I controsensi del Boot di Düsseldorf di quest’anno.
Che la pandemia stia rendendo le cose difficili ai saloni nautici di tutto il mondo, specialmente a quelli che si svolgono al chiuso e in inverno, non è certo un mistero. Da qui però ad incaponirsi, e a voler per forza fare quello che la ragionevolezza consiglierebbe assolutamente di non fare, ce ne passa.
E così, mentre dalla Germania arriva la triste notizia del record di morti, più di 500 al giorno, in un paese in cui peraltro si registrano quitidianamente fra i 50 ed i 70 mila nuovi casi, il Boot di Düsseldorf, incurante della dilagante situazione, invia uno splendido comunicato stampa dove ribadisce che il salone si terrà sicuramente!
Ma questo non basta perchè, sempre nel medesimo comunicato, si legge che la motivazione della certezza sarebbe da ricondurre ad un attento protocollo sanitario, il “PROTaction”, che assicura che verranno indossate le mascherine e che potranno entrare in salone solo i visitatori vaccinati o guariti, ovvero quello che qualsiasi persona normale fa quando va a fare la spesa…
Molto interessante è anche il contesto in cui questi fatti stanno accadendo.
Da un lato abbiamo l’ente fiera che, come da prassi, ha già in cassa la maggior parte (se non tutto) del corrispettivo relativo alla partecipazione degli espositori, dall’altro gli espositori che annullanno consci del fatto che stanno perdendo il loro denaro.
Altro fatto importante da considerare è che il salone di Dusseldorf è un salone all’asciutto che, per giunta, è collocato nel cuore della Germania. Per far arrivare qui gli yachts serve molto tempo e moltissimo denaro per cui, sapere in anticipo se il salone si terrà o meno è di vitale importanza per gli espositori che, in caso di annullamento tardivo, si troverebbero con una flotta di imbarcazioni che sosta “all’asciutto”.
Insomma un vero e proprio giallo che, a mio modesto parere, la Messe Düsseldorf GmbH avrebbe il dovere di dipanare al più presto, auspicabilmente attingendo al senso di responsabilità civica che tutti noi dovremmo avere in questa situazione.
Un senso di responsabilità che Giovanni Pomati, il CEO di Nautor Group, dimostra chiaramente di avere motivando la cancellazione della partecipazione di Swan al Boot di Düsseldorf con queste parole: “This wasn’t a lighthearted decision but the safety of our employees, visitors and clients is our priority and we are not prepared to jeopardize their well-being.” che poi vorrebbe dire che la salute dei loro dipendenti, visitatori e clienti è una cosa importante e che la loro partecipazione la metterebbe a rischio.
D’altro canto non si riesce a capire come 250.000 persone che arrivano da tutto il mondo in una nazione fra le più colpite d’Europa, possano viaggiare, restare a Düsseldorf interagendo per giorni, per poi tornare nelle loro nazioni d’origine, senza conseguenza alcuna.
Conseguenze che, a catena, coinvolgono famiglie ed aziende di tutta Europa ed innescano un’ulteriore diffusione del virus di cui davvero nessuno ha bisogno.
Coseguenze su cui il Boot di Düsseldorf a nostro parere dovrebbe riflettere seriamente.
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