Nel segmento degli yachts a motore, almeno fino a qualche anno fa, esistevano sostanzialmente due correnti di pensiero.
La prima è quella che vede il design al centro di progetti che nascono, vivono ed esauriscono il loro ciclo sotto il segno della bellezza. Sono yachts in grado di farci battere forte il cuore ma che, purtroppo, pagano spesso lo scotto di qualche “mancanza” sotto il punto di vista della fruizione in mare.
La seconda corrente di pensiero è quella che vede lo spazio e la funzionalità al centro di realizzazioni che, quasi sempre, sono in grado di regalarci indimenticabili momenti di vita a bordo ma che, aimè, quando vengono osservate dalla banchina, non è che riescano proprio a colpirci per bellezza.
Nascono cosi gli ” sport utility yachts” destinati, da quel preciso istante, a cambiare le regole del mercato.
Uno yacht dove forma e funzione non solo non si ostacolano ma, magistralmente, riescono a fondersi perfettamente regalando scorci di vita a bordo semplicemente impensabili per qualsiasi altra imbarcazione.
Lo si capisce subito, appena saliti a bordo. Basta uno sguardo a quella plancia di poppa che, da sola, è già in grado di far comprendere quanto contatto con il mare questo yacht consenta. All’ancora la beach area affonda per una sua porzione, da un lato svelando una vera e propria scala di discesa a mare, dall’altro lasciando emersa, quindi asciutta, più della metà della sua considerevole superficie.
All’interno di questo perimetro trovano spazio quelli che sostanzialmente sono due salotti multifunzionali, uno completamente coperto dal T-Top e l’altro, posizionato più a poppa e destinato ai bagni di sole, coperto da un telo ombreggiante.
Percorrendo i passavanti si giunge alla prua, altro capolavoro di design. Qui Luca Santella ha realizzato un vero e proprio ponte portoghese che, con queste dimensioni, è normalmente presente solo sui superyachts.
Ed invece, sfruttando la tuga a pruavia della pilot house, qui troviamo un grande prendisole che, declinando fino a diventare un divano, si contrappone all’area living realizzata sul perimetro della prua.
Un ambiente multifunzionale che, alla semplice pressione di un bottone, può passare dall’essere un terzo salotto al luogo dove rilassarsi all’ombra del telo ombreggiante di prua.
Le vetrate inclinate controvento liberano spazio prezioso sulla tuga e, contemporaneamente, donano allo yacht un’estetica aggressiva, concreta, che trasmette inconfutabilmente la sensazione di poter affrontare qualsiasi condizione meteomarina.
Sempre da questo elemento centrale, trae origine il T-Top che, ancora una volta inaspettatamente, occulta il quarto spazio dedicato ai bagni di sole di questo yacht.
Vi si accede dalle due scalette poppiere che, salendo sul “fly”, si trasformano anche in tientibene e delimitano quella che sarà sicuramente l’area prendisole più gettonata di tutta l’imbarcazione.
Appena scesi colpisce il contrasto fra l’arredamento, realizzato in bianco lucido ed il pagliolato in legno naturale, posato a doghe larghe. E’ una combinazione che illumina l’ambiente e riesce ad estenderne i confini ben oltre i limiti fisici dello stesso.
Sulla sinistra una cucina lineare di impareggiabile bellezza delimita la lunghezza della dinette contrapponendosi ad un divano ad U che ospita il tavolo da pranzo.
Ma la vera regina del ponte inferiore è la Master cabin che, realizzata per baglio, sfrutta tutti i cinque metri di larghezza per creare un ambiente di rara bellezza dove la luce, riflessa e mai diretta, gioca a creare ambientazioni lussuose e raffinate che vengono esaltate dai molti accorgimenti raffinati, visibili in tutta la cabina.
Come i due cassettoni rivestiti di pelle grigio chiara che, deliziosi, da un lato aumentano la capacità di stivaggio, dall’altro danno alla murata di dritta la capacità di far entrare preziosa luce naturale.
Come quel “box doccia” che, semplicemente perfetto, riesce contemporaneamente ad essere enorme ed invisibile, prezioso e riflettente.
Come del resto tutto su questo yacht che non solo non lascia nulla al caso ma porta, finalmente, una vera ventata di innovazione in un settore che ne ha davvero bisogno.
La mente che ha ideato queste due grandi innovazioni è la stessa, quella di Luca Santella.
Scendo dal Bluegame 62 e mi giro a dare un’ultima occhiata alla pilot house e a quel parabrezza inclinato controvento e, per un secondo, maledico il salone a secco più grande del mondo, perché barche così, dovrebbero essere provate in mare, il loro elemento naturale.
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