Pescando questi predatori, parlando soprattutto di pesche in verticale, ho notato che il dentice corazziere risente molto di alcune condizioni meteo marine. Tendono ad essere particolarmente attivi in condizioni di discreta corrente, rispetto alle giornate in cui il flusso di corrente è molto lento. Certo che, dovendo riuscire a pescare in verticale il più possibile per riuscire ad ottenere i migliori risultati, i giorni migliori saranno quelli in qui la corrente sia buona da tenere i pesci in alta attività, ma non tale da rendere la nostra pesca troppo complicata.
Decisamente importante nella pesca dei corazzieri è la fase lunare che caratterizza la nostra battuta. Per quella che è la mia esperienza, è da preferire una giornata di pesca con la luna in fase crescente, in particolar modo i giorni che seguono il primo quarto del ciclo lunare. Spesso sono state queste le giornate in cui mi ricordo numerosi attacchi durante l’arco della giornata e, poiché questo si è ripetuto veramente molte volte, non credo certo che ciò sia un caso. Come anche altri predatori, i corazzieri tendono ad avere una buona attività nelle ore a cavallo dei picchi di alta marea. I momenti da tenere in considerazioni sono senza dubbio anche le ore crepuscolari. In molte occasione ho potuto notare un’improvvisa frenesia alimentare scoppiata proprio dopo che il sole scompariva dietro la linea di orizzonte.
Ovviamente, queste sono tutte indicazioni di massima. E, come ben sappiano, proprio quando pensiamo di aver capito tutto della pesca, c’è sempre un’eccezione pronta a stravolgere tutte le nostre certezze. Sta di fatto, che la migliore strategia nella pesca è quella di tenere le lenze in acqua ogni qualvolta si ha tempo per farlo: su questo non ci piove! Comunque, tenere a mente alcune piccole regole non fa mai male.
Come approcciamo al punto di pesca?
Anche se quello che stiamo per dire potrebbe sembrare banale per i pescatori esperti, non lo sarà per i neofiti. Una volta che abbiamo segnato sul nostro chartplotter tutti i punti di nostro interesse, li andremo a “battere” uno ad uno, dedicando ad ognuno di essi il tempo necessario. Ricordatevi sempre che il dentice corazziere è un pesce particolarmente aggressivo qualora sia in attività. Il più delle volte, quindi, saranno le prime cale nella zona di interesse a registrare l’attacco. Dunque, se sullo spot notiamo che non c’è ombra di pesci, oppure che questi non sono disposti ad attaccare, è inutile insistere per molto tempo invano. Meglio lasciar stare e magari tornare sul punto dopo qualche ora o, magari, in un altro giorno.
Parlando invece del giusto approccio alla zona di pesca, sarà importante, appena giunti sul nostro waypoint, togliere la marcia al motore e vedere la combinazione di vento e corrente (ovvero, lo scarroccio) in che direzione sposta la nostra imbarcazione. Intuito ciò, basterà dirigersi nella direzione opposto e risalire a monte del nostro waypoint e, calando le lenze in acqua e iniziando l’azione di pesca, permettere allo scarroccio di farci fare correttamente il nostro passaggio in prossimità del punto di interesse. Ricordandoci che la nostra azione sarà tanto più efficace tanto più riusciremo a pescare verticalmente rispetto al fondo. In caso di eccessivo scarroccio, sarà il caso che qualcuno dell’equipaggio resti al timone e contrasti con dei colpetti di motore lo spostamento, permettendo alla barca di muoversi molto lentamente rispetto al fondo e, perciò, alle lenze di rimanere in verticale il più possibile.