Renato Magazzù ci spiega cosa sono i redan.
Renato Magazzù è una persona fuori dall’ordinario. Non solo perché da anni guida insieme a Claudio e Tina quello che probabilmente è il cantiere più iconico del segmento dei Maxi-Rib, ma perché è anche uno degli ingegneri più competenti e preparati che la nautica può vantare.
Una qualità preziosa che Renato, modesto e riservato, confessa quasi malvolentieri, nel timore che tutta questa esperienza possa essere scambiata per arroganza, vizio dal quale in realtà Renato è assolutamente indenne.
Eppure, a chi come me ha la fortuna di riceverne l’amicizia, Renato regala racconti intriganti che, intrisi di storia, rivelano inequivocabilmente la sua enorme statura in termini di ingegneria navale.
Non a caso Renato è chiamato frequentemente a partecipare in qualità di consulente tecnico, alle più importanti inchieste giudiziarie del nostro settore, come ad esempio il recente caso “Open Arms”, le indagini sull’affondamento della “Nuova Iside” in collaborazione anche con i RIS e con la nostra Guardia Costiera, o le inchieste sugli incendi della nave “Vincenzo Florio” della Tirrenia. Ma anche occupandosi delle inchieste su parecchi e dolorosi casi di stragi di migranti nel Mediterraneo.
Ma queste sono solo alcune delle inchieste che lo hanno visto partecipare alle indagini come consulente tecnico, ve ne sono molte altre e non c’è da stupirsi. Renato fonda infatti la sua preparazione già dal termine degli anni ’80 dove, ancorché giovanissimo, già lavorava a test nelle vasche navali e collaborava come ingegnere navale nella realizzazione di grandi progetti di mezzi navali veloci per trasporto passeggeri.
A tutto questo si aggiunge un lungo periodo di ricerca nel settore degli aliscafi, con lo studio e l’elaborazione di specifici programmi di calcolo delle loro prestazioni e dei profili alari ed anche sugli idrovolanti e le loro prestazioni e configurazioni: un’esperienza che gli ha consentito di approfondire enormemente il suo know-how specifico anche nella materia sulla quale, ad esempio, verte questo articolo: i redan.
Capirete quindi facilmente come, quando ho maturato la necessità di realizzare un articolo in grado di spiegare semplicemente cosa fossero, Renato Magazzù è stata immediatamente la mia prima scelta, lui è un professionista tra i più preparati nell’ambito di questa materia.
Renato si parla molto dei Redan e dei loro benefici e tu in questo campo sei decisamente un esperto, puoi spiegarci però, in pratica e semplicemente cosa sono?
I “redan” o “step” sono dei particolari “intagli” posti al di sotto della carena che è possibile vedere su alcuni scafi plananti ad alte prestazioni.
Si tratta di una soluzione nata nei primi decenni del secolo scorso per essere applicata sugli idrovolanti, dove l’esigenza di far staccare nettamente l’acqua, era essenziale per ridurre la resistenza e quindi sfruttare al meglio la potenza disponibile durante la corsa di decollo e renderla il più veloce e breve possibile. Ulteriore vantaggio nel caso degli idrovolanti era anche costituito dall’avere al decollo un preciso punto dove effettuare la “rotazione” e quindi quella cabrata necessaria per effettuare l’involo.
Quali sono gli effetti che scatenano i redan e quali sono i vantaggi che derivano dal loro impiego nelle imbarcazioni moderne?
Il loro impiego oggi sulle moderne carene plananti, genera i seguenti fenomeni:
– Il fondo della carena viene lubrificato dall’aria che viene aspirata dalle “chiocciole” laterali”, ne consegue una sostanziale riduzione dell’attrito;
– La barca in planata “appoggia” su più superfici distinte, questo genera un migliore “allungamento” (in senso aeronautico, quindi trasversalmente rispetto al senso di moto), anche in questo caso viene generata una minore resistenza.
Entrambi gli effetti consentono quindi una migliore efficienza della carena che, dotata di redan, sviluppa i seguenti vantaggi:
1 – il miglioramento delle prestazioni complessive, che implicitamente si traduce in una minor necessità di potenza (e quindi in un minor consumo) rispetto ad una carena tradizionale a pari velocità di crociera. Il che vuol dire che a parità di potenza uno scafo dotato di redan sviluppa una maggior velocità di uno scafo che ne è sprovvisto. Nella pratica, sui nostri modelli, abbiamo registrato incrementi fino a 8 kts di velocità massima, specialmente nei range più alti di velocità e ovviamente a parità di motorizzazione adottata.
2 – maggiore facilità di conduzione; grazie all’adozione dei redan l’assetto delle barche che li adottano risulta univocamente determinato dalle rispettive altezze degli stessi sul fondo. Non vi è pertanto necessità (ne è utile) l’uso del trim, sin dalle fasi di accelerazione fino alla velocità massima. Questo perché la diminuzione di superficie bagnata necessaria per raggiungere le più alte velocità, normalmente ottenuta agendo sul trim per poter sollevare la prua, qui si ha invece automaticamente grazie all’aria che viene aspirata e convogliata sul fondo.
3 – migliore tenuta di mare; quando navighiamo su un’imbarcazione dotata di step gli angoli di assetto sono sempre ridotti e indipendenti dalla velocità a cui si sta navigando poiché sono determinati dalla geometria dei redan e smorzati dalla presenza dell’aria sul fondo.
Vantaggi decisamente interessanti, le vostre imbarcazioni sono quindi dotate di redan?
Ovviamente si, questa particolare configurazione è stata introdotta sui nostri modelli a partire dal 2007. Una grande innovazione che ci ha anche portato a cambiare il nome dei modelli, quelli che adottano il redan sono anche oggi contraddistinti dalla lettera X, MX-11, MX-12, e così via.
Si tratta di una tipologia di carena indubbiamente più efficace di quelle tradizionali, pertanto imprescindibile su Maxi-Rib ad alte prestazioni o comunque appartenenti ad un segmento di mercato che si collochi al top, come nel nostro caso.
Volendo fare un paragone automobilistico, è come se oggi una moderna vettura di alta gamma o di altre prestazioni, non fosse dotata di certi automatismi come l’ABS o il controllo della trazione.
Sono le “macchine” oggi a dovere venire incontro all’utilizzatore rendendo, grazie alla tecnologia e alla sofisticazione, più semplice, più sicuro e più efficiente il loro stesso utilizzo.