Lasciamo agli attuariali, statistici e commercialisti la “ rivalutazione “ di 170 milioni di lire del ’95 ad oggi ( circa 130mila euro ) da cui dovremmo detrarre ventiquattro anni di pieno utilizzo ( tre settimane di noleggio in media/alta stagione per un 12 metri sono circa 8mila euro all’anno quindi per 24 anni sono oltre 190mila euro ) per fare i pignoli, a spanne e con il calcolo nasometrico chi può comprare una barca a vela nuova e la conserva bene fa un affare. Nell’usato si inseriscono infinite variabili che vanno attentamente considerate .
Ecco perché l’acquisto di una barca a vela usata è un momento delicato che pochi, anzi direi pochissimi, sanno affrontare con la dovuta competenza. Chi si aspettasse di trovare subito l’affare è un illuso, soprattutto se è un neofita, poiché l’emotività di entrare subito in possesso della materializzazione dei propri desideri non gli consente una razionale e attenta analisi delle caratteristiche della barca.
Prima però bisogna stabilire il budget di spesa e, dentro questo limite, segretamente custodito nella propria mente, non si dovrà sottovalutare le possibili offerte del mercato poiché, per ogni fascia di prezzo, c’è sicuramente la barca a vela usata giusta, quella che può ospitare adeguatamente quattro o più persone, con un wc separato e lo spazio per prendere il sole in coperta o per ripararsi dal freddo nella dinette.
Le caratteristiche della barca dipendono dal tipo di utilizzo che se ne vuole fare: crociera, regata, escursione vicino alla costa o altura oceanica? Ecco che per fare quattro bordi in famiglia non serviranno invelature tirate o sartie volanti nè, tanto meno, ci si dovrà accontentare d’interni spartani, alleggeriti da ogni superfluo appesantimento.
Anche se talune caratteristiche sono diventate ormai irrinunciabili, come l’altezza in cabina e il bagno in locale separato, non è detto che, per solcare il mare tranquillamente, occorra sempre il mitico venti metri; si può navigare su tutti i mari del mondo anche con barche ben sotto i dieci metri: ce lo testimoniano i regatanti oceanici della Mini Transat o il navigatore Guzzwell, che ha percorso tutto il globo con uno yawl di soli sei metri e mezzo.
Fatta questa premessa, si può finalmente incominciare la ricerca attraverso le numerosissime inserzioni del web che hanno in gran parte sostituito le riviste specializzate; ma conviene trattare in prima persona o è più opportuno avvalersi di un intermediario? Ci si può fidare delle agenzie di brokeraggio? Qui vale la stessa risposta che viene data per la scelta del medico, per l’avvocato o per il commercialista. I brokers, professionalmente seri, e vi assicuro che in giro per l’Italia ne conosco più di uno, assistono con competenza il cliente in ogni fase dell’acquisto: dettagliano tutte le caratteristiche e senza riserve evidenziano sia i pregi sia i difetti che concorrono a giustificare il prezzo, poi vi accompagnano a visitare l’imbarcazione, ovunque ormeggiata e, se lo richiedete, fanno intervenire ben volentieri un perito durante l’irrinunciabile esame fuori dall’acqua della carena.
Esperiti i controlli e le prove, versata la caparra e concluso il contratto, resta ancora una piacevole formalità, un atto di premurosa solidarietà fra gente di mare e soprattutto di rispetto verso Lei, la nuova amante, la barca tutta vostra. E’ una consuetudine non scritta da nessuna parte che vuole che i due armatori, subentrante e uscente, trascorrano una giornata in mare assieme a Lei. Sarà questo il dolce distacco dal compagno di tante avventure e un delicato approccio per chi dovrà con Lei convivere il futuro. Ogni barca ha un prezzo ma tutte possiedono anche … un’anima.
Buon vento.
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