E’ un maxi yacht davvero particolare il Contest 85CS che stiamo per provare. Contest Yachts lo ha infatti realizzato, sulla base delle specifiche ricevute da Alessio Cannoni, il famoso ed esperto comandante che, pur subendo la perdita improvvisa della chiglia dell’ Oyster 825 che stava conducendo, è riuscito a trarre in salvo se stesso e tutto l’equipaggio.
Non è quindi un caso se, Alessio ed il suo armatore, si sono rivolti a quello che è probabilmente uno dei migliori cantieri al mondo, per la costruzione del loro nuovo maxi yacht a vela. Capirete quindi certamente come fossimo ansiosi di salire a bordo di quest’imbarcazione che, oltre ad essere bella e veloce, è stata costruita da Contest Yachts con i più alti standard di sicurezza oggi disponibili sul mercato.
In sintesi un’imbarcazione unica, come del resto lo sono tutti i Contest Yachts.
La prova del Contest 85CS
Il preludio
Si vede già dal cielo che oggi sarà una giornata impegnativa, il vento è teso e rafficato, come capita spesso, qui nel Golfo di Follonica.
Il Contest 85CS, date le sue dimensioni, ci aspetta ormeggiato al pontile della diga di sovraflutto. Questo braccio del Marina di Scarlino ospita molti fra i più bei maxi yachts a vela in circolazione ed il Polina Star IV, l’oggetto della nostra prova, non fa di certo eccezione.
E’ un team importante quello che Contest Yachts ha impiegato per realizzare la sua ammiraglia. Lo studio del cantiere si è infatti avvalso della storica collaborazione con Judel Vrolijk & Co. per carena, piano velico e design degli esterni, mentre ha affidato a Wetzels Brown Partners l’interior design.
Ne è risultato un “blue water cruiser” lussuoso e sportivo, capace di essere perfettamente a proprio agio sia girando il mondo a “double digit speed”, che nelle raffinate serate mondane che l’enorme pozzetto è in grado di accogliere.
Pensato per poter essere condotto da un equipaggio veramente ridotto, il Contest 85CS è dotato di molti ed utilissimi servomeccanismi che ne semplificano la conduzione. Qualità che riscontriamo subito quando, con grande facilità, grazie alle due eliche a scomparsa, usciamo senza problemi da un ormeggio parecchio complesso, con il vento al traverso.
Al timone
Appena fuori dal porto issiamo la grande randa e srolliamo il fiocco, ci sono meno di una decina di nodi ed il Polina Star si inclina e parte, mentre il GPS snocciola numeri sempre più alti.
L’ammiraglia se la cava decisamente bene, anche con le ariette. Alessio sorride ed io colgo la palla al balzo per tempestarlo di domande. Mi dice che all’armatore piace molto andare a vela e che, già con 5/6 nodi di reale, la barca si muove alla velocità del vento. E in effetti, pur non avendo a riva il drifter o il gennaker, stiamo facendo più di 7 nodi.
A questa velocità ci mettiamo davvero poco ad uscire dalla zona ridossata vicino al porto. Al largo il colore del mare diventa cupo ed il vento rinfresca. L’anemometro sale fino a 16/17 nodi di reale mentre il Contest 85CS sbanda ed accelera velocemente.
Navighiamo costantemente fra gli 11 ed i 12 nodi di velocità, mentre l’intensità del vento apparente è abbondantemente sopra i 20 e la barca è decisamente sbandata.
Eppure, a bordo del Contest 85CS, tutto è tranquillo, misurato, stabile. La sensazione di marinità e di sicurezza che trasmette questa barca è impressionante. Il timone, pur dicendoci chiaramente che siamo sovrainvelati, rimane sempre efficace e, a discapito delle dimensioni, sorprendentemente reattivo.
Il vento aumenta ancora e noi vogliamo bolinare, è tempo di prendere una mano alla randa e di sostituire il fiocco con la trinchetta.
Le due persone d’equipaggio svolgono tutte le manovre, rigorosamente senza accendere il motore, con una semplicità imbarazzante e con uno sforzo pari a zero.
I winch idraulici sono posizionati esattamente dove dovrebbero essere ed i servomeccanismi svolgono egregiamente il loro lavoro. In un attimo abbiamo recuperato 10 gradi di sbandamento, il Polina Star ringrazia, accelera e noi possiamo cominciare a stringere il vento davvero.
Stringo fino a 30 gradi sull’apparente che, in queste condizioni di vento e di mare, non sono pochi ma il Contest 85CS non accenna a decelerare, stiamo ancora navigando sopra i 10 nodi di velocità.
Stringo ancora e, finalmente, fra i 20 e i 25 gradi di apparente, la barca comincia a rispondere ai principi della fisica e rallenta un po’. Stiamo navigando a 8,7 nodi, con un angolo pazzesco, mentre sembra di esser sui binari.
Viriamo senza perdere velocità e ci mettiamo sulle nuove mura. Poggio un po’ e la velocità aumenta istantaneamente, fra i 50 ed i 60 gradi siamo costantemente intorno ai 12 nodi. Poggio ancora e la velocità, pur rimanendo sempre in doppia cifra, comincia a decrescere.
Si lo so, sto provando un blue water cruiser e non dovrei timonare come se fossi su un crociera regata, ma mi sto divertendo troppo, non riesco a farne a meno.
Il mare è mosso ed il passaggio sull’onda è fantastico, la visibilità da sopravento perfetta, il Polina Star sta per infrangere il muro del suono e tutti a bordo sorridono.
Che barca ragazzi, che barca …!
In navigazione
Dopo aver ceduto davvero malvolentieri il timone, mi metto a gironzolare per la barca mentre i colleghi delle altre riviste si alternano alla ruota e il Contest 85CS continua a macinare miglia alla velocità della luce.
La barca è sbandata, eppure mi muovo in completa sicurezza, e con un relativa semplicità, in lungo ed in largo nell’enorme pozzetto e sulla distesa di teak che porta all’estrema poppa.
In coperta ci si muove spostandosi da un appiglio all’altro che, su questa barca, si materializzano come per magia, semplicemente allungando la mano alla fine del passo.
Scendo sottocoperta e, nonostante le condizioni del mare e la velocità, mi accoglie il silenzio.
Non uno scricchiolio, non un cigolio, non si sente nemmeno il rumore dello scivolamento sull’acqua. La perizia dei maestri d’ascia di Contest Yachts e la particolare tecnica costruttiva impiegata sono letteralmente impareggiabili.
Torno in coperta e mi siedo sottovento, in pozzetto. Il semi-rised saloon e lo spryhood offrono una protezione totale dal vento, io tiro fuori il taccuino e comincio a scrivere come se fossi seduto a casa, in salotto.
” La parola stabilità è un eufemismo a bordo di questo maxi yacht che naviga ad un angolo di sbandamento sempre ottimale, mai eccessivo. I passavanti, la prua e la poppa, cosi come tutti i percorsi, sono sempre comodi e sicuri”
Contest 85CS : le conclusioni
La nuova ammiraglia della flotta Contest Yachts riesce perfettamente a sintetizzare l’essenza stessa di questo mitico cantiere. Barche a vela che non scendono mai a compromessi, veloci, marine ed elegantissime, sono costruite come meglio non si potrebbe, assecondando le richieste dei loro esperti armatori.
Ne è la prova il Polina Star che, letteralmente disegnato intorno alle esigenze di un armatore e del suo comandante, offre uno standard di comfort e sicurezza elevatissimo.
Ne sono un piccolo esempio la riserva energetica dedicata alla navigazione a vela, in grado di sostenere da sola, e per ore, le manovre e le regolazioni.
Un’ idrovora diesel, autonoma e svincolata dal resto degli impianti, capace di far fronte ad ingressi d’acqua davvero importanti.
Dissalatori e generatori ridondati. Batterie separate e rialzate, in grado quindi di erogare corrente agli apparati anche a barca allagata.
Tutti questi impianti, e potrei descriverne ancora molti altri, convivono perfettamente con l’anima di questo Contest 85CS che, non solo non perde un decimo di nodo nella navigazione a vela, ma continua ad ostentare una classe ed una bellezza impareggiabili.
Le prestazioni di cui è capace, unitamente alla facilità di conduzione, rendono quest’imbarcazione un vero e proprio “fast blue water cruiser” e, credetemi, di barche così ce ne sono davvero poche in giro.
Le prestazioni a vela del Contest 85CS
TWS | AWA | Boat speed |
15 | 25 | 8,7 |
16 | 30 | 10,4 |
17 | 40 | 11 |
17 | 50 | 11,6 |
19 | 60 | 12,1 |
17 | 70 | 11,3 |
17 | 80 | 10,8 |
17 | 90 | 10,1 |
15 | 100 | 9,1 |
15 | 120 | 8,2 |
13 | 140 | 7,8 |
Cielo nuvoloso; vento reale da 15 a 20 nodi; mare mosso; 12 persone a bordo; serbatoio gasolio 50%; acqua 30%
Contest 85CS Specifications | ||
Length overall | 25.82m | 84.71ft |
Length overall including bowsprit | 26.78m | 87.86ft |
Length waterline | 23.17m | 76.02ft |
Maximum beam | 6.40m | 21ft |
Draft standard keel | 3.79m | 12.43ft |
Draft shallow keel (optional) | 3.28m | 10.76ft |
Ballast standard keel | 18,500kg | 40,785lb |
Ballast shallow keel | 12,000kg | 26,455lb |
Fuel tank | 2,500lt | 549.92imp. gal |
Water tank | 1,500lt | 329.95imp. gal |
Engine, Volvo Penta | 194kW | 264hp |
Contest Yachts : ecco come si fanno le barche
Parlare di costruzione come lo si fa per le altre barche sarebbe riduttivo quando ci si riferisce ad un Contest Yachts. Da più di mezzo secolo infatti questo cantiere produce imbarcazioni costruite con materiali e standard qualitativi altissimi.
Per questo motivo il cantiere affianca tecniche costruttive tecnologicamente avanzate, come il Conyplex vacuum infusion system®, alla produzione artigianale delle parti importanti, dove la perizia dei suoi maestri d’ascia è visibile ad occhio nudo.
Ne sono un esempio tangibile gli arredi che, non solo vengono fabbricati a regola d’arte, ma sono anche posizionati con una precisione ed una cura che non teme il giudizio del tempo.
La coperta in teak è un capolavoro, realizzata con una tecnica particolare, lascia al comento una funzione prevalentemente estetica. Viene costruita a secco e successivamente incollata sottovuoto in coperta, il risultato che ne deriva è semplicemente incomparabile a qualsiasi altra tecnica utilizzata.
La costruzione dello scafo merita un capitolo a sé. Il famoso sistema di infusione sottovuoto brevettato da Conyplex, in un processo che dura ben 24 ore, riesce sia ad eliminare completamente l’aria che a ridurre la percentuale di resina al 30%, con un evidente beneficio in termini di peso e di solidità, visto che è la fibra a conferire forza allo scafo.
L’utilizzo di materiali coibentanti, impiegati sostanzialmente ovunque, regala a tutte le imbarcazioni un’insonorizzazione ed una coibentazione che dev’essere provata per comprenderne appieno gli innumerevoli vantaggi.
Dall’unione di queste due tecniche nascono scafi che riescono ad essere eccezionalmente rigidi, confortevoli e praticamente indenni da fenomeni osmotici.
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