Bali Catspace, il cui nome già suggerisce spaziosità e agilità, è il catamarano più piccolo prodotto dal gruppo francese Catana che costruisce i Bali: un 40 piedi che sorprende ed invita alla crociera.
Dire che il Bali Catspace sia il più piccolo del cantiere è un eufemismo: infatti in poco più di 12 metri, per l’esattezza 12,33, è racchiuso tanto spazio che anche l’armatore più navigato si stupisce. Lo studio Poncin che ne ha tracciato il concept e Lasta Design Studio che ha disegnato le linee e gli interni hanno rivisto il concetto stesso di catamarano aggiungendo innovazioni e togliendo elementi della tradizione oramai obsoleti.
I lettori potrebbero obbiettare che con 6,59 metri di larghezza è facile ottenere abitabilità, ma forse non è sempre così: quando si ha a disposizione molto spazio è probabile che esso venga “sprecato” con soluzioni “riempitive” e non particolarmente utili, qui invece i progettisti si sono concentrati sull’ergonomia e sullo sfruttamento proprio di quegli spazi che normalmente su una barca mancano, come per esempio gavoni e armadiature.
Gli esterni del Bali Catspace
Gli esterni colpiscono immediatamente per la logica della suddivisione delle aree, quasi equivalenti tra loro: la zona di poppa, quella di prua e il fly. É proprio così che l’estetica raggiunge un particolare equilibrio di proporzioni, nello stesso tempo piacevole alla vista, sportivo e attraente.Le prue rovesce, che caratterizzano il catamarano con un look sportivo ed aggressivo, così come la forma della tuga e del ponte del fly contribuiscono alla ottima idrodinamica dell’imbarcazione.
Il purista del catamarano potrebbe non apprezzare l’eliminazione delle classiche reti di prua, (in realtà un po’ inutili e che rendono anche bagnata la zona prodiera con onde e spruzzi): ma quando si trova davanti ad un nuovo concept di ambiente arredato con un grande prendisole centrale (nella barca provata tutte le cuscinerie esterne non erano ancora state montate), un ampio divano a C ed un tavolo (smontabile) non potrà che pensare quanto a volte l’innovazione superi l’abitudine.
Il recupero della zona di prua, infatti, non è solo straordinario per l’abitabilità esterna, ma lo è anche per l’incremento della volumetria interna davvero insospettabile: lo si intuisce dai grandi passauomo apribili in coperta che lasciano intendere quali siano le dimensioni degli ambienti sottostanti.
Completano arredamento e dotazioni di prua due comodissime sedute in legno ai due pulpiti di prua, connessi tra loro da draglie di sicurezza assicurate al pulpito centrale che contorna il rullafiocco. Un bompresso in alluminio si estende per reggere un gennaker con il suo avvolgitore.
Qui al centro è ricavato un grosso e profondo gavone per la catena dell’ancora con il verricello Quick montato in comoda e ben raggiungibile posizione, una galloccia è studiata per poter assicurare la cima di ritenuta di ancoraggio, altrimenti irraggiungibile per la posizione dell’ancora a riposo.
Ma passiamo al fly dove notiamo un trasto per il fiocco auto-virante (in realtà è un solent) montato su una specifica struttura: la regolazione dei limiti laterali è affidata ad elementi scorrevoli con blocco, non molto agevole da manovrare quando la vela è oramai in forza.
Tutte le manovre correnti, comprese le tre mani di terzaroli, sono distribuite tra albero e due postazioni laterali con stopper, un winch elettrico a dritta e uno manuale a sinistra, mentre sacchi portacime sono ricavati nei pressi per raccogliere l’abbondanza.
La randa, inferita all’albero, è di tipo full batten con lazy bag e lazy jack. Ma veniamo ora alla timoneria: ben organizzata nonostante le dimensioni contenute, la ruota del timone segue la tendenza odierna in dimensioni e materiali, le leve del gas si trovano in posizione sopraelevata in modo da essere azionate comodamente anche da eretti in manovra.
Il resto del fly bridge verso poppa, in una posizione che garantisce notevole privacy, è organizzato ad unico grande prendisole con protezioni laterali imbottite e sicure, numerosi portabicchieri sono ricavati ai lati. Percorriamo le scale che portano al ponte principale, i gradoni sono abbastanza alti ma molto larghi e comodi e i passavanti risultano ampi anche nelle scalinate di poppa verso il pozzetto.
Ai lati della tuga sono ricavati due grandi volumi dedicati a sinistra ad un capace gavone e a dritta al barbecue. Ed ora il pozzetto, curioso nel suo layout così diverso: è presente infatti solo un divano lineare. La motivazione molto innovativa è che tutta la vetrata di poppa della tuga ribalta a soffitto aprendo così completamente il salone al pozzetto a creare un unico ambiente dentro/fuori molto godibile in estate.
Come i suoi fratelli più grandi, il Bali Catspace è dotato di passaggio, una sorta di balconata che unisce gli scarponi a poppa e che amplia a dismisura la disponibilità di superficie e spazio della zona poppiera. Qui al centro troviamo un pratico quanto costruttivamente semplice paranco per la gestione del tender, manovrato da uno dei verricelli del fly.
Gli interni
Come si può certamente intuire guardando le finestrature del Bali Catspace dall’esterno, gli interni risultano molto chiari e luminosi e naturalmente panoramici. Infatti la sensazione di contatto con il mare risulta pressoché totale soprattutto nel salone, ma anche nelle cabine dove sono ricavate finestrature alle murate.
Molti dei vetri sono apribili con indubbi vantaggi nella ventilazione, mentre tendine possono offuscare la vista interna per garantire privacy. Abbiamo già parlato della vetrata del pozzetto completamente apribile: ciò che si presenta alla vista è la sezione completa del salone, con i due divani fronteggianti alle murate, il tavolo pranzo e in fondo verso prua la cucina.
La parte prodiera del salone è infatti attrezzata completamente con cucina a C eccetto che per una parte laterale dedicata invece al mobile carteggio. Al centro longitudinale della barca troviamo i fornelli ed il forno a gas, mentre lateralmente è sistemato il lavello doppio; numerosi sono gli sportelli e stipetti dove poter disporre cambusa e stoviglie. La panoramicità in questa zona è davvero formidabile.
Specularmente ai due lati dell’area cucina troviamo le scale che portano sottocoperta, lo scarpone di dritta ospita verso poppa una cabina matrimoniale con bagno privato mentre verso prua una seconda matrimoniale offre un letto trasversale ed un secondo bagno privato.
Essendo la versione a tre cabine e tre bagni, nello scarpone di sinistra troviamo, verso poppa, la cabina armatoriale e verso prua dapprima la cabina armadio e poi il grande bagno privato con box doccia separato.
Gli spazi interni offrono praticità e benessere, numerosi sono anche gli oblò apribili per garantire un ricircolo di aria pulita. L’estetica è moderna e lineare, dominano i bianchi dei soffitti e degli arredi in contrasto con il legno degli sportelli, del mobilio e di porzioni di pareti in un mix giovane e fresco, rilassante e piacevole.
La prova del Bali Catspace
Abbiamo testato il Bali Catspace durante una giornata tranquilla alcuni giorni prima del Salone di Genova dove sarebbe poi stato esposto al pubblico: poco vento e mare calmo hanno caratterizzato purtroppo la prova. Comunque, spesso è con queste condizioni che si può capire davvero una barca e la sua capacità di navigare simulando una tipica situazione estiva mediterranea.
La randa full batten sale con poco sforzo (peraltro fatto dal verricello elettrico presente nei pressi della timoneria) e il solent si srotola in un attimo, vele a segno e si parte: i poco più di 8 nodi di vento reale iniziano a spingere delicatamente l’imbarcazione. Testiamo le diverse andature, come possiamo immaginare le migliori performance si raggiungono intorno al traverso: circa 4 nodi e mezzo. Il vento variabile e leggero ci spinge a provare anche il gennaker, che sale anch’esso in un attimo; facciamo a tempo a misurare la velocità di 4,7 nodi a circa 110° di angolo quando Eolo decide che dobbiamo proseguire a motore, purtroppo. Le manovre correnti sono posizionate correttamente ai lati dell’albero, gli stopper permettono di volta in volta di strozzare la manovra da togliere dal winch per poterne cazzare o lascare un’altra.
La timoneria è diretta e morbida nonostante la dimensione non eccessiva della ruota del timone. La randa si ammaina molto facilmente e senza difficoltà va ad adagiarsi all’interno del lazy bag chiudibile poi da una cerniera, il boma si raggiunge senza problemi, non è molto alto sulla tuga.
La navigazione a motore è piacevole e molto silenziosa, anche il rumore dell’acqua sugli scafi è limitato, la massima velocità di 8,0 nodi si raggiunge a 3.000 rpm con due motori Yanmar da 30 HP posizionati nei due scarponi in ampissimi vani motore.
Insomma, il Bali Catspace ci ha convinto, abbiamo apprezzato le sue caratteristiche di ergonomia e la sua capacità di navigare, sarei però curioso di provarlo con venti più seri e su onda, ma questa sarà un’altra storia.
Prova a vela |
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Con vele bianche | |
Vento: | Vero nodi 8,1-8,7 |
Angolo | Velocità nodi |
45° | 2,5 |
60° | 4,1 |
90° | 4,2 |
100° | 4,6 |
Con gennaker | |
110° | nodi 4,7 |
Prova a motore |
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rpm | Velocità nodi |
850 | 1,5 |
1000 | 3,0 |
1500 | 4,5 |
2000 | 6,0 |
2500 | 7,5 |
3000 | 8,0 |
Velocità ideale di crociera nodi 7,3 a 2.400 rpm con un consumo totale di 7 litri/ora |
Dati tecnici |
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Sviluppo progetto | Olivier Poncin |
Costruttore | Cantiere Catana |
Design interni ed esterni | Lasta Design Studio |
Lunghezza f.t. | m 12,33 |
Larghezza | M 6,59 |
Pescaggio | m 1,1 |
Dislocamento a vuoto | T 9,2 |
Dislocamento a pieno carico | T 12,8 |
Superficie velica massima | m2 101 |
Superficie Solent | m2 98,5 |
Motorizzazione | HP 30 x 2 Yanmar |
Serbatoio carburante | litri 400 |
Serbatoio acqua | litri 700 |
Serbatoio acque nere | litri 55 x 2 |
Frigoriferi-freezer | litri 265 |
Posti letto | 6+2 |