Barcolana 50 di nome e di fatto

E’ stata varata in tutti i sensi “ Barcolana 50 “.

La regata più affollata del mondo che prenderà il via il 14 ottobre 2018 alle ore 10.30 festeggia il mezzo secolo e per questa occasione ha dato il nome a una imbarcazione tipica dell’Alto Adriatico.

Si tratta di una “passera“, con un armamento spinto per cui le si addice la definizione più moderna di  “day cruiser“, cioè l’evoluzione della classicità costruttiva, tutta in legno, con un piano velico molto generoso più simile a un J 70.

Il progettista di “Barcolana 50” è Federico Lenardon, ultimo allievo di Carlo Sciarrelli, il mitico designer di imbarcazioni classiche, scomparso nel 2006, che ha lasciato un patrimonio navigante di piccoli e grandi yachts che portano con orgoglio il suo nome.

Una di queste è appunto Janèga, una passera lussignana (ndr. Cioè tipica barca dei pescatori dell’isola di Lussino) che si ispiravano alle lance di servizio dei velieri della fine del settecento e del primo ottocento. A firma di Sciarrelli ci sono altre passere simili a Janèga che sono state costruite a Trieste o a Monfalcone, ma anche a Pirano in Istria o nell’isola di Lussino.

Sui modelli base ci sono state spesso delle interpretazioni diverse che hanno generato delle passere cabinate con lunghezze variabili dai 5 ai 9 metri e più. Personalmente ritengo un abuso di titolo qualora lo scafo della passera esca dal limite minimo di 5 e da quello massimo di 7 metri.

Janéga, la passera di Sciarelli

Tutte le imbarcazioni che si fregiano di questo nome debbono però essere costruite rigorosamente in legno con le ordinate in rovere oppure, come è stato scelto per “Barcolana 50“ in pregiato legno di cedro.

Non posso dimenticare i duelli che avvenivano durante le regate della Barcolana tra il “Nibbio” e l’ “Urania”, due classiche passere che hanno animato per molti anni le cronache e le chiacchiere in banchina del dopo regata.

Ogni anno, in quella che era nata come Coppa d’Autunno, e che vede in acqua oltre duemila vele, si svolgono infinite subregate,  poiché non mancano le sfide tra i vicini d’ormeggio, oppure gli ingaggi tra le barche di serie che appartengono allo stesso modello e infine tra vecchi amici che diventano “nemici per un giorno”.

Mitja Gialuz, il presidente dell’impronunciabile SVBG ( Società Velica di Barcola e Grignano ) che organizza la Barcolana, prima del varo ha auspicato che, sullo stesso modello della passera disegnata da Federico Lenardon si possa avviare lo sviluppo di una classe monotipo o quanto meno si estenda ancor più la partecipazione di queste piccole e tipiche imbarcazioni a vela, poiché ha sottolineato Gialuz “queste sono le vere protagoniste della kermesse che da mezzo secolo affolla il golfo di Trieste nella seconda domenica di ottobre“.

Barcolana 50, cioè la barca che è stata appena varata, è già diventata una icona per le caratteristiche che la distinguono da molti altri natanti: nelle essenze naturali che compongono la struttura di questa barca è stato inserito un ecologico motore elettrico e la deriva mobile renderà più fruibile le navigazioni che potranno essere estremamente costiere oppure lagunari.

Un ulteriore e ultimo auspicio per questo importante evento mondiale consiste nel suggerire a mamma Rai, che segue in diretta tutta la regata, di desistere dal solito primo piano dei due o tre maxi yachts che si disputano la prima posizione e di dedicare le riprese alla vivacità degli altri duemila.

Partecipanti, passere comprese. Buon vento

Gennaro Coretti

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