Dopo aver visto con i miei occhi ed aver toccato con le mie mani gli scafi in costruzione, non ho esitato e mi sono autoinvitato a bordo del Catana 53 per il trasferimento che, dopo il Salone di Cannes, lo avrebbe portato ad essere esposto al Salone Nautico di Genova.
A Canet en Roussillon, cioè nel cantiere in cui fabbricano sia i Catana, in infusione di carbonio, sia i Bali, in vetroresina, ho avuto il piacere di vedere come vengono costruiti questi catamarani. Le sofisticate laminazioni vengono effettuate sotto vuoto per entrambi i marchi, questo comporta una notevole riduzione di peso, al quale i cat sono assai sensibili. Dopo aver visto tutto il processo di costruzione mi sono quindi spiegato le performances del Catana 53 durante quella “traversata” che credo meriti ora raccontare.
Un ordine preciso che ha caratterizzato e trasformato il trasferimento in una “traversata“. Infatti avevo quasi subito notato che invece di aggregarci alla flotta dell’Adria Ship – l’ importatore italiano di Catana, di Bali e di Elan – Wilfrid aveva pianificato una rotta disegnata ad hoc per l’aspirante acquirente.
Mentre l’Elan GT 5, cioè il monoscafo di 12 metri aveva deciso di costeggiare e, avevamo scoperto in seguito, si era beccato una discreta pioggia, i Bali 4.3, 4.5 e 4.1 che avevano deciso di seguire una rotta leggermente più al largo avevano avuto la peggio e s’erano imbattuti in un autentico nubifragio.
Penso sia stata una strategia commerciale astuta per: cercare più vento, attraversare il santuario dei cetacei e dimostrare che il Catana 53 sarebbe arrivato non molto dopo tutti gli altri equipaggi che navigando più accostati avevano ridotto di molte miglia il percorso. Ed è stato proprio così, anche perché uno degli altri tre catamarani aveva dovuto rifugiarsi a Imperia per salvarsi dalla tempesta in cui la visibilità non superava di pochi metri la prua.
Insieme a me erano saliti a bordo due venditori di Adria Ship che si sono alternati al timone per testare anche loro le prestazioni di questo cat. Le precipitazioni che imperversavano in tutta la zona, ma soprattutto verso terra, avevano sfiorarato appena la nostra rotta e così durante tutta la navigazione abbiamo potuto godere di venti favorevoli che per un lungo tratto mi hanno fatto scoprire le sorprendenti doti “boliniere“ di questo Catana.
Ma forse il top lo abbiamo raggiunto quando il vento, passato al traverso, si era poi disteso al lasco tant’è che, dopo che mi ero leggermente abbioccato, avevo sentito Wilfrid gridare “nineteen” e come se me lo aspettassi avevo impugnato velocemente il cellulare ed ero riuscito, dopo pochi minuti, a documentare una planata a 17.4 nodi con il vento reale di 11.5. Purtroppo mi ero perso l’exploit dei 19 nodi, ma conservo a futura memoria gli oltre 17 che non sono certo la velocità concessa a tutti i mezzi a propulsione eolica che vantano il massimo comfort a bordo.
Mi è venuto immediatamente in mente che quando su un monoscafo si sfiorano i 10 nodi, un po’ si rischia e si fa la ola, mentre sulle macchine da guerra come i trimarani oceanici che al minimo fanno 20 e sfiorano anche i 40 nodi rischi sempre, e anche non puoi permetterti di fare nemmeno la pipì; invece dopo questa riflessione, sfacciatamente, mi sono riempito un altro flut di Prosecco notando come stava perfettamente stabile il bicchiere sul tavolo a quella velocità.
Con l’accortezza di riservare sempre più spazio al peruviano-probabile-acquirente, ci siamo alternati tutti “alla guardia“ del timone e colloquiando con lo skipper ho scoperto tanti altri piccoli segreti di quella meravigliosa imbarcazione.
Era ovvio che, pesando appena 14 tonnellate e con quella grande superficie velica, capace di estendersi dai 165 mq fino ad oltre i 200 nelle andature portanti, il Catana 53 avrebbe volato ben oltre i 17 nodi, facendoci dimenticare che navigavamo con tutte le comodità che possono essere richieste e inserite in questo catamarano, simile ad una villa da 140 mq.
Come se ciò non bastasse mi era stato fatto notare che le derive, lunghe oltre tre metri avevano il profilo leggermente alare, quasi simile ai foil dei mostri da corsa, per cui durante una andatura portante, se venivano calate entrambe, avrebbero prodotto un lieve ma significativo effetto “foling“, il Catana 53 avrebbe quindi ridotto la superficie bagnata degli scafi.
Debbo confessarvi un segreto: Wilfrid lo skipper è quello che ha dormito più di tutti noi, che ci siamo alternati di guardia e al timone ma, quando siamo entrati nel Marina della Fiera di Genova, senza alcuna remora, lo abbiamo svegliato e gli abbiamo affidato la “responsabilità” dell’attracco.
Noi indossavamo le cerate e i maglioni mentre lui, puro bretone, era in calzoncini corti, maglietta e sempre scalzo, è balzato fuori si è sfregato gli occhi e ha preso il timone, alternando i due motori ha fatto la manovra talmente veloce e così bene da poter ritornare nella sua cuccetta senza interrompere veramente il sonno: una manovra quindi “da sogno”.
Overall lenght | 53′ | 16,18 m |
Beam | 28′ 38” | 8,65 m |
Draft boards up | 4′ 7” | 1,43 m |
Draft boards down | 11′ 81” | 3,6 m |
Light displacement | 14 t | 14 t |
Main sail area | 1076 sq ft | 100 m² |
Up wind sail area | 1776 sq ft | 165 m² |
Down wind sail area | 2228 sq ft | 207 m² |
Engines power | 2 x 75 hp | 2 x 75 cv |
Fresh water capacity | 211 us gal | 800 l |
Fuel capacity | 211 us gal | 800 l |
Refregerator capacity | 52,2 us gal | 160 l |
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