Boot 2020: guida semiseria al salone

Boot 2020, la guida semiseria al salone nautico più grande d’Europa

Come usano dire i più raffinati miei colleghi : “ fonti bene informate “ riferiscono che nella prossima edizione del salone nautico di Dusseldorf si ripeterà il notevole afflusso di visitatori italiani .

Il “Boot” – così si chiama la più grande rassegna nautica dì Europa- inizierà sabato 18 e si concluderà domenica 26 gennaio 2020  distante dall’ Italia centinaia di chilometri , ma capace  ugualmente di attrarre un gran numero di appassionati che affronteranno anche quest’anno questa  trasferta poiché ormai si è diffusa  la certezza che, lassù in fondo alla Germania , troveranno tutto ciò che viene bagnato dall’acqua .

Lo scorso anno, per citare un esempio di stravaganti incontri,  ricordo  d’essermi incantato, per almeno mezz’ora che non è affatto poco, a osservare un signore , già avanti con gli anni , che si dedicava a riparare il fasciame di una vecchia “signora del mare”   dentro il salone nautico .

Sottolineo il “ dentro “ poiché questa è la  grande peculiarità del Boot 2020: in gennaio, mentre fuori un manto di neve copre tutto il paesaggio , dopo che tu hai affidato il cappotto e il cappello al guardaroba, puoi girare liberamente in tutti i padiglioni riscaldati , anche in maniche di camicia,  ad ammirare comodamente la barchetta, il superyacht o a prenotare la vacanza in charter ai Caraibi .

Mi dimenticavo di segnalare  gli ampi spazi  dedicati  alla pesca, ai  windsurf , alle canoe e alle specialità subacquee dove, se vuoi e te la senti, puoi immergerti in una piscina per testare  l’ attrezzatura prima di acquistarla.

L’afflusso di visitatori italiani è inoltre favorito dai numerosi collegamenti aerei, anche low cost, che decollano da molti aeroporti distribuiti su tutta la nostra Penisola. E quindi che ci vuole ? Puoi avere inoltre  la fortuna o l’accortezza , se sei stato tempestivo, di beccare i voli di andata e ritorno per circa cento euro ; facciamo duecento se non vuoi rischiare musi lunghi in famiglia  o rappresaglie contro l’altra “ lei “ che ti attende in bella mostra a Dusseldorf .

Non fraintendetemi mi riferivo esclusivamente alla barca sognata da lui .

Però il compromesso lo si trova con molta facilità, poichè dopo aver visitato lo stand o gli stand dei  “di lui “ sogni  , ci si avvia  all’immenso padiglione dove anche lei potrà concretizzare le sue voglie : non mancano le offerte di caldi pullover di cashmere, eleganti giacchini trapunti per le passeggiate invernali in città, in montagna oltre che al mare. In somma a Dusseldorf, nella fiera dedicata soprattutto alle barche ci sono tantissimi capi di abbigliamento interessanti .

La nautica è soprattutto un’emozione e la vela, in particolare,  rappresenta la passione per cui, non solo nelle campagne di marketing di centinaia di prodotti, ma nella vita quotidiana, se ponete attenzione,  per uno solo che va effettivamente in barca ce ne sono altri novantanove  che si vestono da barca e quindi diventano  trendy .

Non sarà necessario trattenersi a Dusseldorf  una settimana intera  , ma nei due o tre giorni di necessaria permanenza non potranno  mancare le celebrazioni di  due liturgie fondamentali, da compiere  in questo angolo della Germania: gustare uno stinco arrosto, innaffiato  dalla birra artigianale dentro una birreria ancora oggi arredata esattamente come fu realizzata duecento  anni fa .

E infine, per concludere degnamente  la serata e, se non altro, per digerire meglio la cena,  due bicchierini ( a testa ) dell’amaro tipico di questa sponda del Reno : il Killepitsch,  liquore alle erbe che nel 2002 ha ottenuto a Chicago, nella propria categoria, il riconoscimento di “Best Spirit”.

La storia di questo liquore risale alla seconda guerra mondiale, quando il suo inventore, bevendo con i suoi amici in un rifugio antibomba durante i raid aerei su Düsseldorf, giurò che, se fosse sopravvissuto alla guerra, avrebbe ideato e creato una bevanda alcolica che avrebbe portato il nome di “rifugio”. Così fece utilizzando alcool, zucchero, erbe e radici, creò una bevanda agrodolce che iniziò a vendere nel 1955 nel locale “Et Kabüffke“, nel centro storico della città in Flinger Straße 1 (dove l’ho acquistato io per portarmelo a casa, visto che ero venuto in macchina ).

Il Killepitsch è ottimo se viene servito ghiacciato, ma mi hanno detto che può anche essere utilizzato come ingrediente per cocktails.

Non importa che voi  siate velisti, motonauti , subacquei oppure pescatori sportivi, se verrete a Dusseldorf ci vedremo sicuramente al mattino nei 220.000 metri quadrati del Boot 2020 ma alla sera , forse ( perchè i posti sono limitati e bisogna prenotare), ci incontreremo  da Schumacher per tanta  birra e uno stinco.

Buon vento

Link al sito del Boot 2020

Gennaro Coretti

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