Coelmo DM600, test a bordo della barca laboratorio.

Dell’ installazione del Coelmo DM600, alquanto innovativa, avevamo già scritto non molto tempo fa. Il generatore è stato infatti posizionato sotto il tavolo della dinette, a poppavia dell’albero.

Umberto Manfelotto di Coelmo e Claudio Bonino Direttore di Alfa Shipyard alle prese con l’insolita installazione.

Un primo dato del test, peraltro molto interessante, è proprio riferito al comportamento in navigazione ed all’ancora del sistema che abbiamo realizzato. I pesi in questo modo sono concentrati a centro barca, sotto la linea di galleggiamento. Ne consegue un migliorato comportamento complessivo dell’imbarcazione che all’ancora è più stabile e che, in navigazione, sia a motore che a vela, ha un momento raddrizzante maggiore, in sintesi sono diminuiti sia il rollio che il beccheggio. Tanto per darvi un idea, la sensazione è quella di avere due persone in più in falchetta.

Detto ciò, dopo averci navigato parecchio, in tutte le andature, abbiamo dato vita per la prima volta al generatore.

Per avviarlo si commuta un deviatore che abbiamo installato nel pannello strumenti che serve a separare il flusso di corrente del generatore da quello della banchina. Spostiamo quindi il selettore da “banchina” a “zero” e poi lo portiamo su “generatore”. Vicino al “devio” avevamo installato anche il pannello di controllo Coelmo EOS, l’interfaccia con cui comunichiamo con il generatore.

Procediamo quindi ad alimentare il Pannello EOS e successivamente ad avviare il generatore premendo il tasto di accensione.

Il display prende vita e l’elettronica ci risponde con 4 squilli a segnalarci che è in corso il ceckup iniziale, questa è una caratteristica peculiare dell’innovativo sistema di controllo EOS. Compare quindi un rassicurante messaggio: ” Generatore: OK” e noi possiamo passare all’avviamento premendo sul tasto START.

Il display ci segnala il preriscaldamento delle candelette, un count down parte da 10 secondi e, quando arriva a zero, senza necessità di ulteriori interventi, il display ci segnala “Accensione”, il motorino di avviamento parte ed il generatore si accende senza tossicchiare nemmeno un pò.

La prima sorpresa è il rumore o, meglio, la sua assenza. Ci saremmo aspettati il classico frastuono, fra l’altro il generatore è installato in dinette, per cui a maggior ragione. Invece nulla, la cabina insonorizzata che equipaggia il generatore , limita la pressione acustica ad un massimo di 44/45 db. In pratica parliamo fra di noi senza la necessità di alzare la voce, il tutto ad un metro dal generatore…

Probabilmente anche l’installazione contribuisce all’abbattimento del rumore, il supporto su cui appoggia il tavolo della dinette è, seppur in legno, una seconda barriera al propagarsi del suono. Se fosse stato installato in un vano tecnico, come di solito succede nelle imbarcazioni a motore o a vela di ultima generazione, forse non sentiremmo proprio nulla.

Effettuiamo altre rilevazioni: nella cabina di prua, a 4 metri circa, con la porta chiusa il rumore rilevato è 32/33 db, in pratica un rumore in sottofondo. Saliamo in pozzetto e, il rumore preponderante che sentiamo, è quello dell’acqua del circuito di raffreddamento che cade in mare.

Colpiti dai livelli di insonorizzazione che questo generatore riesce ad ottenere passiamo ad analizzare i dati qualitativi di produzione di corrente.

Non abbiamo collegato ancora nulla alla rete, quindi il display non segnala alcun assorbimento mentre invece il quadro strumenti della barca segnala che siamo connessi alla 220v, segno inequivocabile di una produzione di corrente di qualità.

L’innovativa logica di gestione sviluppata da COELMO permette, in maniera automatica ed in totale sicurezza, di chiudere l’interruttore di macchina ed alimentare la linea di bordo a 220 V solo dopo aver verificato i corretti parametri elettrici e meccanici, evitando sbalzi di frequenza e tensione che potrebbero danneggiare le utenze di bordo.

Mentre il caricabatterie della barca sta già ricaricando le nostre batterie di bordo, colleghiamo una serie di carichi progressivi per verificare come reagisce il nostro Coelmo DM600.

In sequenza, cercando di simulare reali utilizzi di bordo, vengono collegati quindi alcuni carichi tra cui: il caricabatterie per il VHF portatile, il caricabatterie per il torqeedo 1003 ed infine un asciugacapelli da 1.800 W, utilizzato prima con aria fredda e successivamente con aria calda al massimo della potenza. Il display del generatore mostra un carico di circa 2,2 kW oltre a riportare i valori stabili di frequenza e tensione.

Mentre noi arriviamo, progressivamente, ad assorbire circa 4Kw, il nostro generatore continua a ronzare sommessamente senza mostrare alcun cenno di fatica.

Altra cosa degna di nota è la totale assenza di vibrazioni e, paragonando questa prestazione a quelle di altri generatori, la differenza è tangibile. Di ottima fattura sono infatti i supporti antivibranti del motore forniti da Coelmo per il montaggio.

Lasciamo quindi il nostro generatore in funzione con questi carichi per un’ora buona mentre ci dedichiamo ad altre faccende di bordo.

Certo, fa una bella differenza usare corrente a 220v per le necessità di bordo al posto di un inverter.  Non ho mai amato gli inverter, assorbono una quantità troppo elevata di corrente a 12v, i cui cavi elettrici  si scaldano parecchio. Il processo di trasformazione “12V-220V”  fra l’altro disperde una quantità di energia pazzesca e sovraccarica le batterie di bordo.

Il test è terminato, è arrivato il momento di spegnere il nostro generatore, il DM600 viene quindi arrestato con il tasto STOP, da pannello. Sul display compare il messaggio “Arresto in corso” che si alterna con la scritta “In Ventilazione”. Il sistema di gestione del generatore apre l’interruttore di macchina e disconnette la rete a 220 V, garantendo anche in questa fase, i corretti parametri elettrici di tensione e frequenza proteggendo gli apparati collegati. Il generatore avvia il processo di raffreddamento e dopo qualche minuto il DM600 si spegne senza provocare alcuna scossa o vibrazione.

 

Conclusioni

Riassumendo siamo in presenza di un ottimo prodotto, la totale assenza di vibrazioni, l’insonorizzazione e la produzione ottimale di corrente ne fanno un ottimo compagno di viaggio.

Come già detto, per utilizzare utenze a 220v, è molto più sicuro utilizzare un generatore che un inverter e, la soluzione che abbiamo trovato, rende possibile questa installazione su qualsiasi imbarcazione, a vela o a motore, in grado di accogliere le esigue dimensioni del Coelmo DM600.

Con 6 kW a bordo possiamo davvero permetterci di tutto, dall’asciugacapelli per le signore all’aria condizionata. Noi, per esempio, stiamo seriamente pensando ad una macchinetta per il caffè a cialde. Insomma un generatore come questo, anche se sei in una rada sperduta, ti fa sentire come a casa, il tutto senza pensieri, in completa sicurezza e, sopratutto, in silenzio …

Prima dell’installazione. Si noti la posizione in cui viene ancorato il generatore
La dinette ad installazione ultimata, il generatore è scomparso

Ma il nostro test non termina qui. Il Coelmo DM600 sarà sottoposto ad utilizzo continuo durante una crociera di diverse settimane. Effettueremo autonomamente un primo tagliando a 20 ore di moto e verificheremo quindi altre due caratteristiche molto importanti, l’affidabilità e la semplicità di manutenzione.

 

Dati tecnici del Coelmo DM600

Modello: Coelmo DM600
Potenza: 6 Kw
Fase: Monofase
Fattore di Potenza: 1
Tensione: 230 V
Frequenza: 50 Hz
Avviamento: Elettrico [kVA]
Consumo carburante: 1,6 l/h al 50% del carico – 2.70 l/h max
Rumorosità: 54 dB(A) a 7 metri
Raffreddamento Con scambiatore
Cilindrata 479
Cilindri 2
Giri/min 3000
Lunghezza 650 mm
Larghezza 480 mm
Altezza 530 mm
Peso 128 Kg

 

 

Luca D'Ambrosio

Direttore responsabile, tester e giornalista. Comincia a navigare in tenera età con il padre poi da adulto scopre la vela e le regate d'altura. Lavora da più di trent'anni in editoria e naviga continuamente, soprattutto a bordo della barca della redazione, una vecchia signora dei mari che ha ristrutturato completamente e che svolge egregiamente la funzione di "laboratorio mobile" per The International Yachting Media.

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