Bamar, la componentistica perfetta per ogni barca a vela

Dal più piccolo al più grande avvolgifiocco o cilindro, il marchio è sempre lo stesso in tutte le barche a vela dei migliori brand al mondo. Stiamo parlando di Bamar, azienda di riferimento nel campo della progettazione e realizzazione di avvolgiboma, avvolgifiocco, RLG-CODE, optional EVO, cilindri idraulici, equipaggiamento da coperta, avvolgiranda e captive winch. «Un’ampia gamma di prodotti progettata per soddisfare qualsiasi tipo di imbarcazione, dallo yacht a vela da 25 piedi fino alla barca più grande del mondo, e non è un modo di dire», afferma Francesco Tamburini, Italy Sales Manager di Bamar. «La più grande barca a vela del mondo di cui stiamo parlando è infatti la Sailing Yacht A dell’oligarca russo Andrey Melnichenko, i cui tre alberi di oltre 90 metri sono tenuti insieme e movimentati proprio da Bamar, che ha realizzato i boma avvolgibili, i vang, i cilindri di controllo della movimentazione dei boma, i trust di randa e il captive winch di drizza e di scotta randa».

Tutta la movimentazione delle tre rande avvolgibili della Sailing Yacht A, legate alla struttura di Bamar, sono tecnicamente e letteralmente gli oggetti più grandi mai infatti al mondo in questo campo. «Ognuno dei vang è lungo quasi 7 metri e questi presentano delle caratteristiche ciclopiche, oserei dire», prosegue Tamburini, evidenziando le capacità di un’azienda al 100% italiana leader nella produzione di componentistica per barche a vela di ogni metratura. «Milyus e Solaris, per esempio, hanno di serie gli avvolgifiocchi Bamar», sottolinea il sales manager.

Lo stabilimento produttivo di Bamar a Villa Selva (Forlì)

 

Azienda poliedrica, dinamica e internazionale, Bamar ha uno stabilimento di 18.000 mq comprensivi di officina meccanica a Villa Selva, in provincia di Forlì, dove si è trasferita nel 2010 in seguito a una vera e propria esplosione commerciale dell’azienda, che non produce solo per la nautica bensì offre anche ad altri settori le sue “soluzioni meccaniche“, per citare il payoff aziendale. «Bamar è evoluta negli anni – spiega Tamburini – e soprattutto nell’ultimo decennio è diventata più strutturata, mettendo a frutto tutto il know how accumulato in quarant’anni di esperienza. La crescita è avvenuta con l’ampliamento di un parco macchine a controllo numerico che lavorano per l’industria in conto terzi, mentre per la nautica lavoriamo oggetti che disegniamo, pensiamo, progettiamo e commercializziamo direttamente».

La struttura aziendale garantisce una perfetta sinergia tra la produzione e il magazzino, con una soluzione che velocizza il processo produttivo e di montaggio, controllo e spedizione del prodotto. Dalla produzione di serie al custom, il passo è quindi breve: «Tutti i nostri avvolgibili hanno un loro progetto e un loro standard», sottolinea Tamburini. «Ma quando le dimensioni delle barche a vela salgono e superiamo gli 80, 90 e anche 100 piedi e oltre, gli oggetti che si producono si contano ovviamente sulle punte delle dita di una mano, e per questo sono customizzabili al punto che vengono proprio costruiti per l’esigenza del cliente. Quindi, inevitabilmente, alcuni oggetti diventano unici nelle loro funzionalità, perché siamo in grado di costruirli e abbiamo le competenze e i macchinari per farlo, oltre che le capacità tecniche, fisiche ed economiche».

Il segreto sta in quella che Francesco Tamburini definisce una “doppia velocità“: «Il cliente del 30 piedi che compra il suo piccolo avvolgifiocco manuale sa che sta acquistando un oggetto estremamente robusto e durevole, ma ciò che non sa è che quell’oggetto nasce dalle stesse macchine che costruiscono degli oggetti per i super yacht. Questo intendo quando parlo di capacità tecniche, fisiche ed economiche». In Bamar, poi, la cura del dettaglio è in ogni componente, anche nei particolari più banali che sono costruiti dal pieno, il che non è affatto scontato: «In molti usano altri metodi come la fusione o lo stampo in plastica, ma questa è la nostra firma: creiamo un oggetto praticamente eterno».

Il prodotto di punta di Bamar è l’intera gamma degli avvolgifiocco manuali, che sono di larghissimo consumo. «I best seller in gamma sono senz’altro gli avvolgifiocchi elettrici Sfera: sono componenti flangiate sul piano di coperta e godono di un autoallineamento dettato da un fulcro sferico di acciaio, che lavora su una femmina sferica e da cui parte l’avvolgitore. Il motore è sospeso al di sotto di questa sfera e trasmette la rotazione ai profili. È basso sul filo di coperta e rende stagna la prua, cosa ormai necessaria sulle barche moderne. Siamo solo in due aziende al mondo a produrre oggetti di questo tipo, e possiamo ben dire che i nostri hanno qualcosa in più». E cosa è questo qualcosa in più? «Facciamo solo quello che i clienti si aspettano, ovvero che l’oggetto duri nel tempo e che lavori con un surplus: all’aumentare delle prestazioni delle imbarcazioni, anche i nostri prodotti devono avere le performance attese. Non posso pensare di costruire un oggetto che lavori all’80-90% delle sue prestazioni. Bamar realizza le componenti pensando che queste lavorino alla metà della loro possibilità per avere comunque un maggiore margine quando ci sarà bisogno di un extra, e gli armatori e i capitani sanno di poterci contare. Siamo insomma un’azienda che guarda alle prestazioni, ma con un’assistenza sempre pronta a intervenire in ogni capo del mondo».

Non a caso, la geolocalizzazione della rete Bamar mostra una schermata che copre interamente il territorio italiano e che si estende, attraverso punti di vendita e assistenza strategici, in tutto il mondo. Un servizio a 360 gradi che parte dalla semplice richiesta del cliente per concludere con il prodotto finito, che tocca tutte le necessità delle vele e dei suoi apparati. Bamar è insomma la garanzia reale di quel made in Italy fatto di esperienze e competenze che, ancora una volta, si esprime nella nautica come in pochi altri settori.

Redazione

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