Un test serio, in condizioni meteomarine difficili. Questo è il presupposto di una prova che ci è piaciuta parecchio visto che il Golfo del Tigullio ci ha regalato un paio di metri d’onda e un bel vento, teso e rafficato fino a 30 nodi di reale. Peccato non esser riusciti a scattare durante la prova, in compenso il materiale fotografico di repertorio è davvero di buona qualità…
La barca è veloce, non batte sull’onda e, in queste condizioni, risalire efficacemente il vento è davvero una goduria mentre il timone regala buone sensazioni. Scendendo sottocoperta siamo rimasti sorpresi dalla sensazione di robustezza e dall’assenza di rumori e scricchiolii vari, nessuna porta che sbatteva, nessun cassetto che si apriva.
La bolina dura non è più una dote scontata per la maggior parte delle barche da crociera, ma questa naviga davvero bene, per questo ci è piaciuta. La postazione del timoniere è ben pensata, la tuga bassa consente una buona visibilità.
Alle altre andature, date le condizioni, eravamo a vele bianche ma anche con tanta onda la barca era stabile e prevedibile, al lasco sembrava stare su due binari, la scia sempre pulita. Il passaggio sull’onda è sempre morbido, la carena si appoggia facilmente sullo spigolo nonostante i volumi interni siano buoni.
A motore, come tutte le barche sportive, viaggia bene ed il motore di serie, un Volvo D2-55, è sufficente. In porto con il ventone non abbiamo avuto particolari problemi a manovrare.
In sintesi ci è piaciuta molto, una barca che riesce a coniugare perfettamente il comfort e le prestazioni al giorno d’oggi non è una cosa per nulla scontata.
Judel/Vrolijk ci hanno proprio preso con questo progetto, i volumi di entrata non sono esagerati, il baglio massimo è arretrato, la coperta mostra un elegante cavallino trasverasle e la chiglia ed il timone hanno un buon allungamento. L’unico neo è il sempre più presente serbatoio dell’acqua posizionato a prua.
Lo scafo è in sandwich di vetroresina (vinilestere) realizzato con la tecnica del sottovuoto e rinforzato in carbonio nei punti di maggior carico. La coperta è in sandwich con anima di balsa. Il bulbo nella versione “competition” della prova ha il siluro costruito in un misto ghisa-piombo con un’immersione di 2,50 m. Nella versione standard è in ghisa con immersione di 2,25; 1,80 m per quella con pescaggio ridotto e “scarpone”.
Il piano velico è a bassa sovrapposizione, con un jib al 106%. Equilibrato e facile da gestire. L’armo Competition regala 12 mq di tela in più che nelle condizioni che abbiamo incontrato (navigando con due mani di terzaroli) non si fanno sentire ma che, in normali condizioni mediterranee, sono certamente un arma di cui approfittare.
La coperta è molto vivibil
L’albero della barca in prova è in carbonio, il sartiame in tondino. Le vele sono Elvstroom HPM. Optional, molto più vicine alla regata che alla crociera. L’attrezzatura di coperta è ben dimensionata, sulla barca della prova ci sono sei winch di cui tre elettrici.
La pala del timone è molto lunga e immersa, la timoneria è doppia. Ottima la “pastosità”.
L’avvolgitore del fiocco è sotto al filo della coperta, efficiente. La randa è a circuito chiuso con tre mani di terzaroli. Si fa tutto dal pozzetto anche per le i carrelli del genoa, il trasto randa è lungo ed efficiente, su sfere. Lo manovra il timoniere. Gli strumenti navigazione sono sdoppiati ai lati delle timonerie, facilmente utilizzabili dal timoniere. Il comfort del pozzetto è ottimo, buona la lunghezza delle panche (189 cm.), buono anche l’abbondante spazio alle spalle delle ruote che amplia la zona “bagno” davanti alla plancetta abbattibile. I gavoni sono tre, di cui uno enorme. Il tavolo del pozzetto è tradizionale ad ante abbattibili. Buona la larghezza, 140 cm, facilmente smontabile per la regata. La posizione dell’autogonfiabile è migliorabile, è nei gavoni di poppa. La discesa a mare è ottima, si scende dalla plancia di poppa ribaltabile dalla quale parte una scaletta a scomparsa.
Divisione interna (da prua): cala vele; cabina armatoriale con bagno dedicato; quadrato con tavolo da pranzo sulla destra e divanetto e carteggio sulla sinistra; cucina a L sulla sinistra e bagno sulla sinistra; due cabine matrimoniali a poppa.
La ventilazione è ottimale, con quattro osteriggi per lato sulla tuga, più il tambuccio e il passauomo centrale. l’illuminazione naturale è ideale grazie anche alle sottili finestratura in murata, quella artificiale è assicurata da faretti e dai led a scomparsa sui cielini, più tre abatjour. Grandi spazi di stivaggio, sia negli stipi laterali che sotto le sedute, il carteggio misura 55 x 64 centimetri.
La cucina ha un piano di lavoro da 180 centimetri, due lavelli e tre fornelli. Un frigo a pozzo da 130 litri ed un microonde completano un ottimo allestimento.
La cabina di prua è riservata all’armatore ed è organizzata con un letto centrale da 2,0 x 1,36 metri, il volume d
Buone le dimensioni delle cabine di poppa che vedono la des
Due i bagni, entrambi ben fatti e spaziosi, quello di poppa è dotato di un intelligente sistema studiato da Dehler per avere un box doccia separato. La gestione degli scarichi è ottimale, tutto è facilmente raggiungibile, la ventilazione è sufficiente.
Il vano motore è ottimamente insonorizzato, accessibile dai tre lati. Il tavolo da carteggio è un vero angolo del comandante. Ampio, comodo e con molto spazio in stipi e cassetti. Il quadro elettrico è vicino al tavolo da carteggio. Si chiude con un portello in legno e dispone di voltmetro, livelli acqua e gasolio, interruttori luci di bordo e presa a 12 Volt.
L’impianto elettrico è asservito da uno switch batterie, le batterie presenti sono una per il motore 12V/90 Ah AGM e una per i servizi 12V/65 Ah AGM, dotazione un pò scarsa a nostra opinione. Anche l’impianto 220 V lascia a desiderare con un caricabatterie 12V/30 A.
L’impianto idraulico vede un serbatoio da 450 litri, boiler da 22 litri, due serbatoi per le acque nere da 80 e 35 litri e uno per le acque grigie da 70 litri. Due le pompe di sentina: una elettrica e una manuale.
Lsciamoci ora emozionare da altre immagini del Dehler 46
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