L’Italia conferma la sua leadership mondiale nella produzione di superyacht e stabilisce il record storico nella produzione di cantieristica navale, che per il 2022 è ammontata a 7,4 miliardi di euro. È emerso all’assemblea dei soci di Confindustria Nautica, tenutasi lo scorso giovedì 14 dicembre nella sede dell’Associazione Bancaria Italiana. Si è trattato di un confronto a tutto campo sugli scenari politici, industriali ed economici legati al settore nautico, al quale hanno partecipato autorevoli esponenti del parlamento e del governo. D’altronde, l’Italia è ad oggi il primo esportatore mondiale di imbarcazioni e il comparto dà lavoro a circa 200.000 persone nel nostro paese: pertanto, l’attenzione delle istituzioni e degli stakeholders è ai massimi livelli.
Il 2022, come detto, è stato un anno ricco di risultati e primati, con l’Italia che ha visto confermata la sua leadership mondiale assoluta nei superyacht grazie al 51% del Global Order Book. Inoltre, il nostro paese ha registrato il record storico della produzione cantieristica navale (7,4 miliardi di euro) e quello di primo esportatore mondiale (3,7 miliardi di euro), nonché la crescita della filiera, che ha visto superare quota 200.000 occupati, in costante crescita dal 2016.
L’assemblea generale di Confindustria Nautica è stata l’occasione per presentare i risultati dell’indagine previsionale sull’andamento del settore, condotta su un campione significativo di aziende associate. Analizzando il preconsuntivo dell’anno solare 2023, sottolinea l’associazione, «fra le imprese risulta assolutamente prevalente la crescita di fatturato rispetto al 2022, con indicatori che fanno preludere a una chiusura decisamente positiva per l’industria nautica italiana nel suo complesso: il 78% del campione prevede un miglioramento o una chiusura in linea con l’anno precedente».
In relazione al sentiment sull’anno nautico 2023/2024, un’azienda su due del comparto della produzione indica una crescita di fatturato. In generale, la situazione conferma le indicazioni qualitative emerse durante i saloni nautici autunnali, con una crescente differenziazione dell’andamento del fatturato fra la produzione di alta gamma che continua a crescere (ma con ritmi più moderati rispetto al biennio 2021/2022) e la piccola nautica che invece attende una contrazione del mercato, in gran parte determinata da fattori congiunturali come l’inflazione elevata e l’incremento dei tassi d’interesse.
In questo scenario, conclude l’associazione, «la linea di Confindustria Nautica rimane quella della concretezza, lontana dal moltiplicarsi di iniziative di comunicazione e social. Una linea di concretezza indirizzata a portare alle istituzioni proposte operative per far crescere responsabilmente la filiera, tutelare e professionalizzare i lavoratori, creare benefici economici per la collettività».
Nella sessione privata mattutina, l’assemblea dei coci di Confindustria Nautica ha votato il rinnovo del collegio dei revisori dei conti e dei probiviri. Sono stati eletti nel collegio dei probiviri Anton Francesco Albertoni (presidente), Ferdinando Amerio, Francesca Lodigiani, Eugenio Massolo, Angelo Paone, Carlo Cameli. Il collegio dei revisori è invece così composto: Roberto Marrani, Franco Vernassa, Ivano Gasco (revisori effettivi), Enrico Martino e Riccardo Villa Gaggini (revisori supplenti).
Tra i risultati conseguiti da Confindustria Nautica nel 2023, sono stati ricordati i molti progetti di internazionalizzazione messi in campo in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e l’Agenzia ICE, la presentazione del settore alla Borsa a Milano, l’ampliamento delle attività dell’Ufficio Studi per misurare costantemente il settore e fornire analisi e interpretazione dei dati a sostegno della crescita sostenibile ed efficiente della nautica, l’istituzione del Comitato Sostenibilità e l’organizzazione, insieme a IBI, di due edizioni del World Yachting Sustainability Forum, la ricollocazione del Salone Nautico Internazionale di Genova al centro dell’attenzione mediatica mondiale, il corso di formazione per gli sportelli telematici del diportista e le svariate pubblicazioni normative e fiscali.
Dopo la sessione privata, con la relazione del presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi sullo stato di attuazione del programma e l’approvazione del piano delle attività 2024, nel pomeriggio si è tenuta la sessione pubblica con il talk “Nautica: industria, politica, economia”. A seguito del saluto del presidente Cecchi, ha aperto la tavola rotonda la videointervista al presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli, con un focus sugli scenari macroeconomici, cui sono seguiti gli interventi del consigliere economico del presidente del consiglio dei ministri Renato Loiero, dell’economista e vicepresidente della Fondazione Edison Marco Fortis, della responsabile scenari economici di Cassa Depositi e Prestiti Simona Camerano e dell’head of structured finance di Bper Banca Nicola Porcari. La sessione dedicata alla politica e alle istituzioni ha invece visto gli interventi dei parlamentari Ilaria Cavo, Deborah Bergamini e Gerolamo Cangiano, del viceministro delle infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi e del ministro della protezione civile e delle politiche del mare Nello Musumeci.
Il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi ha sottolineato che «il futuro della nautica mondiale è scritto dall’Italia che, a differenza di tutti gli altri settori del cluster del mare, detiene il 51% del mercato globale della costruzione di navi da diporto ed è leader negli accessori e nei battelli pneumatici. Proteggere il nostro settore produttivo e dare risposte in tempi rapidi significa far crescere responsabilmente tutta la filiera. Inoltre, occorre adottare in fretta il nuovo regolamento di attuazione del Codice della nautica».
«Al Salone Nautico Internazionale di Genova abbiamo avuto una presenza senza precedenti del governo, cui avevo ricordato che, dall’ascolto, bisognava passare all’attenzione e quindi all’azione», ha aggiunto Cecchi. «Ringrazio quindi oggi il ministro Urso e il viceministro Rixi e le loro strutture per le prime importanti risposte normative su formazione (decreto titoli marittimi del diporto), transizione (rottamazione motori) e mercato (navigazione dei natanti). E nella direzione della concretezza, rinnovo la richiesta al ministro Musumeci di inserire un rappresentante dell’industria nautica nel panel dei dieci esperti che deve aggiornare il Piano del mare, perché in quello che l’ha redatto non c’era e la nautica ha avuto un ruolo marginale, nell’ambito del turismi del mare».
Ha concluso Cecchi: «Voglio ricordare le parole della presidente Giorgia Meloni: “Non è il comparto della nautica che deve ringraziare me per essere venuta al Salone di Genova dopo 37 anni dall’ultima visita del presidente del consiglio; devo ringraziare io questo comparto, che produce risorse che inevitabilmente si riversano nelle casse dello Stato e fanno un pezzo delle risorse che l’Italia può spendere”. Avendo 50 anni di memoria storica del settore, noto che ogni 10-12 anni arriva qualcuno che vuole fare cassa con la nautica, non riuscendo a portare a casa nulla, ma facendo gravi danni al settore. L’ultimo è stato Mario Monti, giusto 11 anni fa. Dunque, vi chiedo attenzione nel proteggere il nostro settore».
Così Nello Musumeci, ministro della protezione civile e politiche del mare, ha risposto all’invito di Cecchi: «Con Confindustria Nautica abbiamo sempre avuto un rapporto di collaborazione improntata al dialogo. Per questo invito il presidente Cecchi a sedere in maniera permanente al tavolo degli esperti sul Piano del mare. Dobbiamo mettere insieme infrastrutture, finanze, turismo, sport, made in Italy, ambiente e pesca attorno a un tavolo per trovare una sintesi. Il Piano del mare non è la soluzione dei problemi, ma è il primo concreto passo di un governo convinto che il mare debba essere tra i temi prioritari dell’agenda in questi cinque anni. La nautica rappresenta il biglietto da visita per tutte le economie del mare, ma sono necessari nuovi posti barca perché le coste italiane diventino un polo d’attrazione nel Mediterraneo. Per questo dobbiamo lavorare in sinergia con le Regioni per creare nuovi porti turistici e ampliare quelli esistenti».
Queste invece le parole del presidente Abi Antonio Patuelli: «Sono diportista da sempre e conosco bene l’industria nautica. Nella cantieristica da diporto c’è molta autorevolezza e noi siamo interessati, anche per questo e non solo per ragioni umanitarie e macro-economiche, ad avere un Mediterraneo mare di pace. La nautica è un settore di eccellenza e non ha mai avuto problemi di credito, quanto piuttosto di pressione fiscale, quando è cresciuta a dismisura, e di eccesso di burocrazia: i cittadini devono essere facilitati e non oberati di procedure».
Ha aggiunto il viceministro Edoardo Rixi: «Oggi la sfida importante sono le riforme strutturali sulla burocrazia per ridurre i tempi di approvazione dei decreti attuativi. Il Cipom (Comitato interministeriale per le politiche del mare) potrà rappresentare un’occasione per fare una riforma del settore della nautica, perché al tavolo ci saranno tutti i ministeri competenti. Speriamo sia momento per mettere ordine in un settore fondamentale per l’economia del paese».
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