Secondo l’ultimo Dpcm, per uscire dai confini comunali via mare servono comprovati motivi
Non è passata neppure una settimana dall’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm, che l’Italia sta già cambiando colore in modo repentino. E’ il quadro sempre più critico dell’andamento del virus nel nostro Paese che, suddiviso dal Governo in regioni gialle, arancioni e rosse a seconda del rischio di contagio, è stretto nella morsa di numerose limitazioni. Limitazioni che ricadono inevitabilmente anche sulla nautica da diporto.
Per chi avesse ancora dei dubbi in merito alla possibilità o meno di spostarsi a bordo della propria barca, in particolare chi vive nelle regioni dichiarate arancioni (che, nel momento in cui scriviamo, sono Abruzzo, Basilicata, Liguria, Sicilia, Puglia, Toscana e Umbria), ricordiamo quanto viene affermato in una nota del Ministero dei Trasporti: “Il Comune ha competenza anche sul mare territoriale, dove si esercitano i poteri dello Stato contestualmente a quelli degli enti territoriali e delle Regioni, per questo motivo, oltre alle attività amministrative in acqua, i Comuni marittimi possono occuparsi pure di polizia locale“.
Dunque, alla luce delle restrizioni del nuovo Dpcm, che non parla esplicitamente di confini comunali via mare ma li sottintende, gli armatori che risiedono nelle aree arancioni possono raggiungere le proprie imbarcazioni solo se queste si trovano all’interno del comune di residenza. Inoltre possono sì uscire in barca, ma non devono oltrepassare i confini comunali via mare.
Sono quindi consentiti gli spostamenti in entrata e in uscita dal porto unicamente all’interno del territorio comunale di appartenenza, ad eccezione di trasferimenti motivati da comprovate esigenze (lavoro, studio, salute, necessità) o per rientrare alla propria residenza o al proprio domicilio. In questi casi, è obbligatorio portare con sé a bordo il modulo di autocertificazione.
Ad esempio, se esco dal Marina di Varazze (in Liguria, regione arancione), non posso recarmi in barca a Celle Ligure (comune confinante), ma devo navigare all’interno delle acque comunali di Varazze. A meno che non debba andare a Celle Ligure per lavoro e allora è necessario compilare l’autodichiarazione. Insomma, ciò che vale sulla terraferma vale anche in mare.
Decisamente più avvantaggiati i diportisti delle regioni gialle, le zone meno rischiose, in cui sono consentiti gli spostamenti non solo da un comune all’altro ma anche in un’altra regione, purché appartenga anch’essa alla fascia gialla.
Penalizzati sul nascere, invece, gli armatori delle regioni rosse dove, essendoci la soglia di pericolo più alta, non si esce né si entra, e neppure ci si può muovere all’interno delle stesse se non per comprovati motivi. Quindi chi abita in Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e nella provincia autonoma dell’Alto Adige si metta il cuore in pace: niente giri in barca fino alla scadenza del dpcm.
In linea generale, rimane valido l’obbligo di compilazione della “Dichiarazione marittima di Sanità per il Diporto” (clicca qui per scaricarla), da trasmettere all’autorità sanitaria marittima da parte dei comandanti delle barche da diporto sotto i 24 metri che arrivano da porti italiani, di Paesi dell’Unione Europea, di Stati dell’Area Schengen, Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Andorra e Principato di Monaco, Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano.