Edipo re: storia di una barca, di un film, di un amore.

Prima “Rapido”. Poi “Emanuela”. Oggi “Edipo Re”.
Prima peschereccio, poi traghettatore di anime istriane in fuga dalla Croazia, Dalmazia, Friuli Venezia Giulia per finire abbandonato, in uno stato di degrado, nel porticciolo a Korkula. Nel 1969, acquistato e ristrutturato dal pittore Zigaina e da Pierpaolo Pasolini, prende il nome di Edipo re. Vive una terza vita per diventare simbolo di cultura, libertà e di un amore che nasce fra i suoi sedici metri di fasciami di rovere, sotto la grande vela maestra, nella dinette dove Pierpaolo Pasolini scrive la sua raccolta di poesie dedicate all’ amata musa Maria Callas: Trasumanar e organizzar.

Nell’agosto dello stesso anno il regista Roberto Rossellini presenta la Callas a Pierpaolo che la esige protagonista del film di cui cura la realizzazione: Medea.
Maria sta attraversando un periodo doloroso. La conclusione della lunga e travagliata storia d’amore con Onassis le ha dilaniato il cuore. Raggiunge lo scrittore a Venezia sull’Edipo re. Ascolta la sua proposta in silenzio col viso rivolto verso il mare, onde languide accarezzano lo scafo, il sole tramonta nelle acque della laguna.

-Sarà un film colossale, lo produrrà Rossellini, ci accompagnerà nei sopralluoghi Dacia Maraini, Elsa Morante curerà le musiche e con noi ci sarà anche Piera Degli Espositi.

Mi senti, Maria?- Lei non risponde.
-Sarà una nuova vita da attrice. La tua rinascita.-

Si racconta che in quel momento la Callas alzò il viso, fissò l’albero maestro e commentò quella rinascita, un nuovo corso della vita di cui la barca che la stava accogliendo era già il simbolo: dallo yacht di Aristotele, la Cristina O immagine di successo e di lusso esibito e privilegio dei vincenti, all’Edipo re immagine di bellezza libera, di pluralità, alterità e diversità. L’apparenza aveva lasciato il trono ad una dimensione più intima e vera.

Ebbe inizio quel «grande viaggio», come lo definì Maria Callas in un’intervista del 17 Maggio del 1969. Un viaggio in cui visse sul quell’antico peschereccio per tutta la durata delle riprese di “Medea”, realizzate fra la laguna di Grado, di Marano e di Anzio. In quei giorni e su quella barca, Pierpaolo Pasolini, trovò sollievo alla rottura dolorosa del suo rapporto con Ninetto Davoli, nell’amicizia sempre più profonda con la Callas.

Qualcuno ritiene che se ne innamorò, un amore platonico certamente non simile al sentimento che invece crebbe in Maria. Pasolini le regalò il famoso anello che la illuse facendole credere in una futura proposta di matrimonio. Ed è sempre sull’Edipo re che lei ricambiò il dono con una antica moneta greca agganciata ad una collana.

Il 27 dicembre del 1969 il film viene presentato nelle sale cinematografiche, un successo da cui drammaticamente inizia il lento declino di Maria Callas che nel 1975 piangerà la morte di Pierpaolo Pasolini e di Aristotele Onannis. Un addio che la lascia definitivamente sola e disperata. Qualche anno dopo anche il suo cuore cessa di battere.

L’Edipo re viene acquistato dallo psichiatra Angelo Righetti, e ricomincia a navigare fra le acque di fronte Grado. Rientra trionfalmente a Venezia nel 2017 per il 73° Festival del Cinema per la presentazione dell’“L’isola di Medea”, backstage dell’amore tra Pasolini e la Callas sul set di “Medea”. Oggi l’Edipo re è diventato il simbolo di un nuovo turismo culturale grazie all’impresa sociale che organizza il festival Isola Edipo presso la mostra del cinema e grazie alla società Pallestrana Benefit s.r.l. che realizza progetti d’impatto sociale nella laguna di Venezia.

Ammirare l’Edipo re ormeggiato a Marina di Sant’Elena o alla Marina Fiorita del Cavallino o al Belmond Cipriani non è solo un’esperienza culturale ma anche una grande emozione.

Sibilla Gambino

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