Docksense di Raymarine a bordo del nuovo MCY 76 Skylounge

Il nuovo MCY 76 Skylounge di Raf Aviner, è allestito con i sensori Raymarine, e in questa scelta dell’armatore c’è stato più di un buon motivo. Scopriamo come e perché Docksense di Raymarine migliora la vita a bordo di MCY 76 Skylounge.

MCY 76 Skylounge racconta un connubio con Raymarine, leader nella produzione dei sensori di bordo per la navigazione e l’ormeggio.  E per farlo la parola passa a Raf Aviner, presidente di Kolmar Americas, nonché armatore di quest’imbarcazione da sogno. Un’intervista in cui Aviner racconta l’esperienza personale, e quella della sua famiglia, vissuta nell’uso dell’elettronica prodotta dalla nota multinazionale Raymarine, a bordo del suo MCY 76 Skylounge di matrice tutta italiana. Esperienza che esprime un grado di soddisfazione elevato e nasconde una storia particolare, perché l’armatore statunitense stava «cercando un sistema di telecamere che fornisse una sorta di vista aerea attorno alla barca, utile nelle manovre di prossimità». 

Raf Aviner con Raymarine trova quello che cerca per il suo MCY 76 Skylounge

Le manovre di ormeggio restano infatti uno scoglio invisibile anche per i capitani di lungo corso, ed è confermato da uno studio, commissionato proprio da Raymarine, che rileva come oltre il 70 percento dei comandanti abbia riportato «un certo livello di stress in fase di ormeggio». Aviner sceglie dunque per il suo MCY 76 Skylounge il nuovo sistema DockSense di Raymarine e lo giudica «un sistema affidabile
che funziona bene»
. Questo sistema avanzato di realtà aumentata offre di fatto una visuale dell’imbarcazione dall’alto quasi come fosse un drone che «a volo d’uccello» rilascia una panoramica immediata del mezzo e del contesto ambientale che lo circonda. «Le telecamere  per visione stereo 3D di Raymarine forniscono riprese dal vivo in plancia o in qualsiasi altra stazione di comando equipaggiata con il display Axiom – spiegano in Raymarine –, e utilizzano sensori di movimento avanzati per misurare con precisione la distanza tra l’imbarcazione e gli oggetti esterni. Il sistema fornisce anche avvisi sonori e visivi, informando in modo intelligente Aviner o il suo comandante della presenza di qualsiasi oggetto altrimenti non visibile dal timone». 

Aviner ha fatto del suo MCY 76 Skylounge un luogo di lavoro e soprattutto lo ha eletto ad ambiente preferito anche per passare il tempo con la sua famiglia: «Navighiamo molto, da giugno a ottobre qui nel nord-est e tutto l’inverno su entrambe le coste della Florida. Anche quando non siamo in mare aperto, la barca viene utilizzata regolarmente come casa galleggiante, e io la utilizzo anche come ufficio». L’armatore, che ha avuto la fortuna di detenere già ben tre imbarcazioni differenti, spiega nell’intervista per Raymarine che MCY 76 Skylounge è adesso il suo rifugio preferito. Perciò evolvendo fra i diversi tipi d’imbarcazione ha sentito l’esigenza di usufruire meglio degli spazi a bordo che dovevano necessariamente accrescersi. «Nelle prime due barche avevo dovuto accettare dei compromessi. Stavo in cabina o nel salone con un laptop sulle gambe. Non ho mai avuto uno spazio vero e proprio per me. Volevamo più spazio all’interno della zona giorno, e il fatto che sul nuovo 76 la plancia di comando non sia lì, beh cambia davvero le cose. MCY ha anche raddoppiato lo spazio sul flybridge nel nuovo 76. Chiudendo questo spazio si è creato un secondo salone molto grande che posso usare come ufficio, piacevole e silenzioso; posso finalmente lavorare in modo ancora più confortevole ed efficiente dalla barca», spiega Aviner. 

Il FLIR è la seconda opzione giusta per l’armatore

Va da sé: tanto vissuto in barca richiede sicurezza e tranquillità, perciò Aviner decide di completare MCY 76 Skylounge con i dispositivi elettronici all’avanguardia di Raymarine, e lo fa optando per il FLIR che offre un sistema avanzato “thermal imaging” in grado di offrire una visuale completa anche nella totale oscurità, grazie alle immagini acquisite dalle termo-camere nello spettro infrarosso. 

Andrea G. Cammarata

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Andrea G. Cammarata

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