Coppa America, l’evento di New York. Questa volta lo spettacolo ci sarà.

Che fine ha fatto l’America’s Cup? In molti, qui in Italia, se lo chiedono. Sarà per l’assenza di un team italiano per la prossima edizione (per la cronaca si farà a maggio 2017) , sarà per il luogo dove si disputerà, Bermuda, certamente non il più noto o affascinate disposizione, sarà perché Larry Ellison e il suo Team Oracle non sembrano far molto per farlo apparire interessante a noi europei,  il risultato è che qui da noi, a circa un anno dal primo colpo di cannone, America’s Cup è un oggetto ancora assolutamente misterioso.

Occorre fare un grande ripasso, capire dove si è rimasti e qual è il programma che ci aspetta da qui in avanti. La Coppa è per tradizione una manifestazione difficile da capire e da comunicare, cambia ogni edizione e chi vince detta le regole, anche al di là del ragionevole. E’ tanto affascinante, quanto esoterica. Ecco allora che vi proponiamo una breve guida, in più parti, per capire quello che accadrà, che barche vedremo, quali sono la formula, le regole, i protagonisti, i favoriti.

Questo perché non solo non manca più tanto, ma anche perché questa settimana si svolgerà a New York quello che si preannuncia essere il più interessante degli eventi di avvicinamento in programma. La Grande Mela non può che essere un campo di regata affascinate e spettacolare, i team son decisamente più avanti nella preparazione, i “giochi sotterranei” che fanno da contorno ad ogni edizione  si stanno infiammando (i team di avvocati e legali sono sempre i più attivi in questo periodo pre-regate, e chi ha seguito le edizioni passate lo sa bene)

Noi di Tuttobarche saremo a New York seguiremo molto da vicino l’evento (VICINISSIMO, anche da bordo team BAR Land Rover, come “sesto uomo”) e vi racconteremo l’evento in diretta. Ecco una prima parte delle cose da sapere assolutamente.

Le barche

Si correrà con quelle che vengono chiamati AC 50, forma abbreviata per definire l'”America’s Cup Class“,  nome ufficiale. Si è arrivati a questi 50′ con un progressivo “accorciamento” delle barche. Dovevano prima essere dei 68′, ma i defender americani hanno spinto per un repentino cambio di programma passando a dei 48′, prima di tutto per recuperare il gap su Luna Rossa, sicuramente molto avanti sulla progettazione di quei grandi cat. Come noto Patrizio Bertelli non ha gradito l’escamotage e si è ritirato dalla competizione con grande clamore. Max Sirena, lo skipper, fa ora parte del team neozelandese. Dai 48′ si è poi arrivati ai 50 che saranno quasi dei monotipi lunghi 15 metri, larghi, 8 e con un peso di solo 2.400 kg. Avranno, e questa è un’altra novità, la timoneria a ruota.

Sono costruiti con stratificazioni imposte, con stampi precisi al millimetro e su un progetto da seguire rigorosamente (seppur se da cantieri diversi). Quasi tutto è imposto, a partire dalla grande ala centrale (la “randa”) molto meno sofisticata di quelle usate nell’ultima edizione, sugli AC 72 (è meno sofisticata anche, per cercare di ridurre i rischi e per contenere i costi, la tecnica di costruzione).
Sono imposti anche il sartiame, la vela di prua e la sua attrezzatura. Esteticamente spicca molto la novità della grande carenatura della piattaforma su cui poggia

l’ala e il relativo longherone che hanno una grande importanza in termini di resa aerodinamica.

Gran parte della sfida progettuale sarà lì dove è stata lasciata libertà d’azione, sulle appendici. Le derive potranno essere regolabili sia longitudinalmente che trasversalmente e ne saranno permesse due paia, presumibilmente per poco o tanto vento (visto che queste barche viaggeranno con serenità oltre i 40 nodi) , e saranno azionate manualmente. Anche i timoni saranno regolabili lungo l’asse prua poppa e e avranno degli stabilizzatori orizzontali alle estremità.

In attesa dell’arrivo dei primi AC 50 i team corrono le otto serie serie preliminari (che fanno, seppur poco, punteggio in vista della Coppa vera e propria) sugli AC 45F che vedete nelle foto di questo articolo, evoluzione degli AC 45 della passata edizione ma con in più i foils, mentre portano avanti sperimentazioni e allenamenti sulle loro evoluzioni (chiamate AC 45 S o T). Queste sono le uniche barche sopra i 10 metri concesse dal regolamento ai team per far crescere il loro progetto e per addestrarsi in mare. In comune con gli F hanno solo l’opera viva degli scafi, per il resto sono ben diversi e sulla loro evoluzione si gioca molto della preparazione dei futuri 50 (e ci assomigliano già molto, seppur più piccoli).
Gli americani ne hanno già due in acqua su cui fare test reali, vantaggio immenso. Ne hanno già uno gli inglesi di Team BAR Land Rover (che ha già subito più evoluzioni), gli svedesi di Artemis, Team Japan e Team France. Ben più indietro i kiwi di Team New Zealand, privati dell’evento preparatorio in casa loro e con notevoli problemi di budget.

Fino ad ora, con gli AC 45 F, si sono corse le tappe di Portsmouth, Goteborg, Bermuda e Oman. Dopo New York, settimana prossima, seguiranno Chicago, ancora Portsmouth e Tolone. In testa per ora ci sono proprio i Kiwi, 192 punti, davanti a Oracle (186), e Land Rover Bar (185). Più dietro i giapponesi, svedesi e francesi.  

Luca Sordelli

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