Drifting al tonno, consigli ed atrezzature per neofiti

Anche un tonno di bracco può mettere in difficoltà un angler se lo si affronta con attrezzatura di basso livello, perciò, cerchiamo sempre di scegliere un prodotto senza avere troppa premura di risparmiare

Parlare di big game in Mediterraneo significa, nella maggior parte dei casi, parlare di pesca al tonno rosso e, in assoluto, tra chi pone il grande re del mare come proprio target, il drifting è la pesca più pratica e facile da realizzare, sulla quale vogliamo concentrare la nostra attenzione.

Ogni anno sono veramente molti i neofiti che sentono la voglia di approcciare a questa disciplina e, ovviamente, l’alta presenza di questo pesce è un forte incentivo.

Iniziare a praticare una tecnica mirata al più potente predatore che un angler può incontrare non è facile, perciò, in questo servizio cerchiamo di vedere alcuni punti importanti da tener inconsiderazione se si decide di iniziare a praticare il drifting al tonno rosso.

 

Attrezzatura: quale scegliere e quanto spendere

Il re del nostro mare va rispettato, perciò, anche se si è agli inizi, è sempre meglio iniziare la tecnica del drifting con prodotti di buona qualità

Come appena detto, il grande aumento dei tonni lungo le coste del nostro stivale ha fatto sì che, se un angler acquisisce un minimo di esperienza, è diventato più facile prendere un tonno che moltissimi altri pesci target tipici della pesca sportiva da natante.

Le distanze da percorrere dalla costa non sono molte per arrivare su spot buoni, quindi già con barche o gommoni non eccessivamente grandi, si riesce a praticare il drifting al tonno senza troppe difficoltà. Specie per chi inizia, è sempre importante approcciare a questa pesca in team, senza improvvisarsi solitari lupi di mare.

La pesca si pratica all’ancora o in scarroccio. Quest’ultimo approccio è forse il migliore per chi inizia. Lo scarroccio ha dei grossi limiti se lo spostamento della barca (dovuto alla somma del vettore vento e del vettore corrente) è eccessivo. Questo problema può essere annullato, o comunque ridotto, utilizzando delle ancore galleggianti più o meno grandi, che hanno un prezzo che in media parte dalle 30 Euro a salire a seconda della grandezza.

Anche se si sta iniziando questa disciplina, non si può pensare di affrontare il pesce più grande e potente dei nostri mari, con attrezzature troppo economiche che non ci permetterebbero un combattimento agevolato. Spesso l’impiego di attrezzi non idonei significa avere canne che non hanno capacità di rientro nella fase di pompaggio (e che quindi rimangono impiccate, come in gergo molti pescatori dicono).

 

Il tonno rosso, grazie anche alle severe norme di tutele che ne disciplinano la pesca e la sempre più diffusa pratica del catch and release, sta popolando i nostri mari sempre in maggior numero

Un altro grosso problema che possono avere canne di bassa qualità è lo svirgolamento (ovvero rotazioni laterali che il fusto tende avere quando è sottoposto a grandi sforzi). Lo stesso vale per i mulinelli di scarso valore, che non ci consentono di poter confidare in una frizione affidabile. L’impiego di attrezzi di qualità mediocre si traduce in combattimenti che si allungano moltissimo, diventando molto faticosi per l’angler come devastanti per il pesce che magari poi dobbiamo rilasciare.

Inoltre, attrezzature troppo economiche, causa rottura di fusti o quant’altro, posso diventare veramente pericolose. Il drifting in media si pratica con quattro o cinque canne, ma nulla vieta di mettersi in pesca anche con una sola canna o due. Quindi, senza economizzare troppo sui materiale, forse per chi inizia è meglio farlo sul numero di canne, che magari andiamo aumentando nel tempo con il crescere della nostra passione per questa tecnica.

Possiamo pescare a drifting impiegando canne carrucolate e mulinelli da nylon, e questo è il metodo più classico e oggetto di questo articolo. Oppure utilizzando una tecnica più recente e molto diffusa che è quella in Top Shot, che prevede l’impiego della lenza madre in materiale trecciato e, ovviamente, canne e mulinelli dedicati (della pesca in Top Shot parleremo nel dettaglio in futuri articoli).

Tornando all’approccio di pesca classico, una buona canna da drifting, per chi inizia, può costare tra i 450 e i 700 E, ed è consigliabile l’impiego di fusti da 50 lb o 30/50 lb. Un mulinello 50lb buono, scegliendolo tra i doppia-velocità, può partire dai 350 ai 700 E. Qualcosa in meno se si opta per un 30 lb che, se scelto tra i monovelocità, si può trovare anche a 250-400 E. Per imbobinare un mulinello con un nylon da 50 lb si parte da 25-30 E di spesa.

Un occhio al mercato

Possiamo dare alcune indicazioni di mercato che potrebbero tornare utili a chi, avvicinandosi per la prima volta al mondo del drifting, potrebbe rimanere spiazzato date le decine di prodotti in circolazione.

Per dare delle indicazioni di massima, potremo indicare una canna che pur essendo di ottimo livello ha un prezzo piuttosto contenuto, quale può essere la Tuna Passion del marchio Atlantic Rods, canna 30/50 lb, montata con passanti Winthrop e comprensiva di manico curvo Alps. Prezzo orientativo 680-700. A questa potremmo abbinare un mulinello 50 lb a doppia velocità, come l’Avet EX 50/2, attrezzo made in Usa e di grande affidabilità e ottima qualità. Prezzo orientativo 600-650 E.

Per chi volesse spendere meno, visto che come redazione capiamo che all’inizio non tutti sono disposto ad affrontare grosse spese, possiamo indicare un modello dell’azienda Shimano che si distingue per un buon rapporto qualità/prezzo: il Tyrnos 50Lb LRS con doppia velocità di recupero. Prezzo 400-430 Euro.

Emiliano Gabrielli

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