E’ arrivato il momento tanto atteso, dopo giorni di test in mare, che non ci hanno consentito di allontanarci troppo dal Marina di Varazze, il porto che ospita il nostro centro prove, è arrivato anche per noi il momento di salpare.
L’ anno scorso numerosi sono stati i lettori che hanno incrociato le nostre rotte e che si sono fermati a salutarci e a vedere cosa stavamo testando in quel momento.
Il diario di bordo prenderà vita proprio dalla pagina di questo articolo iniziale. Lo aggiorneremo una volta al giorno scrivendolo in ordine cronologico inverso, troverete quindi all’inzio della pagina l’aggiornamento più recente.
La nostra barca in mare è facilmente riconoscibile, su entrambi i masconi sono infatti visibili le scritte “Tuttobarche, laboratorio mobile” e i numerosi adesivi delle aziende per le quali stiamo effettuando i test.
Il Daydreamer è un Comet 460 del 1986, progettato senza vincoli di stazza dalle abili mani di Finot, si ispira ai parametri ULBD regalandoci ottime prestazioni a vela. E’ lunga 14 metri ed il suo baglio massimo è di soli 3,78 metri, questo coefficiente prismatico le conferisce un passaggio sull’onda fantastico.
Numerose sono le prove che continueremo a fare durante la “crociera dei test” che quest’anno vedrà il Daydreamer navigare fra Corsica e Sardegna, l’elenco è lunghissimo:
1) Continua il nostro test estremo con il Selva 270 VIB che, l’anno scorso, abbiamo gia rimorchiato per più di 800 miglia senza un problema. La Selva Marine ce lo ha lasciato a bordo, per nulla preoccupata di sottoporre il tender anche alle miglia che faremo quest’anno.
2) Torqeedo 1003. La scorsa stagione abbiamo testato con piacere il fratellino minore, il 503, ma quest’anno tocca al 1003, dal quale ci aspettiamo grandi cose. Per rendere il test più reale abbiamo lasciato a casa il fuoribordo a scoppio, useremo quindi solo il Torqeedo 1003 per tutta la durata della crociera.
3) Quest’anno sul Daydreamer sono stati installati, in aggiunta a quelli provati l’anno scorso, altri apparati di Raymarine. Sul nostro albero fa infatti bella mostra di se un radar wireless Quantum da 24 miglia dotato di tecnologia CHIRP. Abbiamo inoltre installato un tridata I50 ed un display I60 dedicato al vento che riceve i dati dal trasduttore wireless che abbiamo installato in testa d’albero. Interessante l’installazione del display T112 Tacktick multifunzione wireless che,
4) Le valvole di Guidi, che erano state installate quest’inverno, avevano già sostenuto un primo ceck in maggio, dal quale erano uscite vincenti. Le ricontrolleremo dopo averle sottoposte all’uso intensivo della crociera.
5) La sostituzione di timone e passerella con i prodotti di Carbonautica ha ormai piu di sette mesi, entrambi i prodotti sono stati usati e lasciati alle intemperie fino ad oggi. Adesso verranno sottoposti ad un uso intensivo e vedremo insieme come si comporteranno.
7) Il Coelmo DM600 sul quale abbiamo già effettuato un primo test, verrà messo a dura prova dall’utilizzo quotidiano al quale verrà sottoposto. Ci siamo fatti anche inviare un kit per il primo tagliando che eseguiremo da soli e, ovviamente, documenteremo.
8) A dura prova saranno anche messe le cime di Gottifredi Maffioli che abbiamo appena ricevuto in redazione e che non mancheremo di sottoporre a numerosi test.
9) Il nostro Daydreamer è stato “wrappato”. Le sue linee di bellezza sono state rifatte in marzo da Luca Design, azienda specializzata nell’esecuzione di questi lavori. Gli adesivi, per ora, hanno resistito a tutti i lavaggi effettuati fino ad oggi. Ora è il momento di vedere se resisteranno alla salsedine dei giorni e delle notti in rada.
Ora non ci rimane che salpare e goderci un po’ di navigazione, i test saranno il corollario di queste splendide giornate che passeremo nell’elemento a noi più congeniale: il mare.
Siamo arrivati tardi ieri sera, abbiamo anche imbarcato una cambusa infinita che ha fatto abbassare la linea di galleggimento del Daydreamer. E così oggi ce la prendiamo con calma e salpiamo alle 11,30 dopo esser passati, come sempre succede prima di una partenza, ad acquistare le ultime cose in nota
dal nostro ship-chandler locale. Salutiamo il Marina di Varazze e volgiamo la prua per 218°, sono poco più di 30 miglia, ma noi siamo stanchi e questa rotta ci consentirà di accorciare la traversata, prevista per martedì, sulla Corsica. Andora è infatti posizionata nel punto più propizio per traversare su Calvì, da li ci sono “solo” 86/87 miglia da fare e, se ci svegliamo presto, si arriva per sera dall’altra parte. In ogni caso, dopo una mezz’ora di smotorata, ci accoglie un levante da 7/8 nodi che è sufficiente per farci spegnere il motore e dare vela.
Il Daydreamer, a dispetto della sua età, si piazza a 5,5/6 nodi di velocità e ci regala un paio d’ore di vela al lasco/traverso prima di mollare. Accendiamo quindi il motore e proseguiamo a vela e motore, a 7 nodi circa, fino al Porto di Andora, dove arriviamo alle 16,30 circa.
Domattina, se ci da buono, dovremmo trovare un residuo del levante di oggi che, più o meno ad una 20 di miglia dalla costa, dovrebbe intensificare fino a 15/20 nodi. Se così fosse potremmo traversare a vela e divertirci un pò. Andiamo quindi a mangiar qualcosa puntando la sveglia per le 5,30 di domattina quando, dopo l’ultimo controllo alle carte meteo, salperemo.
Sveglia alle 5,30, caffè di rito poi si salpa verso le 6,00. Appena fuori dal porto diamo vela, il levante previsto è intorno ai 10 nodi e noi siamo in rotta per 160°, il che si traduce in un bolinone largo, Il Daydreamer scivola sull’acqua a 7 nodi.
Dopo un’oretta il vento rinfresca fino a 17/18 nodi ed il mare si forma di conseguenza. Il moto ondoso ci arriva da traverso/giardinetto e lo stato del mare ora è mosso. Riduciamo e regoliamo le vele fino a quando non sentiamo il timone abbastanza neutro, poi affidiamo la barca al pilota automatico e regoliamo le vele di fino.
In queste condizioni il Daydreamer vola sull’acqua fra gli 8 ed i 9 nodi, dritto come un fuso sulla sua rotta.
A circa 15 miglia dalla costa il primo avvistamento, un branco di balene composto da tre esemplari soffia alla nostra dritta. Manovriamo e le raggiungiamo senza però avvicinarci troppo. Forse per questo le balene ci regalano un quarto d’ora di gioia, navigando placide ad una 30na di metri da noi.
Poi il log ci ricorda che le miglia da fare sono tante per cui rimettiamo il Daydreamer in rotta e ripartiamo veloci come prima. Il vento e stabile sui 18/19 nodi e le miglia passano veloci fino alle 15,00 quando il vento comincia a mollare, scanda a 10/12 nodi per cui noi, di rimando, diamo tutta tela e continuiamo veloci.
A 30 miglia da Calvi un branco di stenelle viene a giocare con la nostra prua, è sempre uno spettacolo fantastico. Un esemplare indugia più degi altri e rimane qualche minuto in più a giocare con la prua, nuota e ruota, ci osserva incuriosito poi, veloce come era arrivato si immerge nel blu e scompare.
Il vento ci molla definitivamente quando siamo ad una ventina di miglia dal nostro arrivo, diamo motore e rimaniamo sui 7 nodi.
Quando siamo a circa un miglio da Calvì il motore si spegne senza preavviso. Abbiamo la randa e ci sono 4/5 nodi d’aria, siamo in sicurezza. Scendo a vedere che succede, il daydreamer è dotato di due serbatoi in inox, comunicanti fra loro attraverso una vaschetta di compensazione. Un indicatore segna il pieno mentre l’altro il vuoto cosmico, li avevo controllati in navigazione, solitamente se ne consuma prima uno e poi l’altro per cui non avevo rilevato nulla di strano.
Colto da un dubbio sollevo i paglioli e scuoto la vaschetta di compensazione: suona vuota. Capisco qual’e il problema, praticamente siamo rimasti a secco con il serbatoio pieno! Rimando la risoluzione a dopo, adesso dobbiamo toglierci di qui, gli scogli della rocca di Calvì adesso sono troppo vicini per i miei gusti. Esco e prendo dal gavone la tanica di rispetto da 25 litri e, con l’ausilio del mio fantastico tubo di travaso, in due minuti il contenuto della tanica passa nel serbatoio.
Accendo il motore ma lui si spegne, forse abbiamo aspirato della morchia. Opto quindi per la presa di uno dei gavitelli antistanti il porto, riduco la randa e, in un quarto d’ora circa, raggiungo lentamente a vela il gavitello in questione. Li gli ormeggiatori che gestiscono il campo boe passano le nestre cime e, finalmente, siamo fermi in sicurezza.
Scendo e, con calma, smonto tutto. Dopo un’oretta buona di lavoro trovo il problema, il meccanico che ha montato il generatore ha fatto passare il tubo di alimentazione troppo vicino al rubinetto di chiusura del serbatoio, con le sollecitazioni questo tubo ha spinto la leva del rubinetto fino a chiudersi. Assicuro con una fascetta il tubo ben lontano dal rubinetto che apro e, magicamente, la vaschetta di compensazione dei serbatoi si riempie di gasolio…
Rimonto tutto, ormai è buio. Prendo una birra ghiacciata dal frigo, mi siedo in pozzetto ed ammiro lo spettacolo delle luci sulla rocca di Calvi. Guardo la mia compagna ed insieme decidiamo che oggi ci meritiamo una cena a terra. Gonfio il tender, ci monto il fuoribordo elettrico e, dopo una doccia ristoratrice, siamo pronti per uscire.
Saliamo sul tender e lasciamo il Daydreamer a riposare nella quiete della baia mentre, nel silenzio più assoluto, navighiamo verso il nostro premio.
Dopo la giornata di ieri oggi ce la prendiamo con calma. Alla boa abbiamo dormito benissimo, il Daydreamer è molto stabile e la notte è stata
Senza dover metter la sveglia mi sveglio verso le 7,30, preparo il caffè e mi metto a scrivere un pó.
Quando comincia il caldo spurgo il motore e lo metto in moto, gira alla perfezione, molliamo il gavitello e mettiamo la prua fuori dalla baia di Calvi.
Oggi faremo solo 25 miglia, siamo diretti in un posto che amo parecchio, la Girolata.
Il porto della Girolata è in realtà un campo boe racchiuso da un’insenatura che lo protegge virtualmente da tutto poichè il golfo, nella sua metà nord è esposto solo al SW e l’insenatura, protendendosi verso NW, crea di fatto un porto naturale.
Partiamo nella calma di vento più totale e ci dirigiamo verso la riserva della Scandola, un’altro posto magico della Corsica.
Dopo poco più di due ore di navigazione a motore arriviamo all’isolotto di Palazzù. Lo stato del mare ci consente di passare interni e di ammirare cosi lo spettacolo delle sue scogliere r
Poco dopo arriviamo al passaggio dell’isola di Gargalu, qui è bene prestare ancor più attenzione, il Daydreamer pesca due metri e trenta e, per questo pescaggio, il passaggio non è più largo di 5/6 metri.
Lo si effettua tenendosi a ridosso della costa e, se possibile, con un uomo a prua, perché vicino all’isolotto ci sono un paio di scogli ad un metro e mezzo di profondità. Li si scorge bene da prua, sono chiarissimi e contrastano il colore dell’acqua.
Dopo il bellissimo passaggio a sinistra si apre il Golfo della Girolata il cui paesaggio ricorda un pó l’isola di Jurassic Park. Qui le montagne, rosse, si tuffano direttamente in mare da centinaia di metri d’altezza, uno spettacolo mozzafiato.
Un quarto d’ora dopo sentiamo il Daydreamer avanzare a fatica, la velocità cala di un paio di nodi. Il motore sembra a posto, provo la retro ed un paio di accostate ma nulla, penso a qualcosa sull’asse e, visto che siamo in prossimità del campo boe, decido per l’ormeggio.
Entrati nell’insenatura il gommone del porto viene ad accoglierci e ci accompagna al nostro gavitello, qui si ormeggia con un gavitello a prua ed uno a poppa, le cime rigorosamente sulle bitte di dritta.
ppena fermi prendo la maschera, il boccaglio e mi tuffo in acqua. Attorno all’asse, vicino all’elica, vedo una massa scura, mi avvicino e riconosco i resti di un sacco della spazzatura che qualche sciagurato avrà buttato in mare.
Ringrazio la linea d’asse del Daydreamer (con un sail drive avrei avuto molti problemi) e libero il tutto in tre immersioni. Recupero i resti del sacco nero e li porto a bordo per buttarli.
Sono le 15 e ci rimane tutto un pomeriggio per godere della bellezza del luogo.
Lascio sempre a malincuore la Girolata, è un posto selvaggio ed accogliente contemporaneamente, ma abbiamo voglia di scendere a sud quindi optiamo per una tappa un po’ più lunga e ci dirigiamo verso il Golfo di Propriano, a Campomoro precisamente, dove c’è un’altro dei mie posti preferiti.
Campomoro è un insenatura situata a sud del golfo di Propriano, la sua orografia fa si che sia un ottimo riparo anche dal mestrale, a patto di riuscire a trovare posto all’ancora nell’area che parte dalla torre e si estende fino all’inizio del paese.
Il paesino è un borgo pittoresco frequentato piu che altro dal turismo locale, ricco di ristorantini deliziosi. Notevole il minimarket, fornitissimo e a buon mercato.
Molliamo quindi i due gavitelli e usciamo dal Porto della Girolata. Dobbiamo far rifornimento e, il primo distributore andando a sud lo si trova a Cargese a 15 miglia circa.
Il personale del porto di Cargese, incluso quello del distributore è molto cordiale e disponibile anche quando, come oggi, un mare di imbarcazioni, grandi e piccole, affolla il piccolissimo avamporto.
Loro non si perdono d’animo, prendono nota diligentemente del nome dell’imbarcazione e realizzano una lista che utilizzano per chiamare le barche in sequenza. Qui si fa rifornimento con la poppa in banchina e la trappa a prua, un sistema per evitare le insidie dei molti scogli vicini alla pompa del carburante. E così facciamo, quando tocca a noi, effettuiamo il rifornimento e ripartiamo salutando il simpatico e paziente responsabile del distributore.
Ci rimettiamo in rotta ben sapendo che fra poco doppieremo le Isole Sanguinarie, che delimitano il margine nord del vastissimo Golfo di Ajaccio. Il passaggio non è pericoloso, è sufficiente stare verso terra e la profondità non è mai inferiore ai 7/8 metri. In compenso anche qui il paesaggio è bellissimo.
Non c’è aria per cui continuiamo la nostra smotorata verso Campomoro dove arriviamo verso le 18,00. Ci sono già un bel pò di barche in rada ma noi optiamo per la zona Ovest, a ridosso del campo boe dei residenti, ed ancoriamo in 15 metri d’acqua, cosa che qui è ottima perchè i “posti in seconda fila” comportano un ancoraggio con 20/25 metri di fondo.
Un tuffo a controllare l’ancora e siamo pronti per la cena…
Spiaggiamo con il tender, saliamo le scale e svaligiamo il minimarket. Carichiamo quattro casse d’acqua, una di birra (la Pietra, favolosa birra corsa, seconda solo alla nostra Icnusa), 3 bottiglie di vino corso, pane fresco, pizza ed un pò di frutta. Poi torniamo, sempre a manetta, al Daydreamer ed imbarchiamo tutto.
Dopo aver stivato per bene la cambusa, salpiamo l’ancora e partiamo. Anche oggi si smotora, di vento non ce n’è e fa un caldo boia quindi optiamo per un bagno a Roccapina, spiaggia fantastica ed acqua chiarissima, l’ideale per un tuffo al volo.
In realtà qui ci ho dormito un sacco di volte, Roccapina (sia il golfo che la cala) e Murtoli sono ancoraggio da sogno ma, per dormirci, ci deve essere est dichiarato altrimenti si balla, oggi invece inverte e gira ad ovest, quindi ovviamente si va a dormire ad est.
Ripartiamo, lo scenario cambia e diventa quello tipico delle bocche, falesie bianche segnate dal vento scorrono a sinistra a partire da Capo Feno. Come al solito la vista di Bonifacio ci toglie il fiato mentre navighiamo in direzione del Passaggio della Piantarella .
Si è vero, Bonifacio, Lavezzi e l’Isola Piana sono fantastici ma, come al solito iper affollati e noi vogliamo stare in un bel posto, tranquilli., quindi si fa rotta per il Golfo di Santa Manza.
A me piace molto dormire sotto la scogliera di Capo Bianco, mi ci hanno portato più di 10 anni fa Marina e Luca, una coppia di cari amici, da allora, quando posso, vengo qui. E’ un posto bellissimo e poco frequentato.
Quando tira il maestrale, e non si ha voglia di entrare in porto, questo è un riparo perfetto. Si ancora sotto (molto sotto) la falesia ed il vento colpisce la barca almeno con il 30% di forza in meno. Se si ancora per bene si vedrà il vento scendere dall’alto e colpire l’acqua a qualche metro dalla poppa.
Marina e Luca questo lo sanno bene visto che una volta qui ci hanno preso più di 50 nodi. Quando ha mollato, la mattina di tre giorni dopo, delle due ancore che avevano filato, nemmeno una si riusciva a vedere, da tanto sotto la sabbia si erano andate ad infilare…
Si son fatte le cinque del pomeriggio quando arriviamo e diamo ancora, giusto in tempo per vedere l’est diventare ovest e l’acqua schiarirsi come d’incanto, questo è l’effetto che fa l’ovest da queste parti.
Mi sa tanto che, almeno per un paio di giorni, staremo qui, è un posto perfetto per scrivere e per testare le attrezzature che abbiamo a bordo.
E poi, fra un test e l’altro, un tuffo in questo fantastico posto non guasta, che ne dite?
Non che ci fosse il bisogno del meteo, alle 8 stava già soffiando ad una decina di nodi, inconsueto a quest’ora, sopratutto a Capo Bianco dove, come vi ho detto ieri, ne arriva normalmente molto meno.
Mia figlia arriva ad Olbia fra due giorni e non ho voglia di certo di andarla a prendere in cerata, bagnato da capo a piedi. Per cui, detto fatto, su l’ancora e si traversa per la Sardegna un paio di giorni prima.
D’altro canto il bello di questo paradiso è proprio che per ogni vento, persino per il maestrale, c’è un ridosso. Nel nostro caso si punta a Porto Brandinchi, dove il maestro arriva notevolmente diminuito, a meno di eventi eccezionali.
E poi c’è quel baretto sulla spiaggia, quello che fa grigliate fantastiche …
Appena fuori dal ridosso di Capo Bianco soffia già ad una ventina di nodi, doppiamo Punta Capicciolu e si stabilizza sui 25.
Apro metà genova ed un pó di randa, il Daydreamer parte a 7,5 al traverso. Srollo ancora un po’ di genoa e lui si inclina ed accellera ancora, siamo sugli 8/8,5 stabili, non male per la mia vecchietta …
Fuori dal ridosso della piantarella raffica un po’ ed arriva il mare, non ancora formato ma già fastidioso. Un occhiata al tender a rimorchio, è vero che stiamo testando il Vib 270 di Selva, ma è anche vero che ribaltarlo non è nei nostri programmi. Il tender plana veloce, appoggiato alla prima onda generata dal Daydreamer, ce la puó fare, lo lasciamo al traino.
Dopo Lavezzi il mare arriva per intero, nulla di preoccupante, ma il timone va aiutato altrimenti orza ad ogni passaggio d’onda. Regolo le vele per il traverso/lasco, do un filo di genoa ancora e lasco la scotta di randa, il Daydreamer si rimette sui binari ed il timone smette di correggere un problema che non era suo.
Traversiamo cosi le bocche, fantastiche nel loro giorno migliore, mai a meno di 8 nodi, con punte sopra i 9.
Il maestrale continua a spingerci, ruota progressivamente verso poppa poi, al largo di Mortorio, senza preavviso, cessa completamente. Dietro di noi il mare ancora imbiancato dalle raffiche, davanti blu e liscio come l’olio. Poco dopo siamo fermi e diamo motore.
Passare per il Golfo di Olbia, per Tavolara e Molara è sempre emozionante, anche se si sta smotorando come nel nostro caso. Arriviamo a Porto Brandinchi verso le 15,30 e buttiamo l’ancora. Anche qui si sta decisamente bene, un bel posto per scrivere un pò, mi sa che ci si ferma qui anche domani.
Oggi è previsto un E-SE da una 15na di nodi e, infatti, appena fuori da Porto Ottiolu, lo incontriamo. Compaiono randa e genoa ed il Daydreamer parte a razzo a sette nodi e passa. Navighiamo a vela fino circa a Mortorio poi il vento cala e gira in fil di ruota, noi abbiamo ancora troppe miglia da fare per cui, accendiamo il motore, chiudiamo il genoa e … e smotoriamo in una calura pazzesca, la velocità del vento è palesemente identica alla nostra e noi boccheggiamo.
Fra le isole dell’arcipelago della Maddalena non troviamo, stranamente, il solito traffico, ci sono veramente pochissime imbarcazioni in giro oggi.
Entriamo nell’istmo che conduce al Porto di Santa Teresa di Gallura verso le 18,00 ed ormeggiamo in banchina. Abbiamo un pò di articoli in arretrato da scrivere ed è prevista anche una botta di maestrale per cui, unendo l’utile al dilettevole, staremo qui due o tre giorni.
Dopo una giornata trascorsa a rilassarsi e a fare qualche test nella splendida cornice di Cala Brandinchi, è arrivato il momento di fare una giornata di porto. Mia figlia arriva oggi in aereo ad Olbia e noi abbiamo le necessità di un pò di cambusa fresca, di fare il pieno d’acqua e di rifilare quello di gasolio.
Porto Ottiolu è a sole 4 miglia da Brandinchi ed è un porto dove mi fermo sempre con piacere, è un porto vivo con un sacco di ristorantini, minimarket e negozietti dove trovare praticamente tutto, lo includeremo sicuramente nell’indagine sulla portualità che stiamo facendo.
Quindi salpiamo l’ancora e percorriamo le quanttro miglia che ci separano dal porto, chiamiamo sul canale 9 VHF e veniamo accolti con la usuale cortesia, facciamo il pieno di gasolio e poi ormeggiamo.
Il Maestrale è calato durante la notte e noi lasciamo il Marina di Santa teresa di Gallura in rotta per Rondinara. Le Bocche di Bonifacio hanno dato il meglio di loro nelle 36 ore precedenti e l’onda residua di mare vecchio, ancora importante, ne è la conferma. Malgrado il porto di Santa Teresa sia decisamente accogliente, lasciarlo è sempre un piacere. La sensazione di libertà che da lo stare in mare e gli ancoraggi che ci attendono sono il carburante che alimenta la nostra passione.
Oggi farà ancora un ovest leggero per cui si va a dormire ad est, a Rondinara per la precisione. Un paio d’ore abbondanti di navigazione ci porteranno in uno degli ancoraggi più belli di queste zone.
Nelle bocche, come quasi sempre quando finisce il Maestrale, troviamo quasi un nodo di corrente che, insieme all’onda residua ci accompagnano fino a Lavezzi poi, mare vento e corrente, ci abbandonano contemporaneamente ed il motore rimane la nostra unica propulsione fino alla baia dove diamo ancora verso le due del pomeriggio. Rondinara non è ancora affollata e troviamo posto in “prima fila” al limite delle boe gialle che delimitano la zona di divieto. Nel corso della giornata le imbarcazioni arrivano numerose e, come di consueto, verso sera mettiamo i parabordi per stare più tranquilli.
Oggi è un giorno speciale, è il compleanno di Alessandro Farassino, nostro caro amico e Presidente del CNRT, il circolo velico che organizza la Roma per Tutti, una delle regate d’altura più belle che ci siano.
Con Alessandro e Cecilia, così come con Luca e Marina, ci si incontra tutti gli anni e si passa qualche giorno insieme, senza darsi appuntamento, per il puro piacere di stare in compagnia.
Questa sera festeggeremo Alessandro in spiaggia, per cui su ogni barca c’è fermento, ognuno prepara qualcosa e non vediamo l’ora di fare festa, come ogni anno, tutti insieme.
Da oggi in poi orbiteremo in queste zone dove rimarremo sostanzialmente fino a fine mese. Per chi volesse incontrarci, per testare una delle nostre atrezzature in prova o, più semplicemente, anche solo per bere un bicchiere in compagnia, sarà sufficiente chiamare sul VHF canale 16 (mi raccomando fuori dagli orari vietati e cambiando subito canale) o, in alternativa, inviando una mail all’indirizzo : info@yachtdigest.com
Ora vi lasciamo alle vostre vacanze ed auguriamo Buon Vento a tutti.
LE FLASH NEWS DI YACHT DIGESTNotizie Flash della settimana 50 CON LA NUOVA ANTARES 9, …
Il dipartimento marketing di Rio Yachts vanta un nuovo ingresso. Si tratta di Arianna Milesi,…
Eleganza, velocità e comfort sono le tre parole chiave del nuovo Ice 52ST, l’ultimo modello…
Grand Soleil Blue debutta al Boot di Düsseldorf 2025, ridefinendo gli standard della sostenibilità in…
Un salone di grande successo, con oltre 45 marchi e 50 espositori provenienti da 10…
La prova del Nuovo Prince 45 di Nuova Jolly Marine, un salto quantico in termini…