Marino Alfani e l’incubazione del design
Le idee camminano sulle gambe delle persone, si dice. E hanno anche bisogno di spazi dove nascere e svilupparsi.
Nasce così l’idea di Marino Alfani, giovane e già affermato designer con all’attivo collaborazioni con marchi quali Rio Yachts, Rose Island, Abbate Primatist e molti altri, nel momento in cui ha deciso e dovuto pensare a una nuova sede, un nuovo studio per far fronte agli impegni progettuali. Realizzare cioè un luogo delle idee.
Nella sostanza si tratta di un loft, un grande spazio senza barriere fisiche né mentali. “Made to measure” , questo il nome dello spazio/progetto, è un luogo dove convivono professionisti diversi, grafici, digital project manager, fotografi e designer che lavorano su progetti complementari.
La convivenza fisica di professionisti diventa nelle intenzioni di Alfani una contaminazione di idee, una circolazione di intuizioni che abbia come risultato finale quello di poter realizzare sempre qualcosa di non standardizzato, qualcosa che sia appunto “fatto su misura”.
“La spinta – ha spiegato il designer -viene da richieste sempre più frequenti di armatori che desiderano esprimere il loro gusto individuale, il potere della personalità e il valore dell’unicità tramite un progetto unico della propria imbarcazione, del proprio sogno”.
Sfida non facile, ma che ha attirato Marino Alfani, convinto che il suo ruolo debba essere quello di “un intermediario tra cliente e cantiere costruttore, un designer che non impone il proprio pensiero, ma che aiuta l’armatore a realizzare il proprio sogno”.
Marino Alfani in questo modo mette un altro tassello alla sua carriera che lo ha portato a soli 33 anni a collezionare prestigiosi premi in campo internazionale grazie a progetti come il Lobster 65 del 2009 o il progetto Dlimo nel 2010. E ancora la nomination per il compasso d’oro per il progetto del Rio Espera 34 e la nomination per l’European Power Boat of the Year 2015 con il progetto di Rio Paranà 38.