Bali 4.0 Il piccolo e rivoluzionario. La prova completa

Il Bali 4.0 rappresenta un ulteriore e definitivo passo in avanti da parte di Catana nel mondo dei catamarani di grande serie. Il marchio francese in più di trent’anni di vita si è conquistato un posto ai piani alti della cantieristica mondiale per quanto riguarda i multiscafi. Le sue barche sono conosciute per l’alta qualità, la robustezza e anche produzione custom e semi custom dei modelli più grandi. Da un paio d’anni, dal Salone di Cannes del 2014, è stato lanciata la gamma Bali, col 4.5  e il 4.3. Obiettivo è conquistare anche il mercato dei grandi numeri, e non solo quello dell’eccellenza. 

Gli stabilimenti produttivi di Catana/Bali sono quattro, oltre a quello principale di Canet en Roussillon (dove nascono i Catana più grandi da 47 a 70 piedi e il Bali 4.5), a Marans, vicino a La Rochelle (Catana 42, Bali 4.3 e 4.0), a Tolone (sede della base di brokeraggio e dei grandi modelli custom) e infine in Tunisia, dove vengono costruiti i Bali 4.0 solo nella versione a quattro cabine per l’uso principalmente per il charter. I vantaggi di un cantiere in Nord Africa sono, oltre ad un sensibile abbattimento del costo della manodopera, anche una maggiore semplicità per la consegna nei porti dove il Bali 4.0 da charter ha la sua naturale destinazione d’uso: Grecia, Turchia, Italia del Sud, Croazia.

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Dovendo inserirsi in un mondo già molto affollato e competitivo, l’idea di Olivier Poncin (vecchia volpe della cantieristica d’oltralpe) è stata quella di farlo con un paio di idee innovative e molto furbe: un secondo pozzetto a prua (e quindi non una semplice rete) e un portellone a ribalta a poppa, che va a nascondersi sotto al “tetto” della sovrastruttura centrale. Il risultato finale è che questa barca da 12 metri lunghezza per 6,70 di larghezza ha una facilità di circolazione a bordo sorprendente, e una quantità di volumi a disposizione sconfinata. Il portellone che si solleva riesce nell’impresa di creare un’assoluta continuità da prua a poppa, facendo diventare di fatto la dinette esterna una sorta di gigantesco pozzetto (e le grandi finestrature laterali e frontali rendono questa “illusione” possibile).

Bene, in questa zona centrale anche tutta la zona cucina  (dimensioni e allestimento assolutamente “domestici”, con un frigorifero a colonna che è il sogno di ogni famiglia in crociera) e il carteggio – pilotaggio, anche lui sconfinato. Qui non c’è un secondo timone, ma con l’autopilota si può assolutamente gestire la navigazione durante i trasferimenti. La posizione molto avanzata, a ridosso del “parabrezza”, consente inoltre di avere perfetta visibilità verso prua. Più a poppa, il tavolo da pranzo è comodo per sei persone.

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“Al piano di sotto”, nei due scafi c’è la zona notte. Le configurazioni previste sono quattro: si parte da quella armatoriale con tre cabine e due bagni (e tutta la canoa di sinistra è dedicata in esclusiva ad un sola coppia, con un gigantesco bagno a prua con box doccia separato, mentre sulla destra gli altri due locali notte si dividono un bagno), una con tre cabine e tre bagni e infine quella da charter a cui accennavamo prima, con otto posti letto complessivi e ben quattro bagni. Come per la zona giorno, i volumi sono tanti ma non così esagerati. Lo spazio è comunque più che sufficiente, a cominciare dalle altezze, e anche la ventilazione è ottima. Sufficiente anche lo spazio per stivare il bagaglio.

In coperta troviamo il maggior numero di sorprese. Prima di tutto il secondo pozzetto a cui si accede dai due passavanti laterali (larghi e ben protetti da un’alta draglia) e che può contare su due tavolini e un grande prendisole ed è qui, probabilmente, che si svolgerà la gran parte della vita a bordo durante le vacanze estive. A poppa c’è invece un’intelligente plancetta a ribalta, che in navigazione resta in posizione verticale e protegge bene il pozzetto-dinette mentre a barca ferma moltiplica la superficie calpestabile. Furbo anche il lungo gradino in legno che facilita la risalita dall’acqua. Sul fly (per arrivarci bisogna salire due alti gradini un po’ scoperti ma con un solido tientibene) ci sono il pilotaggio e ben due prendisole, uno dei quali è anche un divanetto al fianco del timoniere.

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La prova

Abbiamo incontrato condizioni impegnative per la nostra prova del Bali 4.0, una giornata di vento teso da Nord, circa 25 nodi nelle acque antistanti Marina di Loano. A dar fastidio soprattutto le  raffiche che venivano giù dalle alture liguri, arrivando a superare i 35 nodi. Le tipiche condizioni il cui il bravo padre di famiglia (ma anche il buon marinaio) se ne sarebbe stato sicuramente ben accucciato in porto a bere Pigato e sgranocchiare olive taggiasche. Il Bali 4.0 ci ha invece assistiti con una sorprendente indifferenza, piuttosto placido, tranquillizzante, a partire dalle operazioni di uscita (e poi di rientro) in porto. I due motori, così lontani, permettono di evoluire quasi sul posto e rendono tutto molto semplice. La timoneria sul fly garantisce una bella vista a 360°, e di prendere con facilità le misure per l’ormeggio nonostante i quasi sette metri di baglio massimo.

Una volta usciti, con la randa terzarolata, e il fiocco ridotto di un buon 20%, abbiamo navigato, divertendoci, andando a caccia di raffiche. Le sensazioni, in sequenza: grande tranquillità, fuori c’è la “bufera” ma a  bordo del Bali ci si sente molto tranquilli. La barca dà tempo di reagire, con calma. Così è per tutti i catamarani (che non sbandano) ma qui l’estrema semplicità dell’attrezzatura (come il jib autovirante), un piano velico ridotto, e la possibilità per il timoniere di avere tutto a portata di mano, aiutano decisamente. Tutto è molto semplice (unica nota negativa un certo sovraffollamento delle code delle varie manovre). Seconda impressione, quindi, è molto facile da gestire.

Terzo punto, ma è conseguenza diretta dei precedenti due, scordatevi l’adrenalina da cat di Coppa America. La barca reagisce, le raffiche le sente, ma sempre placidamente. Impossibile scodellare bambini fuoribordo, difficile anche far cadere il bicchiere di Pigato (a questo punto non ce lo siamo fatti mancare), molto facile invece godersi navigazione, paesaggio e la chiacchiera con il resto dell’equipaggio. Velocità massima toccata? 9,2 nodi, un picco con 25 nodi e acqua piatta.  Quando il vento è calato e abbiamo rimesso vela piena, il Bali ha dimostrato di sapersi attestare facilmente sui 6/7 nodi di velocità, al limite consentito dalla lunghezza al galleggiamento e dal dislocamento (che struttura centrale e pozzetto di prua non contribuiscono a tenere basso).

Proprio la grande “piattaforma” centrale serve però a dare alla barca una notevole solidità, una “compattezza” che spesso i catamarani non hanno. Quindi nessuna vibrazione molesta anche provando a mettere al massimo i due motori da 40 HP (di serie ci sono quelli da 20, ma sembrano sinceramente sottodimensionati) con cui si possono superare gli 8 nodi. In crociera ci si attesta sui 7 nodi, con un consumo di 3 litri/ora per ogni motore. Numeri che fanno felici un buon padre di famiglia.

 

Bali 4.0 La scheda tecnica


Lungh. f.t.: m 11,99
Lungh. al galleggiamento: m 11,50
Largh. massima: m 6,72
Pescaggio: m 1,12
Peso imbarcazione a vuoto: kg 8.600
Peso imbarcazione a pieno carico: kg 11.200

Albero
Frazionato 9/10, un ordine di crocette acquartierate
Poggiato in coperta, in alluminio
Superficie velica randa: mq 48
Superficie velica fiocco: mq 33
Randa square top full batten in dacron, 50 mq
Code 0 o gennaker 56 mq su bompresso e avvolgitore (optional)
Spinnaker asimmetrico 90 mq (optional)

Motori
Barca in prova: 2 x 40  0 20 HP
Trasmissione: S-Drive
Capacità serbatoi acqua: litri 800
Capacità serbatoi gasolio: litri 400
Capacità serbatoio acqua dolce: 800 lt
Capacità serbatoi acque nere: 2 x 50 lt
Capacità serbatoi acque grigie: 2 x120 lt
Frigo+ congelatore: 272 lt
Categoria di progettazione CE: A
Portata omologata: 10 persone

Progetto:  Olivier Poncin – Yann Chabaud
Carene e strutture: Xabier Fay
Design interni: Hervé Couedel
Cantiere: Catana, Canet en Roussillon, Francia

Costruzione
Lo stampo degli scafi è realizzato in tre parti con la giunzione sulla linea della chiglia, mentre piattaforma e parti interne dello scafo sono in un unico pezzo per garantire il massimo della solidità. Gli scafi in VTR sono costruiti con la tecnologia dell’infusione in sandwich, con resina in poliestere. Opera viva scafo in VTR monolitica, coperta e opera morta in VTR con la tecnologia dell’infusione, in sandwich con rinforzi monolitici/in compensato.

Prezzi
Prezzo base: 253.000(IVA esclusa)
Prezzo della barca con Pack Excellence: impianto 220, caricabatterie, inverter, freezer, luci a led, piattaforma di poppa, doccia acqua calda e fredda, portello di poppa a scoparsa, winch elettrico randa, sistema autmatico per le mani di terzaroli, due batterie extra, serbatoio acqua 400 litri extra, cuscineria completa, avvolgitore per il Solent, verrocello ancora da 1.000 Watt di potenza, gruette per il tender: 284.930 Euro (IVA esclusa). Versione 4 cabine: più 4.000 Euro.

 

 

 

 

 

 

 

Luca Sordelli

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