Un’infinità di parole sono servite per descrivere le incredibili gesta di chi è riuscito ad avere un incontro ravvicinato con il Re dei mari il “Tonno Rosso”. Le nostre esperienze ci hanno condotti a pensare che quando i tonni sono in quantità e soprattutto in frenesia alimentare l’allamata può capitare a chiunque… Non parliamo certo di stazza! Gli over “150” sono sempre più rari ma, se lo spot non è troppo battuto dalla pesca intensiva professionale, il pesce di taglia media farà cantare la frizione del rotante.
Ma, quando i pesci diventano rari, oltre alla dea bendata, in ambito aulietico intervengono alcuni escamotage che ci faranno fare la differenza…Con questo articolo cominciano una serie di approfondimenti sulla pesca al tonno, l’attività amata dal nostro capitan Pastacaldi e praticata da oltre un ventennio, così che tutti possano avere la chance di uno “STRIKE” memorabile… Buona Lettura
La pasturazione
Nella pesca in “drifting”, la pasturazione ha sicuramente un ruolo fondamentale. Senza brumeggio i risultati sono vani o, in ogni modo, affidati alla fatalità. In questa tecnica, la pastura è trasportata (ecco il significato del termine drifting…) lentamente dalla corrente in modo di stuzzicare nella preda sia il senso dell’olfatto sia lo stimolo della fame. In questa maniera, il pesce tende a risalire in superficie verso la scia sapida, ovvero dove abbiamo posizionato le nostre esche. Per eseguire un richiamo soddisfacente è importante coprire il maggior spazio possibile con l’ausilio della strisciata preventiva.
Questa mossa si esegue appena arrivati sullo spot di pesca, con la barca in moto a un basso regime di giri, gettando in mare trito e tocchetti di sarda.
La direzione della prua della barca dovrà rappresentare il naturale prolungamento della successiva scia del “drifting”. È ovvio che prima di compiere la manovra dovremo individuare la giusta direzione della corrente. Se eseguita con linearità e per una distanza minima di mezzo miglio, avremo sicuramente l’opportunità di diminuire i tempi d’attesa dell’abboccata sempre che i pelagici stiano stazionando nelle vicinanze. Dopo aver finito con la strisciata preventiva e aver messo le canne in pesca, procediamo con la classica pasturazione.
Per coprire maggiori spazi, bisogna alimentare la scia sapida con 3 tipi di pastura: macinato e sarda, sia intera che a tocco. Di recente, per aumentare il potere attirante, abbiamo abbinato al “Tritasardine” la novità del momento, la pompa sardamitc. Questa combo permette di macinare qualsiasi pesce e di rilasciare automaticamente il triturato in acqua, creando una scia odorosa. Oltre a mantenere pulito il contenitore, grazie ad un temporizzatore, viene rilasciato in mare uno speciale cocktail oleoso, composto d’acqua e detriti del macinato, ideale per attirare i pesci sottobordo.