Un successo annunciato quello riscosso dalla nuova ammiraglia della gamma più prestigiosa di Azimut Yachts, la linea “Grande”. Ad annunciarlo non sono stati i rendering o le anteprime, sapientemente dosate dal cantiere, ma i fatti: a Miami, lo scorso febbraio, erano già cinque le unità vendute “a scatola chiusa”di quello che si presenta già come l’ennesimo successo del Gruppo fondato da Paolo Vitelli.
La nuova flagship di Azimut ( il primo esemplare è attualmente in costruzione ), è il “Grande 35 METRI”, un’imbarcazione che si pone al vertice di tutto il concept tecnico, stilistico, e produttivo del cantiere. Sono tre le grandi firme che hanno completato il progetto del Grande 35 METRI: l’architetto Stefano Righini per le linee esterne, il designer Achille Salvagni per gli interni, e Pierluigi Ausonio per lo sviluppo delle linee di carena.
Il Grande 35 METRI è un’imbarcazione imponente e dalle linee potenti. Una Wide Body RPH ( raised pilot house), che la grande esperienza di Righini ha saputo alleggerire allo sguardo grazie alle alternanze tra le parti chiare dell’opera morta, e le enormi finestrature scure che servono gli ambienti interni.
Osservando lateralmente l’imbarcazione, si può notare come la linea bassa dello scafo sia interrotta sapientemente dalle grandi finestre rettangolari, che illuminano il ponte inferiore e che si alternano con dimensioni diverse, e dai piccoli oblò disposti asimmetricamente verso prua. Già questo artificio estetico spezza la continuità di un bordo libero che altrimenti sarebbe davvero importante, ma il vero “trucco”, avviene a livello del ponte principale. Qui una lunga banda scura si raccorda da prua a poppa comprendendo le finestrature del salone e della cabina armatoriale. La perfetta raccordatura con la struttura a goccia del ponte superiore, potrebbe percettivamente far pensare di essere al cospetto di un filante fly di venti / venticinque metri. Ma sono le proporzioni ad ingannare: le finestrature del salone e della suite armatoriale si estendono infatti per l’intera altezza delle pareti, e basta avvicinarsi all’imbarcazione per coglierne le reali dimensioni.
Gli spazi esterni del Grande 35 METRI, non hanno fine. Due sono i “beach club”, le zone prendisole attrezzate: una è a estrema poppa, mentre l’altra è posizionata in coperta, a prua. La prima sfrutta il fatto che il garage, che ospita un tender di 5 metri e il jet-ski, è posizionato lateralmente. In questo modo la poppa rimane completamente libera e, grazie ad una piattaforma pivotante, si può creare un’area a pelo d’acqua di oltre 12 metri quadrati.
La comoda discesa sulla destra trasforma il mare nella propria piscina privata, mentre il mobile bar a parete completa il confort di questa zona. La seconda ( straordinaria ) area esterna è posizionata a prua. Immediatamente sotto il parabrezza, trova posto un grande divano a “C”, che si estende fino ai camminamenti laterali, e che fronteggia un ampio tavolo e due coppie di lettini prendisole. Basta scendere un singolo gradino per poter fruire della grande vasca idromassaggio. Tutto in un’area rialzata, e quindi protetta, rispetto agli spazi di manovra dedicati all’equipaggio. Per inciso anche questi sono decisamente ampi, grazie ad uno dei tratti distintivi di Stefano Righini: la prua trapezoidale.
Opzionale, ma non meno sorprendente, la possibilità di aggiungere in fase costruttiva, un terzo sundek di quasi 30 metri quadrati. Questa struttura in carbonio, che non appesantisce affatto le linee esterne dell’imbarcazione, sovrasta l’area a poppa del fly e va a formare un “terzo ponte”, raggiungibile grazie ad una scala posta sul lato sinistro. Ci si trova così al cospetto dell’area più riservata tra gli spazi esterni dell’Azimut Grande 35.
Gli interni “indossano” lo stile inconfondibile di Achille Salvagni, uno dei 100 designer contemporanei più influenti secondo AD Collector . In questo caso è uno stile che si esprime grazie all’alternanza di stoffe ed altri elementi opachi e chiari, con altri particolari di arredamento lucidi, scuri, e per i quali sono stati utilizzati materiali esclusivi come l’ottone trattato, il bronzo, o l’acciaio. Il risultato fornisce un’esperienza più sensoriale che estetica: il lusso diviene sobrio, e gli ambienti infondono calma e benessere.
Il main deck ospita il grande salone con il divano semicircolare a due elementi, e la zona pranzo. Le finestrature perdono il senso stretto di questa definizione, perché si sviluppano sull’intera altezza dell’ambiente, diventando anch’esse “pareti”, e offrendo una panoramica dell’esterno senza uguali. Verso prua è collocata la suite armatoriale. Il letto occupa il centro dello spazio della suite, che si sviluppa sull’intero baglio. Le stesse spettacolari pareti / finestra annullano la distanza percepita tra interno ed esterno.
Non solo. Grazie ad un sofisticato meccanismo, la porzione della finestratura a tutta altezza del lato di sinistra si abbassa, mentre da sotto il pavimento della cabina fuoriesce il piano di un terrazzo protetto da candelieri, che si dispongono in posizione automaticamente. Il fortunato armatore si trova così al cospetto dell’Istant Balcony, una struttura sospesa sul mare priva di montanti, e senza alcun ostacolo visivo rispetto al panorama circostante. Una scala elicoidale, con gradini in pietra di onice sospesi e retroilluminati, porta al lower deck. Il ponte inferiore ospita 4 cabine: due Vip, con ampi spazi e letti matrimoniali, e due a letti gemelli. La zona prodiera, separata dalla precedente, ospita le cabine equipaggio.
Grande attenzione è stata ovviamente dedicata al confort di bordo, anche attraverso gli accorgimenti e i materiali utilizzati per la riduzione della trasmissione del rumore, o all’introduzione in fase progettuale dell’analisi modale. Questa tecnica è in grado di prevedere quali saranno le superfici, o i punti, maggiormente soggetti a vibrazione, e consente di intervenire preventivamente sulla struttura per ridurla, abbattendo contestualmente anche la rumorosità.
La carena D2P, progettata da Pierluigi Ausonio con il Centro Ricerche e Sviluppo Azimut Benetti, accoppiata al bulbo prodiero wave piercer, è altamente performante sia a velocità sostenute che in regime di dislocamento. Con i due motori MTU 16V2000 M93 da 2.400 HP ciascuno, a 12 nodi si raggiunge la non banale autonomia di 1.500 miglia. La velocità di crociera si attesta intorno ai 21 nodi mentre, con le manette a fondo corsa, si può spingere il Grande 35 METRI fino a quasi 26 nodi.