barche di medie-grandi dimensioni. Si può naturalmente utilizzare un winch, oppure si può cazzare la scottina in posizione più avanzata, verso metà barca, facendo un movimento a bilancino flettendosi però sulle gambe, e non sforzando la schiena, possibilmente con una persona che recupera l’imbando che si crea a poppavia dello stopper.
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Bene, fate molta attenzione a mettere sul winch la scottina del rullafiocco.
Se c'è troppa resistenza meglio indagare, non è il primo strallo che vedo
troncato per un intervento troppo energico: capita che una drizza sia passata
intorna alla girella o impigliata nel fiocco, forzare in questo caso porta solo
guai seri. Di norma su barche medie lo sforzo non è tale che due mani di normale robustezza non possano farcela... Se c'è troppo vento è giusto il consiglio di coprire con
la randa mettendosi al lasco/poppa.
Capita per tanti motivi che sia invece proprio bloccato il rollafiocco. Poco male se il
fiocco è tutto aperto, si ammaina come una volta, ma se è parzialmente avvolto
- normale sotto vento teso- sono cavoli acidi. Mi è accaduto con 30 nodi e da solo entrando a Olbia qualche anno fa. Stavo per prendere un affilato coltello e fare un
grosso danno quando mi è venuta l'idea semplice: se non giri tu, giro io.
Infatti con tre o quattro giri sul posto (come le penalità in regata!) il ribelle si è avvolto
abbastanza per poterlo fermare ed entrare in porto ad aspettare la calma per smontare
il tutto. :-(
BV!
Compimenti OUDEIS, vale quasi più il tuo commento che tutto l'articolo. Il concetto "se non giri tu giro io" l'ho applicato anche io una volta con gennaker aperto e drizza a circuito chiuso incastrata. Perdendo l'attimo per l'ammainata mi si era incarammellato con il vento che rinforzava e spingeva verso costa. Manovrando controvento e poi al lasco alla fine sono riuscito a districarlo e a disincastrare la drizza. Una volta giù il gennaker mi sono reso conto che tramavo dalla tensione. BV.