Con i primi freddi la palamita ama stazionare in prossimità delle costa, chiunque con qualsiasi imbarcazione può cercare di insidiare questo famelico combattente; esaminiamo nei particolari il nostro scomberomoride.
E’ un pesce piacevole, divertente e ogni qualvolta capita di avere l’abboccata ha un fascino unico nel suo genere, purché sia sfidato sportivamente con materiali light tackle, in modo da esaltare le sue doti di vivace combattente.
Diffuso lungo le coste del bacino mediterraneo questo pesce pelagico vive in folti gruppi sempre alla famelica ricerca di novellame e di pesce. E’ facile trovarlo sia nel sottocosta che in alti fondali, ma la sua passione è di stazionare a mezz’acqua intorno a secche in mezzo al mare nella piena tranquillità. Vive, caccia e si muove unicamente in gruppo avvisandoci della sua presenza per lo più con voli ravvicinati di gabbiani e bollate in superficie. Secondo la mia esperienza, le tecniche redditizie per insidiare questo vorace predatore sono la traina con esche artificiali ed il light drifting.
Osserviamolo nel dettaglio per avere una visione completa di questo famelico predatore:
“La Palamita ha il corpo allungato e fusiforme con una testa appuntita. corredata di occhi piccoli ma decisi. Ha la bocca grande che incute terrore anche nei giovani esemplari, dotata di una poderosa fila di denti taglienti e ricurvi, dilemma delle lenze di noi pescatori sportivi.
Il colore dominante del dorso è il blu verdognolo e argenteo con striature la parte ventrale. E’ bene specificare che la palamita è della famiglia degli scomberomoridi anche che se in un primo momento sembrerebbe d’impatto la cugina del tonno rosso data la stretta somiglianza.
Gli esemplari più grossi possono raggiungere in certi periodi dell’anno anche i 10 chilogrammi, ma di solito, il peso medio degli esemplari catturabili si aggira intorno ai 3 kg.
Per quanto riguarda il valore culinario, ha carni rosee, sode e gustose, ma conosciute solo da pochi buongustai…..”