Andrea Mura conquista Capo Horn, dopo aver attraversato tempeste, imbarcato acqua e subìto danni alla barca.
Quello che ha appena vinto il noto velista italiano è tra i più duri e pericolosi passaggi del mondo.
Situate nella zona più a sud dell’arcipelago della Terra del Fuoco, le coste di Capo Horn sono il teatro del passaggio di forti venti e mareggiate spaventose. È dove le onde dell’oceano Pacifico e dell’oceano Atlantico, sospinte per miglia e miglia, montano e si incontrano, o meglio, si scontrano, con violenza. Lì l’aria è sempre umida e la foschia avvolge ogni cosa. Perfino l’oceano assume una colorazione grigia, che rende quel passaggio inquietante e pericoloso.
Oltrepassare Capo Horn significa doppiare il capo più insidioso e impegnativo non solo della Global Solo Challenge ma di tutte le rotte del mondo.
È lì che nei giorni scorsi si è abbattuta una forte tempesta, che ha costretto Andrea Mura con Vento di Sardegna in arrivo dal Pacifico meridionale, a rallentare per non mettere a repentaglio la sua incolumità e quella della barca e attendere il placare della tempesta.
Già nei giorni precedenti le condizioni meterologiche avevano messo a dura prova Andrea, che aveva subìto le straordinarie e terribili condizioni di una bassa pressione durata giorni interi.
Poi, lunedì 5 febbraio, dopo aver preso ogni precauzione possibile e aver predisposto un assetto velico etremamente ridotto, pensato appositamente per quel passaggio, Andrea ha ripreso il viaggio verso il Capo.
Nonostante la tempesta fosse in diminuzione, l’avvicinamento al famoso passaggio è stato molto complicato, con raffiche che toccavano 40 nodi di vento, pioggia scrosciante e onde immense. Una di esse durante la notte si è riversata in coperta, sfondando la capote di sinistra e distruggendo completamente i suoi componenti. I pezzi, poi, hanno a loro volta rotto e forato una parte della coperta stessa, aggravando ulteriormente la situazione.
Quella notte Andrea si avvicinava al capo in condizioni estreme, al buio, con acqua sottocoperta, senza riparo dal vento e dalle onde, in condizioni di ipotermia. Mancavano ancora 230 miglia a Capo Horn.
I giorni successivi fortunatamente le condizioni meteo sono via via migliorate e Andrea è riuscito a effettuare delle riparazioni d’emergenza nei punti di maggior danno. Infine, nella notte del 7 febbraio, Andrea Mura conquista Capo Horn, entrando cosi ufficialmente nell’ultima fase della regata.
Da qui lo aspettano le ultime 7.000 miglia per arrivare a Marina Coruña, il traguardo.
Alle sue spalle, 80 giorni di navigazione e 19 mila miglia nautiche.
Davanti a lui, l’ultimo sforzo per raggiungere nel più breve tempo possibile le coste spagnole e concludere così questo incredibile viaggio.