Sette modelli portati in mostra a Dussledorf, dall’Atlantis 43 – entry level di tutto rispetto – al 77S di 24 metri, e soprattutto un bilancio di crescita che fa soffiare aria frizzantina nel quartier generale di Azimut.
Il Boote 2017, appena iniziato nella cittadina tedesca, ha rappresentato infatti l’occasione per ragionare sui numeri del cantiere di Avigliana seguendo il percorso tracciato dall’analisi che Giovanna Vitelli, vice presidente del gruppo Azimut Benetti e Marco Valle, managing director Azimut Yacht, hanno fatto ieri mattina al Salone.
Due i numeri che esemplificano questo successo: la crescita è doppia cifra rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+15% a valore) e procede a una velocità doppia rispetto a quella del mercato che è stimata a un +8% a valore. Dati che si riferiscono ai primi quattro mesi dell’anno nautico, ossia il periodo settembre – dicembre 2016, durante i quali il cantiere, artefice del 50% del totale fatturato dal gruppo, ha registrato una raccolta ordini di oltre 221 milioni di euro.
Gli artefici di questi risultati sono prima di tutto i prodotti, cioè le barche, che registrano una crescita a valore del 27% per quanto riguarda gli yacht sopra i 24 metri e del 18% di quelli sotto i 45 piedi. Un fiore all’occhilo è rappresentato dal il 66Fly, presentato lo scorso anno al Salone di Düsseldorf, che ha già venduto 44 unità.
Prodotti che raggiungono un risultato di questo genere grazie alle azioni strategiche. Quelle produttive, con un uso sistematico del carbon-tech, reso possibile solo grazie ad anni di investimenti sulla progettazione e sull’ingegneria di processo e quelle commerciali, fondate sul presidio diretto dei mercati internazionali attraverso le partnership con i migliori operatori locali.
L‘uso sistematico della fibra di carbonio – è stato spiegato durante la conferenza stampa – è una realtà applicata su tutta la produzione, dal più piccolo 16 metri al prossimo 35 metri il cui varo è imminente. Una scelta produttiva resa possibile dalla realizzazione nel nuovo forno di “postcuring”, costruito presso il quartier generale di Avigliana (Torino) che permette di mantenere all’interno i processi di produzione legati alla fibra di carbonio.
Sul piamo dei risultati, con l’uso della fibra di carbonio si può ridurre il peso delle barche dal 20 al 40%, a seconda delle resine utilizzate, mantenendo una formidabile resistenza meccanica , aumentando le performance e aumentando la disponibilità di spazio, quindi di comfort, a fronte di una eccellente stabilità dinamica.
Fly 50, una nuova versione
E se la presentazione dei dati Azimut ha raccolto l’attenzione soprattutto degli addetti ai lavori, fra i sette modelli portati al Boote di Dussedorf da Azimut probabilmente ad attirare maggiormente l’attenzione del pubblico è stato, e sarà nei prossimi giorni, il fly 50. E questo per diverse ragioni. La prima certamente perchè la nuova versione è figlia di una barca che ha raccolto un grande successo, poi per le dimensioni, che la collocano ancora nel range in cui un armatore può immaginare di gestire la barca senza equipaggio e poi soprattutto per la collocazione della cucina sul ponte superiore.
Una scelta, ha spiegato il marketing communication manager di Azimut, Federico Lantero, che attribuisce alla barca un carattere di maggiore praticità senza però diminuirne l’eleganza. Inoltre, lo spostamento della cucina crea un grande spazio libero nel ponte sottostante il Fly per lo stivaggio di arredi mobili, per collocare elettrodomestici aggiuntivi e per stivare la cambusa.
Il Fly 50 che abbiamo visto a Dussledorf ha sicuramente colpito anche per le dimensioni del ponte superiore, che appare come una vera terrazza sul mare di 20 metri quadrati arredata oggi con i nuovi divani fatti disegnare appositamente per creare uno spazio in cui il comfort sia asssimilabile a quello che si vive in casa propria anche quando ci si accomoda sul flybridge. Questa versione del 50 piedi si presenta come una ospzione in più e non sostituisce la versione classica con la cucina collocata nel lowdeck.
Nei prossimi 12 mesi, ai 26 modelli esistenti in produzione in Azimut se ne andranno ad aggiungere altri sei.
Tra le novità, ci saranno l’S7, il 27 metri e il 35 metri. Successi annunciati? Almeno nel caso degli ultimi due modelli, sono già partite le vendite prima ancora della produzione: quattro unità vendute per il 35 metri e sette per il 27 metri.
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