Bimbi a bordo : i piccoli si adattano più facilmente degli adulti, anche in mezzo al mare
Sì, perché i piccoli hanno una capacità di adattamento superiore rispetto agli adulti, che spesso faticano a rinunciare a vizi e sfizi della vita di terra, mentre la vita in mezzo al mare richiede un po’ di flessibilità, collaborazione e spirito di sacrificio.
Insomma, navigare con un bimbo, in particolare con un neonato, è molto più semplice di quanto si possa pensare. Semmai sono mamma e papà a fare i capricci se manca l’acqua calda nel doccino o la barca “dondola” troppo per i loro stomachi.
Ecco allora qualche consiglio per rendere sicura, divertente e anche istruttiva la permanenza a bordo dei vostri bimbi.
Come in tutte le cose, vale la via di mezzo: attrezzare la barca in modo che sia “baby-friendly” significa trasportare il necessario quotidiano, ovvero scorte di latte, pappe, pannolini, mangia-pannolini, farmaci di uso comune contro possibile febbre (la Tachipirina), ma anche un inverter o un generatore per ricaricare i vari accessori elettrici, come gli scalda-biberon, senza essere costretti a fermarsi ogni due per tre nei marina che s’incontrano lungo la rotta.
A proposito di rotta: sceglietene una non particolarmente lunga e impegnativa, prevedendo alcune soste durante il viaggio, per non abusare della sua resistenza. E’ pur sempre un bambino, ricordatevelo.
Oltre alle solite raccomandazioni, piuttosto ovvie, di non lasciarlo esposto al sole, soprattutto nelle ore più calde, e di mettergli un cappellino e la crema protettiva, tenete il piccolo nel pozzetto durante la navigazione: è l’area più sicura da cui il bebè può vedere tutto, senza doverlo rintanare al chiuso.
Sottocoperta, invece, create una sorta di cuccetta con dei cuscini che proteggano il seggiolino (l’ovetto del passeggino è l’ideale), da collocare preferibilmente al centro dell’imbarcazione, punto in cui le oscillazioni si sentono di meno.
Per la notte procuratevi un lettino da campeggio, pieghevole e facile da portare ovunque. Se la master cabin è abbastanza spaziosa, approntatelo accanto al letto, oppure nella dinette, però mai accanto alla mobilia spigolosa.
Fin dalla partenza, insegnategli che sulla barca è assolutamente vietato correre: basta poco per scivolare e finire in acqua (è importante che indossi il giubbotto di salvataggio) o andare a sbattere la faccia contro il tientibene, la battagliola o qualsiasi altro accessorio in acciaio.
Evitate di fare scalo nei porti solo per consentire al bambino di sgranchirsi un po’ le gambe: il molo è uno dei luoghi più insidiosi per i più piccoli. Molto meglio se ormeggiate in una rada poco affollata di imbarcazioni, dove invogliarlo a fare il bagno insieme a voi o, se è più grandicello, a esplorare il fondale con la maschera e il boccaglio. Andare in barca, infatti, significa anche stimolare vostro figlio alla scoperta dell’habitat marino e al rispetto dello stesso.
Nell’età compresa fra i 6 e i 13 anni, il bambino è già più indipendente e pienamente consapevole, pertanto a bordo l’interazione con il genitore deve essere divertente ma anche costruttiva. Ecco perché è importante fargli da Cicerone durante la crociera, spiegandogli le funzioni della barca e tutto ciò che ruota attorno al mondo della navigazione, come la pesca a bordo o facendo qualche semplice immersione.
Insomma, portare i bambini in barca è un’esperienza bellissima sia per loro sia per i genitori, a patto che questi ultimi abbandonino alcuni pregiudizi sulla vita di bordo e seguano poche regole ma efficaci. Che poi, se ci pensate bene, molte di esse valgono anche per gli adulti. Del resto, quando andiam per mare, siamo felici come bambini!
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