Cronaca di un disastro annunciato, cancellato il Boot di Dusseldorf

Cancellato il Boot di Dusseldorf.

Era evidente e prevedibile. Tanto che ci aveva molto stupito la leggerezza con cui, solo poche settimane fa, l’ente fiera aveva confermato lo svolgimento dell’evento. Una decisione che ci aveva visto esprimere tutto il nostro dissenso e che, notizia appena pubblicata sul quotidiano tedesco Rheinische Post, viene ineluttabilmente controvertita dal governo tedesco che, com’era logico prevedere, vieta lo svolgimento degli eventi fieristici.

Il ministero della salute tedesca ha infatti modificato un’ordinanza disponendo che le grandi fiere, ovvero quelle che prevedono più di 750 partecipanti al giorno, vengano cancellate fino alla fine del mese di gennaio.

La motivazione di tale decisione viene ricondotta all’incredibile diffusione della variante Omicron che, secondo le previsioni degli esperti tedeschi, subirà un picco proprio durante il primo mese dell’anno nuovo.

È con il cuore in pezzi che cancelliamo la fiera ha dichiarato il direttore del Boot Wolfram N. Dienerci inchiniamo alla protezione della salute e vediamo l’annullamento come un dovere civico.

Accolgo con favore il fatto che lo stato abbia concretizzato in alcuni punti l’ordinanza sulla protezione dal Coronavirus – ha dichiarato il Sindaco Stephan Keller, pur ammettendo come sia certamente deplorevole che anche il Boot ora cada sotto il divieto – Tuttavia, avevo già concordato in anticipo con la direzione della Messe Düsseldorf come sarebbe stato meglio non correre alcun rischio ingiustificato e annullare l’evento, in caso si fosse reso necessario.

Cancellato il Boot di Dusseldorf, le prime barche erano già arrivate

E proprio mentre una grande quantità di espositori annunciavano la loro assenza altri, forse dando fede alle dichiarazioni dell’ente fiera, avevano già spedito imbarcazioni ed accessori alla volta di Dusseldorf. Una discreta quantità di yachts e superyachts erano quindi già arrivati e, accolti dalle potenti braccia di “Big Willy”, sono stati scaricati ed indirizzati ai padiglioni di compentenza.

Un dispendio di energie ed uno sforzo economico che poteva certamente essere evitato, se solo l’ente fiera fosse stato più lungimirante ed avesse ascoltato le molte “pressioni” che da molte parti arrivavano in tal senso.

Ma ora il più grande salone indoor del mondo, uno dei più importanti d’Europa, per il secondo anno consecutivo chiude i battenti e lascia a casa spettatori ed espositori che avevano già pagato.

Un consiglio spassionato? Considerare di spostare l’evento in una data che non coincida con quella in cui, in tutto il mondo, ciclicamente, si verificano i picchi di contagio. D’altro canto questa pandemia, lo sanno tutti, non ci abbandonerà ancora per molto tempo e adattarsi a conviverci è l’unica possibile soluzione.

Ora attendiamo le comunicazioni ufficiali dall’ente fiera, con le quali aggiorneremo questo articolo.

Luca d'ambrosio

Direttore responsabile, tester e giornalista. Comincia a navigare in tenera età con il padre poi da adulto scopre la vela e le regate d'altura. Lavora da più di trent'anni in editoria e naviga continuamente, soprattutto a bordo della barca della redazione, una vecchia signora dei mari che ha ristrutturato completamente e che svolge egregiamente la funzione di "laboratorio mobile" per The International Yachting Media.

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