Blue economy e charter in europa, un interessante approfondimento durante il salone di Dusseldorf

Il salone di Dusseldorf non è solo un’esposizione, ma è anche un’importante occasione di incontro per gli addetti ai lavori. L’International Breakfast Meeting, organizzato da EBI (European Boating Industry) è un importante evento che si tiene tutti gli anni al Boot ed ha proprio lo scopo di sviluppare alcune tra le più importanti tematiche con cui, anno per anno, l’industria della nautica si confronta.

Quest’anno, durante l’evento, si è discusso di blue economy, charter e dei suoi futuri sviluppi; noi non potevamo di certo perdere l’interessante occasione di approfondimento.

Piero Formenti presidenti di EBI

A fare gli onori di casa, dando il benvenuto ai partecipanti, è Piero Formenti, presidente di EBI e vicepresidente di UCINA. Durante il suo intervento, ha sottolineato l’importanza e il coinvolgimento dell’associazione che rappresenta verso i temi trattati e ha, anche, presentato gli attori coinvolti nel dibattito.

Felix Leinemann, a capo della DG MARE, l’unità che elabora e attua le politiche della commissione Europea in materia di affari marittimi e pesca, ha fornito degli interessanti dati statistici durante il suo intervento.

La blue economy in UE è l’economia che è cresciuta di più negli ultimi 5 anni, ad ora ci sono 6 milioni di barche per il diporto, mentre sono 36 milioni  le persone coinvolte in attività ricreative sul mare. Questa particolare economia offre a 5,4 milioni di persone opportunità di lavoro, per un indotto lordo di quasi 6.000.000 miliardi di Euro.  Questi numeri secondo Felix Leinemann sono destinati a raddoppiare entro il 2030. Segno che i nostri mari oltre ad essere un patrimonio da tutelare e rispettare, possono anche essere una vera opportunità.

Il piano strategico per uno sviluppo sostenibile dell’economia blue in Europa si chiama Blue growth , è anche un datatabase ed una piattaforma di investimento che contiene tutti i dati che la commissione rileva e rende pubblici per aiutare, supportare e salvaguardare la crescita . E’ in costante aggiornamento, uno strumento molto utile ed interessante.

Il referente della commissione spiega anche alcuni gli obbiettivi che la sua unità vuole perseguire e che, aggiungerei, ci  toccano da vicino.

Stanno affrontando temi come le regole di sicurezza e le licenze degli skipper che sono notoriamente regolamentate in modo non univoco all’interno della comunità, creando non pochi problemi. Se per quanto riguarda la sicurezza sulle imbarcazioni si lavora verso l’unificazione delle normative, per il tema degli skipper la soluzione potrebbe essere l’istituzione di un curriculum unico Europeo.

Un altro problema che la commissione sta affrontando è quello dello smaltimento delle imbarcazioni. Ogni anno in Europa vengono dismesse 80.000 imbarcazioni, ma, per ora, solo 2.000 di queste vengono riciclate. Un dato preoccupante se si pensa che i numeri sono in costante crescita e le imbarcazioni sono per lo più costruite in materiali difficilmente recuperabili, la risoluzione del problema sarà una vera sfida nei prossimi anni.

Il mercato del charter comprende il 30% della blue economy. Le cinque maggiori compagnie,  controllano da sole l’80% del business. Numeri impressionanti se pensiamo all’indotto dell’economia e, anche questi, in costante crescita.

Questi numeri hanno registrato un netto aumento negli anni della crisi, poiché gli armatori in difficoltà economica, non potendosi permettere l’acquisto o il mantenimento di un’imbarcazione, per non rinunciare alle vacanze in barca, hanno iniziato a rivolgersi ai charter. In aggiunta le generazioni più giovani si rivolgono sempre di più al servizio di locazione, la facilità con cui si può accedere ad un noleggio tramite i nuovi strumenti tecnologici e la loro scarsa propensione a impegnarsi con un investimento a lungo termine, sono tra i motivi del successo.

Le richieste sono aumentate e di conseguenza anche le offerte. I prezzi, in questo processo si sono abbasti e così il mercato del noleggio fiorisce sempre di più. I cantieri, dalla loro parte, non sono rimasti “sordi” di fronte alla nuova esigenza, si sono adattati e ne hanno fatto un’opportunità.

Lo capiamo dalle slide di Josie Tucci, di Moorings and Sunsail una delle più grandi compagnie di charter al mondo, mostrano come i costruttori abbiano integrato nei loro modelli alcune specifiche particolarmente richieste dalle grandi compagnie di noleggio, cosa che prima difficilmente avveniva.

Il processo del charter facilità l’accesso alle imbarcazioni, ne fa un bene ad uso e consumo di massa ed è spesso anche la prima esperienza in mare. Dal mio punto di vista e soprattuto parlando di imbarcazionizioni a vela, questo fa si che tutti si abituino sempre di più a barche molto confortevoli e facili da usare. Questo porta a creare anche un gran numero di nuovi e futuri armatori che riceranno le caratteristiche sopra citate nelle imbarcazioni che sceglieranno, influenzando quindi le scelte di costruttori e accessoristi. Certamente un bene per l’economia del settore, ci sono più utilizzatori e più vendite. Un pò meno bene se guardiamo all’aspetto della salvaguardia dell’ambiente e dell’antico spirito marinaresco, il consumo di massa deve essere responsabile e consapevole. Sono emblematiche le parole che sentiamo in chiusura da David Irvine di Enaviga: “Il più grande competitor per i charter è probabilmente il Club Med.”

Marco Pinetto

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