Prigionieri del Tevere

 

 

“Per condizioni meteo non favorevoli la regata è stata annullata”. Dopo qualche rinvio, il comitato del Circolo Velico di Fiumicino, che organizza un campionato invernale con oltre 100 barche, si rassegna e lancia il rompete le righe.

Il video qui sopra mostra il nostro tentativo di uscire e la decisione, insieme a tutte le altre decine di barche a vela e a motore, di rinunciare.

Ma quali erano le condizioni meteo di domenica 21 febbraio? Sole, temperature primaverili, mare poco mosso, vento da est 8/9 nodi in rotazione a destra fino a 12/13 nodi.

Condizioni perfette. Allora? Allora il problema, che sta diventando sempre più pressante, era rappresentato dalla solita barra, quell’accumulo di sabbia che riduce il fondale alla foce del Tevere che con ormai solo un po’ di onda da ponente rende l’uscita e l’entrata pericolose o impossibili. Nello stesso momento, dal porto canale di Fiumicino, un paio di miglia più a nord, con le stesse condizioni meteo, si entrava e usciva regolarmente.

 

Un fenomeno, quello della barra, che è comune a tutti i porti canale ricavati nei fiumi, ma che normalmente si verifica in condizioni particolari, quando la spinta del mare e quella contraria della corrente determinano questo accumulo. A Fiumara Grande,  la foce naturale del Tevere, ormai basta veramente nulla, anche solo un po’ di mare residuo da libeccio o da ponente per chiudere centinaia di barche fra le sponde del fiume.

L’annullo di domenica 21 segue quello di sabato, per le stesse ragioni, e quelli di tante altre volte. Una grossa scocciatura per tanti appassionati, per il circolo velico che organizza e raccoglie le iscrizioni, quindi i soldi, ma che certo non rappresenta il problema più grosso.

Inoltre, che ci siano giornate in cui da un porto canale, così come da qualsiasi altro porto, non si possa uscire o entrare, è nella natura del rapporto con gli elementi naturali. Ma non è questo ormai più il caso di Fiumara Grande.

La questione centrale è la sicurezza all’imboccatura di quello che è il porto turistico più grande del Tirreno e uno dei più grandi del Mediterraneo anche in condizioni meteo tutt’altro che proibitive.

La situazione dei fondali alla foce infatti ormai è al limite. Anche con mare piatto si devono seguire rotte non indicate su alcuna carta o portolano per evitare di insabbiarsi. Le quote indicate sulle Pagine Azzurre di circa 3,20 metri sono il ricordo di una leggenda. L’ indicazioni di mantenersi al centro del canale, oggi, non si sa domani perché il fondale si sposta con i movimenti del fiume e del mare, rappresenta un pericolo, perché ci si insabbia. Chiunque non conosca la foce, anche in condizioni di mare calmo, è esposto al pericolo di insabbiarsi.

Fiumara Grande non è solo un grande porto turistico con circa 4 mila barche ormeggiate, ma è anche una zona in cui sorgono cantieri, piccoli marina privati, rimessaggi, ristoranti e club nautici, negozi. Un vero e proprio distretto nautico.

Come è possibile quindi che si sia determinata una situazione in cui il transito all’imboccatura è diventato pericoloso anche in condizioni normali?

Vista la storia di tutta Fiumara Grande, con insediamenti urbani totalmente abusivi, il porto canale è formalmente considerato tale? Chi deve vigilare sulla sicurezza alla navigazione, chi deve svolgere le azioni di manutenzione e pulizia?

Tre domande che abbiamo cercato di rivolgere al comando della Capitaneria di Porto di Roma. Non abbiamo ricevuto risposta ma la richiesta di inoltrare via mail le stesse domande. Attendiamo fiduciosi. Ma nel frattempo abbiamo spulciato ordinanze e documenti dei protagonisti di una vita che sul fiume coinvolge la gente che ci lavora, ma anche le istituzioni, come la Regione, il ministero dei Lavori Pubblici, la Guardia Costiera, il dipartimento di Ingegneria Civile e ambientale dell’Università La Sapienza di Roma.

Scoprendo, fra l’altro, che il 17 dicembre del 2002 fu messa una ordinanza per il “Regolamento per la disciplina della navigazione e del traffico marittimo sul Fiume Tevere”, con cui si dichiara navigabile il fiume dal ponte Duca D’Aosta all’isola Tiberina e da qui fino alla foce. Ma soprattutto, dove si stabilisce che é “vietata la navigazione sul fiume Tevere alle imbarcazioni con pescaggi superiori a 2 metri”. Praticamente la gran parte delle migliaia di barche a vela ormeggiate nelle decine di cantieri e piccole darsene che sorgono lungo le sponde.

Ma se come spesso accade, si sorvola su una ordinanza, resta il fatto che oggi anche pescando 1,99 metri diventa pericoloso transitare sotto il vecchio Faro (spento da decenni) che indica la presenza del fiume.

Questa ordinanza dice soprattutto una cosa: per le autorità, il porto canale di Fiumara Grande esiste al punto che 14 anni fa è stato emanato un regolamento per la navigazione, e che con ordinanze successive, rintracciabili sul sito della Guardia Costiera, si stabiliscono limiti, deroghe, permessi per imbarcazioni passeggeri e da diporto.

Per oggi chiudiamo qui. Domani, in attesa che la Guardia Costiera risponda alle nostre tre domande, ascolteremo la voce dei protagonisti, e cercheremo di capire perché con l’ultima opera di dragaggio disposta dalla Regione Lazio attraverso una sua Agenzia, sabbia e fango siano stati tolti a nord dell’isola di Tor Boacciana e rigettati in fiume a sud della stessa isola.

Nico Caponetto


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Nico Caponetto
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