Non c’è da stupirsi quindi se i cantieri di quest’area costruiscono imbarcazioni solide e sincere, pensate per navigare comodamente sempre, anche quando le condizioni si fanno impegnative.
Da più di vent’anni, a Southampton, Discovery Yachts costruisce lussuose imbarcazioni custom che affiancano a queste importanti caratteristiche, la peculiarità di poter essere condotte in equipaggio ridotto.
Capirete quindi come non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di provare, peraltro proprio nel Solent, uno di questi capolavori: Il Discovery 54 .
Per fortuna il Solent oggi ci riserva una giornata clemente e, anche se di sole non se ne parla, almeno non ci sono previsioni di burrasca.
D’altro canto con molto vento le barche a vela vanno tutte e noi oggi, con i sette/otto nodi previsti, potremmo invece testare come va il nostro yacht in condizioni quasi mediterranee.
Girato l’angolo ci troviamo di fronte al Discovery 54. Scafo blu, bordo libero non eccessivo e linee sinuose sono un mix tremendamente sexy per una barca a vela, questo yacht non passa di certo inosservato.
Del resto se uno vuole fare il giro del mondo è per riempirsi gli occhi di bellezza e, navigare a bordo di uno scaldabagno, non aiuterebbe di certo.
Salgo a bordo utilizzando la pratica e solida scaletta di mezza nave e, se prima ero rimasto piacevolmente colpito dall’estetica, adesso sono letteralmente folgorato dalla disposizione del pozzetto.
Da questo design d’esterni derivano due panche del pozzetto che, prive dall’ingombro della ruota, accomodano a sedere 6/7 persone attorno ad un tavolo centrale che, quando è chiuso, regala una circolazione di bordo preziosa. Le due timonerie, complete di tutti i comandi per il governo dello yacht, sono posizionate a metà della poppa e garantiscono un’ottima visibilità in avanti, persino con “l’abito invernale” di cui è dotato oggi la nostra barca.
Il tutto senza dover rinunciare a quel pezzo di ponte di poppa che funziona da prendisole ed ospita le tanto comode quanto funzionali sedute del giardinetto. In sintesi un gran lavoro progettuale che rende semplice ed efficace la vita in navigazione.
Tony Bertram, il simpatico ed esperto comandante dell’imbarcazione, esce facilmente dall’ormeggio, manovrare con eliche di prua e di poppa è molto semplice e la barca evolve senza incertezze.
Il Discovery 54 è dotato di doppia pala del timone e di skeg, il massimo in termini di stabilità di rotta e sicurezza per la navigazione d’altura, l’installazione dei sistemi di manovra è quindi un piccolo prezzo da pagare per poter navigare intorno al mondo senza problemi.
Appena fuori troviamo una corrente che rileviamo fra i due ed i tre nodi, va da ovest ad est e dovremo considerarla sia per navigare che per misurare le prestazioni a vela.
Randa e genoa, come tutto del resto su questo yacht, sono elettrici e “issare” le vele è un gioco da ragazzi. Il vento è deboluccio, ci saranno al massimo 8 nodi di reale, forse pochi per una barca di questa stazza.
In meno di 3 minuti abbiamo tutta la tela a riva ed il Discovery 54, inaspettatamente, comincia subito a muoversi. Ci mettiamo a favore di corrente per crearci un po’ di vento apparente e lo yacht accelera rapidamente, 5 nodi, 6, 6,5 … senza accennare a diminuire.
Regolo le vele e di nuovo lo yacht mi fa percepire un’accelerazione, stringo fino a 30/35 gradi sul vento apparente abbasso gli occhi e leggo 8,1 nodi.
Si è vero siamo con la corrente a favore ma sono onestamente sconvolto, fare 5,5/6 nodi di “velocità effettiva” con 7/8 nodi di vento reale è una prestazione di tutto rispetto per una barca da giro del mondo, questa carena funziona a dovere.
Mentre boliniamo lascio la ruota, la barca continua sulla sua rotta come nulla fosse, una stabilità di rotta impressionante. Il pilota automatico qui ha ben poco da lavorare e, nelle lunghe navigazioni, questa è una qualità importantissima.
Viriamo, ci mettiamo mure a dritta e poggiamo. Controcorrente il vento apparente diminuisce drasticamente, ciononostante registriamo 3,6 nodi fra gli 80 ed i 90 gradi dall’apparente, che diminuiscono fino a 2,8 a 130°.
Cedo il timone, mi siedo e cerco di razionalizzare quanto accaduto per annotarlo prima che il ricordo svanisca. Cammino verso il tavolo e mi rendo conto di aver bolinato con uno sbandamento fra i più contenuti che abbia mai provato, il Discovery 54 è molto stabile.
Fermi in corrente a rollare le vele ci passa accanto un traghetto, uno dei molti che collegano l’Isola di Wight con la costa, ma le sue onde hanno un effetto davvero minimo sul nostro yacht. La barca non rolla, sembra quasi di essere su un catamarano.
Questa barca è semplicemente perfetta, riesce perfettamente a sintetizzare tutte le doti necessarie a chi vuole passare molto tempo in barca.
Stabile, insospettabilmente veloce e sicura, abbina un design particolarmente ben riuscito ad una cura per il dettaglio non comune. Costruita praticamente su misura, è onestamente avanti anni luce rispetto a modelli ben più diffusi nel mercato.
Sara forse per questo che di scendere non ne ho proprio voglia, navigare su barche così è un privilegio che non capita così spesso.
Sailing | Motoring | |||
Apparent wind angle | SOG in Kn | SOG in Kn | Engine RPM | Speed in Kn |
with the current | against the current | no current | ||
30 | 8,1 | 650 | 3,4 | |
40 | 7,6 | 1.000 | 3,8 | |
50 | 7,1 | 1.250 | 4,1 | |
60 | 6,5 | 1.500 | 5 | |
70 | 6,5 | 1.750 | 5,9 | |
80 | 3,6 | 2.000 | 7,3 | |
90 | 3,5 | 2.250 | 8 | |
100 | 3,4 | 2.500 | 8,5 | |
110 | 3,2 | 2.750 | 8,9 | |
120 | 3,1 | 3.000 | 9,1 | |
130 | 2,8 |
Condizioni della prova: vento reale 7/8 nodi NNW, mare calmo, corrente da 2 a 3 nodi, 5 persone a bordo, serbatoio gasolio al 70% , serbatoio acqua al 30% , elica tripala a pale orientabili .
Il cantiere produce barche come fossero pezzi unici. Il personale è esperto e suddiviso in team, ogni gruppo porta avanti la costruzione di una sola barca alla volta.
L’armatore può personalizzare completamente la sua barca e ne segue la costruzione attraverso riunioni periodiche che, altra particolarità, effettua direttamente con il team.
Gli interni di queste imbarcazioni sono quindi così personalizzati e diversi fra loro che non ha senso parlare di configurazioni. Ha molto più senso invece parlare della maestria che contraddistingue le realizzazioni, qui lavorano maestri d’ascia di rara perizia e, vederli al lavoro, è un vero piacere.
I Southerly e i Discovery Yachts, di conseguenza, non costano certamente poco ma, se riflettete su quanto appena scritto vi accorgerete che il prezzo di queste imbarcazioni è decisamente basso rispetto al valore che retrocedono.
Se poi lo parametrate al valore dell’usato, ammesso ne troviate uno, allora scoprirete che il loro prezzo scende pochissimo nel tempo.
Come definirei sinteticamente una di queste barche?
Potete chiamarle blue water cruiser, potete definirle barche lussuose, barche marine, potete chiamarle con qualsiasi appellativo vi venga in mente anche se, lo avrete capito dalla mie parole, sono barche semplicemente perfette.
In una parola, definitive.
Overall Length: | 16.83m | 55’2” |
Length Waterline (Heeled): | 14.93m | 49’0” |
Beam: | 4.8m | 15’7” |
Draft: | 2.23m | 7’3” |
Displacement: | 24,860kg | 54,806lbs |
Air Draft: | 24.43m | 80’1” |
Main: | 83.06mq | 894ft² |
Self-tacking jib: | 51mq | 549ft² |
Furling genoa 140%: | 97.30mq | 1,047ft² |
Engine: | Yanmar 160hp | |
Fuel: | 970 litres | 213 US Gals |
Water: | 800 litres | 176 US Gals |
Direttore responsabile, tester e giornalista. Comincia a navigare in tenera età con il padre poi da adulto scopre la vela e le regate d'altura. Lavora da più di trent'anni in editoria e naviga continuamente, soprattutto a bordo della barca della redazione, una vecchia signora dei mari che ha ristrutturato completamente e che svolge egregiamente la funzione di "laboratorio mobile" per The International Yachting Media.
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