L’imprevisto che plasmò Cannes

A metà del Novecento Nicolas Bouver scriveva: “In viaggio la cosa migliore è perdersi. Quando ci si smarrisce i progetti lasciano il posto alla sorpresa, ed è proprio allora che il viaggio comincia.” 

La fortuna di Cannes ha inizio da un viaggio, il viaggio di Lord Henry Brougham, un ricco politico e avvocato scozzese.

Nel 1834 Lord Brougham vive in Inghilterra con la figlia Eléonore-Louise. Una bimba malata: vie respiratorie compromesse. I medici ignorano si tratti di tubercolosi (individuata nel 1882) e consigliano al padre di portarla in Italia, sulle coste del Mediterraneo dove l’aria è più salubre.

Nell’inverno dello stesso anno la carrozza a sei cavalli con Lord Henry ed Eleonore, parte da Londra e diversi giorni dopo giunge al confine fra Francia e Italia. Ad attenderli l’imprevisto: in quel Paese dilaga il colera.

La guardia di frontiera ordina l’alt. Si potrà passare solo dopo la fine della quarantena.

La notte incombe, Lord Brougham e la figlia tornano indietro e si fermano a dormire nell’unica pensione che incrociano sulla strada: l’Auberge Pinchinat. 

“Dove siamo?” Chiede Lord Henry al maître de l’Auberge

“Siamo a Le Suquet,” risponde l’uomo infastidito dal forte accento inglese dell’altro “comune di Cannes… Un semplice villaggio di pescatori”.

Lord Henry s’innamora subito di quel “semplice villaggio di pescatori”, di quelle umili case provenzali, del cibo: la bouillabaisse in particolare, dei vini locali. Rimane affascinato dalla roccia rossa dell’Esterel, dalla distesa di aranceti, dalla luce del paesaggio. “Come sarebbe la nostra vita qui?” Pensava mentre scopriva i dintorni. “Certo un borgo impervio con un’unica baia, per giunta senza porto”. 

All’epoca, infatti, la rada di Cannes era vulnerabile alle folate di vento improvvise che giungevano da sud- sud ovest e capitava spesso che le imbarcazioni dovessero riparare a sud dell’isola di Santa Margherita. Inoltre le navi commerciali erano costrette ad utilizzare piccole imbarcazioni per effettuare carico e scarico merci.  

Per Lord Brougham i giorni passano veloci, poi i mesi e infine decide di restare nel piccolo paesino sulla collina di Cannes. Compra un terreno e fa edificare una maestosa villa rinascimentale alla quale darà il nome di sua figlia: villa Eleonore-Louise. 

La figlia muore. Un lutto asfissiante per Lord Brougham, nemmeno gli amici più cari, politici e aristocratici inglesi, riescono a placare con le loro continue visite a Suquet. Neppure il più grande amico, re Luigi Filippo, riesce a rincuorarlo.

Gli anni passano, il tempo mitiga il dolore e Lord Henry decide di dedicarsi a quello splendido luogo dove la figlia ha passato gli ultimi anni. 

Contatta la municipalità di Cannes e finanzia progetti per rendere quel piccolo borgo marinaro una cittadina dedita al commercio. Grazie ai suoi investimenti viene costruito il Port Vieux che permetterà ai paesi limitrofi, tra cui Grasse, di spedire le merci non più via terra fino al porto di Marsiglia ma direttamente via mare da Cannes.  Finanzia la costruzione della ferrovia e contribuisce alla costruzione del canale de la Siagne. 

In poco tempo la città si apre al mondo ospitando prima l’aristocrazia inglese poi quella europea. Ville sontuose e castelli iniziano a punteggiare la costa, le strade diventano più agibili, le botteghe lasciano il posto alle boutique, la bouillabaisse a “Le Plateau Royal de coquillage”.

Lord Brougham muore a novant’anni tra le mura di Villa Eleonora-Louise.

I francesi che tanto odiavano gli inglesi oggi sono grati a Lord Henry Brougham: senza di lui Cannes non sarebbe quella che è. 

Di lui restano: Villa Eleonora, la targa posta nella piccola Rue du Port e la statua in Les Allées de la Liberté. 

Sibilla Gambino

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