Lo scarroccio è lo spostamento laterale della barca sotto l’effetto del vento. Quindi cosa ben diversa dalla deriva. E a differenza della deriva, causata dalla corrente e calcolabile per direzione e intensità attraverso la soluzione dei famosi problemi grafici, lo scarroccio lo si può apprezzare solo a vista.
Prima di vedere come fare, stabiliamo subito che lo scarroccio è una delle tante variabili che incontriamo in mare. Dipende dal tipo di carena, dall’intensità del vento, dallo sbandamento, da come si conduce una navigazione.
Se la barca viene portata con vela in eccesso , molto sbandata, scarroccerà di più rispetto alla stessa barca con un assetto più equilibrato e uno sbandamento ridotto.
Tuttavia, in molti manuali si legge che uno scarroccio teorico di una barca che naviga sul suo bordo di bolina più stretto, si aggiri sui 7-8 gradi per approssimarsi allo zero poggiando fino alla poppa piena.
Nel disegno qui sopra la barca sta andando verso il punto B mantenendo la prua vera coincidente con la rotta tracciata sulla carta, ma percorrendo una rotta vera diversa sotto l’effetto dello scarroccio.
Insomma, se proprio siamo davvero pigri, una correzione di massima possiamo apportarla con questo dato teorico.
Possiamo però essere molto più precisi.
Se dopo qualche ora di navigazione, il nostro punto nave è diverso da quello stimato e ci troviamo discosti dalla nostra rotta, escluso che il nostro timoniere sia ubriaco, se navighiamo a vela abbiamo sicuramente scarroccio, e probabilmente anche deriva causata dalla corrente.
Nel caso della deriva, lo abbiamo detto, si devono affrontare i problemi grafici da risolvere direttamente sulla carta nautica. Se ad esempio il nostro scostamento è sopra vento alla nostra rotta, non ci sono dubbi, la corrente c’è ed è pure forte visto che contrasta anche lo scarroccio causato dalla pressione del vento che dovrebbe buttarci sotto vento.
Normalmente però, soprattutto in assenza di corrente significativa, lo scarroccio, se non corretto, ci avrà spostato qualche grado sotto la rotta.
Ma non è necessario attendere di rilevare una differenza fra la posizione certa e quella stimata per correggere. Possiamo in ogni momento, guardando a poppa, rilevare l’angolo che l’asse longitudinale della barca compie con la scia. Quello è l’angolo di scarroccio.
A questo punto si deve ricordare che: con mure a sinistra, quindi scadendo a dritta, lo scarroccio ha segno positivo, con mure a dritta, scadendo quindi a sinistra, lo scarroccio ha segno negativo.
Ora la correzione è semplice: per avere la prua vera corretta si deve sottrarre il valore dello scarroccio con il suo segno.
Facciamo un esempio. Se navighiamo con rotta vera 50 gradi e con uno scarroccio di 10 gradi sulla dritta, quindi con mure a sinistra, dobbiamo applicare la formula Pv= Rv – ( +/- scarroccio). In questo caso sarà Pv= 50 – (+ 10) = 40. A questo punto, volendo fare le cose per bene, per dare la nuova prua bussola al timoniere dobbiamo correggere il valore di prua vera con i valori di declinazione e deviazione, fare quindi una conversione.
In pratica, una volta conosciuto il valore dello scarroccio, è sufficiente accostare contro vento per tanti gradi quanti quelli dell’angolo di scarroccio.
Possiamo usare anche la bussola da rilevamento per rilevare la scia. La differenza fra questo rilevamento e la prua bussola sarà il valore dello scarroccio. Nella pratica è così. In teoria bisogna ricordare che quello eseguito con la bussola a mano è un rilevamento magnetico, che risente solo della declinazione e non delle deviazioni residue di bordo come invece accade per la bussola fissa.
Continuando a occuparci sempre solo di scarroccio, fingendo che di corrente non ce ne sia (altrimenti si dovrebbero integrare le correzioni con il valore della deriva), se navighiamo vicino a costa possiamo farci aiutare nel calcolo del grado di scarroccio da una boa o da una nassa in modo da avere un rilevamento più preciso.
Verificato che non si tratti di un segnale di pericolo o di limite alla navigazione, dobbiamo passare molto vicino in modo da lasciarlo sulla nostra scia. Dopo qualche minuto (dipende dalla velocità e dalla distanza che si percorre) lo rileviamo con la bussola da rilevamento.
Nel disegno, in cui per comodità facciamo coincidere prua bussola e prua vera, si vede in azzurro l’angolo di rilevamento della nassa, e in giallo il valore angolare della nostra prua rispetto al nord. La differenza angolare è il valore dello scarroccio che utilizzeremo come negli altri casi per avere la nuova prua vera.
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