La storia del veliero Coch Y Bondhu si arricchirà presto di un nuovo capitolo. Il ketch bermudiano parteciperà alla prossima edizione della grande regata d’altura Panerai Transat Classique, la traversata dell’Oceano Atlantico di tremila miglia che coinvolge imbarcazioni a vela d’epoca e classiche.
Coch Y Bondhu ha da poco completato il suo trasferimento dall’Adriatico a Lanzarote (Canarie) e partirà per la competizione l’8 gennaio 2019 fino a raggiungere l’isola caraibica di Saint Kitts. Durante tutto il tragitto, che lo terrà impegnato per tre settimane ininterrotte di navigazione, il veliero difenderà i colori dello Yacht Club Rimini.
Nei mesi scorsi sono state apportate ulteriori migliorie, come ad esempio il rinforzo degli osteriggi, la sostituzione delle prese a mare ed il montaggio di un cavo satellitare. Tutto in vista della traversata dell’Atlantico.
Di derivazione gaelica Coch Y Bondhu (rosso e nero) è il nome di un particolare tipo di libellula usata per la pesca sull’acqua. Proprio lo stesso insetto è disegnato sullo spinnaker di 110 metri quadrati confezionato su misura da una nota veleria ligure per questo veliero ultraottantenne.
Lo scafo di Paolo Zangheri, uno dei titolari della Ipir di Rimini, vanta un passato costellato non solo da avvenimenti privi di preoccupazioni. Da ricordare infatti c’è anche il suo impiego nell’Operazione Dynamo durante la seconda guerra mondiale. Fu utilizzato per il rimpatrio delle truppe britanniche rimaste bloccate sulla spiaggia francese di Dunkerque.
Coch Y Bondhu arrivò in Italia solo nel 1952 e una quindicina d’anni dopo, grazie all’intervento dello yacht designer Laurent Giles, la poppa diventò “a specchio” e l’armo velico passò da cutter a ketch.
A partecipare alla Panerai Transat Classique ci saranno anche, per la stessa squadra del sopracitato imprenditore riminese, altri tre elementi: il cinquantaduenne bolognese Renato Tartarini, esperto di regate d’altura, il sessantenne Claudio Magrini, con trentacinque anni di esperienza nella vela, e il sessantottenne Ivano Brolli, velista riminese con oltre quarant’anni di navigazioni alle spalle.
Non rimane che fare i complimenti ai cantieri riminesi per il lavoro di restauro svolto in questi ultimi anni ed augurare buona fortuna all’equipaggio emiliano-romagnolo di Coch Y Bondhu.
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