Capo Horn? Lo passo con un catamarano di sei metri. Un video da non perdere di Franck Cammas

Lo scorso novembre Franck Cammas, uno dei velisti più titolati al mondo, passava capo Horn a bordo di catamarano volante di 20 piedi con i foil (un Nacra 20 in carbonio). Era accompagnato dal tedesco Yohannes Wiebel, un velista amatoriale selezionato attraverso un concorso organizzato dall’azienda di occhiali sportivi Julbo.

Nessuno prima d’ora aveva attraversato Capo Horn, uno dei luoghi più remoti e pericolosi, su una barca di questo tipo. L’avventura di Franck Cammas e Yohannes Wiebel è diventata  un cortometraggio (sottotitolato in italiano) e una storia che vale la pena vedere, 10 minuti di immagini dense e suggestive che ti portano, almeno per un attimo, in quei posti mitici.

Ma chi è Franck Cammas? Francese, nato nel 1972 a Aix-en-Provence. Comincia ad andare in barca con gli optimist a Marsiglia a 10 anni.

Oggi, dopo 30 anni, è davvero difficile dire in cosa sia specialista, “ingabbiarlo” in una sola disciplina. Lui è un velista a 360°, naviga su qualsiasi barca a vela e lo fa da vincente.

In questi ultimi anni ha vinto la Volvo Ocean Race 2011/12 con il Volvo 70 Groupama 4 (20 metri di barca) e lo ha fatto alla sua prima partecipazione a questo giro del mondo. Subito dopo è tornato alle derive e ai multiscafi e si è lanciato con un catamarano lungo 5 metri, il Nacra 17, verso la campagna olimpica per Rio.

Franck Cammas, a destra, e Yohannes Wiebel

Naturalmente non ha rinunciato alle regate anche sui GC32 (catamarani con i foil) e in contemporanea è saltato a bordo del treno “Coppa America” guidando il Groupama Team France.

Lo scorso dicembre, mentre si stava allenando sui GC32, è caduto in acqua a una velocità tra i 32 e i 38 nodi. Il timone, in pratica una lama di rasoio, gli ha quasi tranciato un piede. Incidente che lo ha bloccato per mesi ed escluso dalle selezioni olimpiche. Appena rientrato dall’incidente ha partecipato alla tappa di Louis Vuitton America’s Cup World Series di New York (vincendo una prova) e subito dopo alla tappa dei GC32 a Riva del Garda salendo sul primo gradino del podio dopo aver dominato in acqua.

Insomma solo guardando cosa ha fatto negli ultimi 5 anni si capisce che siamo davanti a un fenomeno. A un velista che naviga 320 giorni all’anno, in grado di passare dalle derive ai grandi scafi senza battere ciglio. Se poi si aggiunge la vittoria nel 1997 alla Solitaire de Figaro, regata in solitario molto dura che in Francia rappresenta il palcoscenico ideale per lanciarsi nel mondo della vela oceanica. E poi il passaggio ai multiscafi: con il trimarano da 60 piedi Groupama ha vinto praticamente tutto, su Groupama 2 la Transat Jacques Vabre, sul 103 piedi Groupama 3 ha stabilito il record del Jules Verne Trophy, e lo ha mantenuto per 2 anni.

Cosa gli manca? Per un velista come lui, e per giunta francese, probabilmente la Vendee Globe. “I monoscafi e la navigazione in solitaria sono il mio passato. Perché andare lenti quando si può volare sull’acqua? Perché navigare da soli quando lo si può fare insieme ad altri campioni?”. Così aveva dichiarato Frank Cammas… anche se un pensierino per partecipare alla Vendee Globe in partenza il 6 novembre prossimo lo aveva fatto: aveva preso in considerazione la possibilità di trasformare l’ex Macif in un Open 60 con i foil. Poi è subentrato il progetto di Coppa America… Chissà archiviata la Coppa del 2017 cosa deciderà di fare?

 

 

 

 

Paola Bertelli

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