Alla scoperta di Capri, guida nautica

Capri è la Grotta Azzurra e viceversa, niente potrebbe sciogliere infatti il nodo indissolubile che a partire dall’Ottocento rende tanta celebrità a una delle località più alla moda del Mediterraneo per la nautica da diporto. Tanto è vero che l’affollamento delle imbarcazioni nella rada principale dell’isola campana è stato oggetto di aspre critiche, e perciò si sconsigliano i periodi di alta stagione per andarci. 

Partendo dall’imperatore Tiberio fino a Jaqueline Kennedy, nei tempi moderni, sono stati molti i VIP ad apprezzare le bellezze naturali di Capri: come i famosi sessantacinque Faraglioni, la stupenda Marina Grande, oppure l’Arco Naturale all’estremo oriente di Capri, da cui si gode di una vista magnifica sulla penisola di Sorrento e le isole Li Galli. 

Quando è meglio andarci in barca?

Da maggio a settembre, senz’altro per il clima favorevole. I venti tipici del periodo estivo provengono con direzione dominante da ovest oppure nord-ovest a una velocità media di 5/15 nodi. La navigazione qui è facile, adatta a principianti ed esperti. Attenzione però nelle ore pomeridiane perché a causa dei rilievi dell’isola si generano raffiche fastidiose da nord-est. Capri spunta dall’acqua tirrenica a largo dell’estremità meridionale del Golfo di Napoli opposta a Punta Campanella e guarda a sud la costiera Amalfitana. La navigazione da Capri può infatti facilmente segnare rotta verso Positano in sole undici miglia di mare, oppure verso Amalfi che ne dista invece sedici. A circondarla come dei guardiani ci sono i faraglioni, fra questi quello di Terra che si erge per 109 metri unito all’isola come lo specifica il suo nome. Il Faraglione Saetta è caratterizzato da una galleria naturale al suo interno, profonda sessanta metri, e si alza al cospetto dell’isola per 81 metri. Il Faraglione di Fuori ospita una rarità faunistica che è costituita dalla lucertola azzurra che lo abita in tutta la sua estensione verso il cielo fino a 104 metri. Un ennesimo faraglione è quello dello Scoglio del Monacone, che era abitato da una specie di foca fino agli inizi del Novecento, oggi purtroppo minacciata di estinzione.

Rada a Marina Grande

Marina Grande costituisce, come detto, la scelta primaria per ancorare in rada, purtroppo i fondali di sabbia e Posidonia non offrono una presa ottimale. Gli amanti della natura avranno cura forse di evitarla, soprattutto perché le ancore presenti così massicciamente distruggono la poca Posidonia rimanente e rovinano il fondale. Marina Grande vanta il ridosso dei venti provenienti da ovest e nord-ovest è però, lo ripetiamo, spesso è piena di imbarcazioni a livelli incredibili da farla sembrare un porto affollato. 

Marina Piccola

Una valida alternativa la rappresenta Marina Piccola (Lat 40° 32′ 42” N; Long 14° 14′ 8” E) preferendo il lato sinistro, seppur d’obbligo è l’attenzione massima alla sicurezza perché anche qui il traffico marittimo non si smorza d’estate. Questa ampia insenatura meridionale di Capri scende a mare dalle pendici del Monte Scolaro e vanta comunque un fondale generoso, profondo dai settanta metri fino ai dieci in prossimità della riva. Se cominciano a soffiare scirocco o libeccio il consiglio però è quello di salpare a nuovo verso Marina Grande. Qualora vi sentiate allettati dalle baie restanti a Capri, va considerato che il fondale roccioso è di solito molto profondo, ciò va valutato bene se non se ne escluda (meglio) definitivamente l’opzione. Chi ha il coraggio (ed è arrivato forse nel periodo migliore) ne approfitti per un tuffo invernale perché la rada è ben riparata ed offre qualche grado in più. A riva d’estate col tender si raggiunge lo stabilimento balneare prospiciente, dislocato su delle palafitte. Andando indietro nel tempo Marina Piccola era un approdo romano, poi passato in uso a umili pescatori, oggi è meta del jet-set. Adesso – a parte le mode – va ritenuto inoltre che alcune zone dell’isola sono interdette alla navigazione e che ciò va verificato bene con l’Autorità marittima. 

Porti di Capri e ormeggi

Il porto turistico di Capri (GPS 40° 33′ 27,62” nord; 14° 14′ 37,70” est) è protetto a modo da due banchine artificiali a nord dell’isola. Alloca trecento posti barca complessivi con lunghezza massima di sessanta metri. La profondità dell’ormeggio in banchina raggiunge gli otto metri. Il fondale è roccioso, in entrata o uscita dal porto la velocità consentita è di due nodi. Il porto è intensamente trafficato, e per contattarlo va preferito il Canale 71. I venti di ridosso qui provengono da E, SE, S, SW; di traversia da NE, N, NW, W.  Riprendendo la navigazione si giunge a Procida (15 miglia nautiche), Napoli (18), Sorrento (8), Ischia (17), Amalfi (20), Salerno (24), Positano (13). Quanto ai costi, notizia, quest’anno il Marina di Capri (tel. 081 8377602) entrerà in mezza stagione già dal Primo settembre, invece che alla data abituale del 16. Un’imbarcazione sui 25 metri di lunghezza, in questo periodo di agosto, vedrà un conto per l’ormeggio di circa 610 euro al giorno IVA inclusa (10 metri di lunghezza ca. 160 euro), mentre acqua ed energia non sono a forfait ma a a consumo. Se l’opzione degli ormeggi sembrasse un po’ risicata, le alternative vertono sulla costa campana a Marina di Equa; Marina di Cassano S. Agnello che dispone di ormeggi galleggianti; oppure Il Porticciolo di Marina Piccola a Sorrento; se no all’ancora in rada a Positano sempre che il clima lo permetta. 

Capri mille attrazioni

Certamente Capri non manca di negozi di lusso, locali e ristoranti. Ma visitare l’isola significa anche mettere gli occhi sulla cultura classica: Villa Tiberio che svetta dal monte omonimo, fu dimora dell’imperatore e gli scavi ne offrono una discreta visione d’insieme seppur parziale, più incantevole è forse il panorama che guarda d’un colpo l’isola di Ischia, Procida, il Golfo di Napoli e ancora verso Sorrento.

Un’altra escursione che si può affrontare è sul Monte Solaro: a seicento metri di altitudine si ottiene un’idea tutt’uno della costa. Per raggiungere la cima ci sono due opzioni: seggiovia oppure una sana camminata. La seggiovia parte però da Anacapri che merita una visita almeno per guardare la Villa San Michele rimaneggiata su di un antico convento per volere di un medico svedese. 

Grotta Azzurra

La Grotta Azzurra trova la sua notorietà negli anni Venti dell’Ottocento, ciò che colpì l’artista tedesco Kopisch, era la luce filtrante che le donava un colore blu onirico ed intenso. Ma sono tanti i nomi di personaggi più o meno famosi scolpiti nella roccia delle sue pareti. La grotta è originata da un sistema carsico, si entra passando dalla fenditura che apre allo specchio d’acqua denominato “Duomo Azzurro”. Occhio alla testa perché la porta del paradiso è alta un solo metro. Per farvi accedere il barcaiolo esperto saprà indicarvi bene come sdraiarvi in coperta, mentre sarà sua cura trascinare la barca all’interno grazie all’appiglio generato da una catena fissata alla roccia. Addentrarsi nell’esplorazione verso gli altri rami che costituiscono la grotta è un vero viaggio al centro della terra. Chi soffra di claustrofobia, e ciò non è da escludere, opterà invece per una visita onshore ai Giardini di Augusto, un parco botanico lussureggiante.

La Via Krupp, prende il nome da un industriale teutonico dell’acciaio, è un sentiero scavato nella roccia calcarea che va dal centro di Capri fino a Marina Piccola, è soggetto all’erosione rocciosa e spesso chiuso al pubblico per motivi di sicurezza. L’isola “azzurra” accoglie inoltre i visitatori nella Piazzetta, luogo diplomatico e salotto bene non privo di facce note: l’agorà è riempita di tavolini dove vale la pena sedersi e gustare uno champagne. Dicevamo navigazione sicura per Capri, sì perché il periplo non presenta secche inopportune e scogli a pelo d’acqua. Il mare è profondo e l’unica forma di pericolo, oltre quella dei fondali poco tenitori per l’ancora, è costituita piuttosto, giova ripeterlo, dal traffico marittimo intenso che inoltre smuove le acque facendole ribollire.  

Andrea G. Cammarata

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