L’allarme è scattato alle 16 dello scorso giovedì pomeriggio, quando l’imbarcazione a vela Jedi 1 ha lanciato un messaggio di soccorso mentre si trovava a circa 800 miglia da Capo Leeuwin, la parte più meridionale dell’Australia. Per cause ancora da chiarire, l’imbarcazione ha disalberato nel mezzo dell’oceano Indiano mentre era impegnata in una traversata dal Sud Africa alla Nuova Zelanda.
Da quel momento è iniziata una poderosa operazione di recupero dei tre velisti che si trovavano a bordo dell’imbarcazione, resa complessa e difficile, oltre che dalle condizioni meteo, anche dalla grande distanza dalla costa in cui si è verificato l’incidente.
L’Autorità per la Sicurezza Marittima Australiana – AMSA – ha avviato le procedure di soccorso facendo partire da Perth un ricognitore che venerdì mattina ha avvistato i naufraghi. Da quel momento si è deciso di dirottare sul punto una nave militare australiana, la HMAS Parramatta, una fregata della Royal Australian Navy che ha raggiunto i tre naufraghi lo scorso sabato 18 marzo alle nove di sera.
Come spesso accade in questi frangenti, è proprio nel momento della presa di contatto fra la nave e l’imbarcazione che l’operazione di soccorso entra nella fase più critica. Un accosto si è subito dimostrato impossibile, quindi il comandate della nave, Simon Howard, ha deciso di far decollare l’elicottero e procedere al recupero delle tre persone a bordo tratte tutte in salvo.
“E’ stata un’operazione condotta molto professionalmente, in condizioni estremamente impegnative”, ha dichiarato il comandante della HMAS Parramatta.
I tre naufraghi sono stati recuperati in condizioni discrete di salute e ieri sono stati sbarcati ad Albany, una cittadina portuale a circa 400 chilometri da Perth, in Australia meridionale.
Come dicevamo per il momento non sono state rese note le cause del naufragio, ma viste le generali cattive condizioni in cui è stata trovata la barca a vela, è possibile che il disalberamento sia avvenuto nel corso di una violenta tempesta.
Quella di sabato scorso è la seconda operazione di soccorso in oceano aperto condotta dall’ AMSA nel giro di due settimane. Circa 15 giorni fa infatti, un’altra barca a vela che aveva subito gravi danni al timone era stata soccorsa con il recupero del suo equipaggio.