Conoscere l’amo da traina d’altura

Partiamo dal fatto che nessun amo nasce specificamente solo per essere utilizzato per le esche da traina d’altura provviste di skirt (ovvero il “gonnellino” che deriva dagli octupus utilizzati per la sua realizzazione), quali possono essere appunto i vari kona head, bullet etc, perciò dobbiamo fare del nostro meglio con ciò che è prontamente disponibile sul mercato, andando ad utilizzare ami che meglio si adattano al nostro scopo.

Per intenderci, dovremo scegliere un amo che duri nel tempo e che si adatti bene alle necessità che abbiamo durante la traina, ovvero che mantenga un giusto assetto, con un corretto bilanciamento, una punta affilata e proporzionata con le forze in gioco (di cui poi parleremo), un prodotto forte in ogni sua parte, che riesca a sopportare determinate pressioni durante le fasi di combattimento, dunque con una buona resistenza meccanica, e che sia in grado di far passare la propria punta attraverso una mascella spesso molto dura dei grandi pelagici, in modo che l’amo tenga poi anche sulla curvatura (vedi foto allegata) e non solo sulla punta e sull’ardiglione.

Tipico amo d’altura con indicate sopra alla foto tutte le parti che lo caratterizzano

Per dare delle indicazioni magari a chi si sta avvicinando per la prima volta a questi concetti, come potete vedere in foto, le parti di un amo sono: l’occhiello (che nei modelli da traina d’altura è in asse col gambo, che si chiama eye, in inglese); il gambo stesso (shank, in inglese); la punta (point, in inglese); l’ardiglione (barb, in inglese); la curva (bend, in inglese); la larghezza di apertura (width of gape ,in inglese); lo spessore (hook gauge, in inglese).

Per decidere quale amo impiegare, bisogna partire dalle opzioni che abbiamo, quindi in primis ci occuperemo del materiale che compone un amo, di cui esistono tre categorie principali.

Ami in acciaio ad alto contenuto di carbonio affilati chimicamente

Esistono molti ami utilizzabili per la traina d’altura, come quelli in acciaio ad alto contenuto di carbonio, affilati chimicamente, quelli in acciaio rivestito e gli ami in acciaio inossidabile

Il primo materiale è l’acciaio ad alto contenuto di carbonio affilato chimicamente (per chi non lo sapesse, l’acciaio è una lega ferrosa composta principalmente da ferro e carbonio). Questa tipologia di amo in alcune circostanze e tipi di traina d’altura è poco utile, poiché questi ami sono progettati per essere affilati chimicamente utilizzando sostanzialmente della corrente elettrica.

Ma, durante la traina ad una certa velocità, gli ami attraversano l’acqua e il campo magnetico terrestre e si genera una corrente elettrica (correnti galvaniche) che intacca continuamente l’amo, compresa la punta. In questo modo la punta si danneggia, spesso in un periodo di tempo molto breve. Perciò, per permettere di utilizzare questo tipo di ami in certe tecniche è necessario, da parte dell’aziende, applicare un rivestimento impermeabile per proteggere l’amo da questa corrente elettrica. Detto questo, il rivestimento di questi ami vale forse lo sforzo e la spesa, poiché molti di questi ami sono i migliori disponibili per la pesca a traina con attrezzatura molto leggera, dove appunto per armare certe esche utilizziamo ami piccoli, di bassa numerazione.

Ami da traina in acciaio al carbonio rivestiti

La seconda categoria è quella degli ami in acciaio rivestito, per rendere appunto l’acciaio al carbonio utilizzato più durevole nel tempo, che quindi può avere varie placcature, con diversi materiali come per esempio zinco e cadmio.

Gli ami in acciaio al carbonio ricoperti hanno molta resistenza meccanica, più degli ami in acciaio inossidabile, ma sono più soggetti all’ossidazione. In foto un amo molto apprezzato, il 7731-DT, dove DT si riferisce al rivestimento Duratin sul filo di acciaio al carbonio di questo amo.

Sono ami più economici e facili da affilare, ma difficili da mantenere perché l’affilatura espone l’acciaio, principalmente nella zona della punta, alla corrosione, con conseguente formazione di ruggine (che ben conoscono i pescatori).

Esistono molti modi per ridurre il problema dell’ossidazione (la ruggine), come il rivestimento delle punte con grasso o simili materiali isolanti, o addirittura sostanze particolari come l’inchiostro per pennarelli e cose simili. Il vantaggio maggiore è che questi ami sono tra i più resistenti e affidabili, mentre lo vantaggio è il maggiore sforzo necessario per mantenerli. Tra questi ami possiamo ricordare alcuni validi e noti modelli, come il classico 7691-DT o il 7731-DT.

Amo da traina in acciaio inossidabile

L’ultima categoria riguarda gli ami in acciaio inossidabile. Gli ami inossidabili sono i più facili da affilare e da mantenere e, sebbene siano i più costosi, sono la scelta preferita per la maggior parte delle montature da traina d’altura, dunque sono quelli che più consiglio tanto in Mediterraneo come in oceano.

Gli ami in acciaio inossidabile sono i più facili da mantenere e da affilare, in foto due modelli tra i più apprezzati al mondo, il 7691S-SS e il 7732-SS di Mustad.

L’amo da traina in acciaio in ossidabile è spesso riconoscibile nel momento dell’acquisto, infatti troverete nel codice identificativo del prodotto la doppia S, ovvero SS che sta per Stainless Steel (acciaio inossidabile), e tra questi possiamo portare l’esempio di alcuni degli ami più noti e utilizzati al mondo per la traina d’altura, come il 7691S-SS o il 7732-SS, commercializzati da Mustad, aziende leader in questo settore. Comunque, ogni brand indica sulla confezione di ami in acciaio inossidabile questa sigla, o espressamente riporta la dicitura Stainless Steel.

La scelta dell’amo comporta un’analisi spesso complessa di molti aspetti: la misura da scegliere in relazione alla grandezza dell’esca; la decisione su come l’amo venga unito al leader, quindi se mediante una asola intorno all’occhiello, che ne garantisca maggiore mobilità, o se, invece, con altri approcci venga la sua mobilità limitata, rendendolo addirittura fisso, mediante una montatura rigida (stiff rig).

Altro aspetto è la scelta tra montatura a uno o a due ami, oppure, la classe di lenza utilizzata, quindi la taratura della frizione sullo strike, che renderà la grandezza e lo spessore dell’amo, e nello specifico della sua punta, più o meno adatti a quel determinato approccio di traina.

Insomma, le cose da vedere sono tante, quindi noi di TuttoBarche Pesca cercheremo nei prossimi appuntamenti di fare un’analisi molto dettagliata di ognuno di questi importanti aspetti.

Emiliano Gabrielli

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