La nuova linea degli RM firmata, come sempre, da Marc Lombard ha alleggerito il design e reso questi scafi più snelli ed eleganti. I primi RM erano più radicali, pensati per le esigenze di chi navigava molto e il tutto il mondo. Non che sia cambiata la filosofia del cantiere, ma si è ammorbidita, i suoi modelli sono ora più all-round: grandi navigazioni sì, ma anche un uso più mediterraneo.
L’RM 1070 va a sostituire il 1060, modello che aveva rimpiazzato lo storico 1050. Una barca, il 1070, che è stata progettata in base alle nuove richieste del mercato, oggi la maggior parte degli armatori vuole la doppia ruota del timone (la barra fino a qualche anno fa era un must su tutti gli RM, oggi è a richiesta) e sottocoperta una cabina vera e propria al posto della cuccetta a V di prua alla bretone, quindi aperta sul quadrato.
Estrema libertà per la scelta delle appendici, il 1070 può essere monochiglia, bichiglia o con la chiglia basculante e una o due pale del timone. Interessante è la prova in acqua fatta tra una bichiglia e una con chiglia basculante, la differenza tra le due in termini di velocità è minima, eccetto di bolina stretta e, soprattutto, con aria leggera, situazione in cui la barca con chiglia basculante risulta più veloce. Qui sotto la tabella di comparazione.
Gli scafi, da sempre veloci e marini, hanno mantenuto la loro tipica carena a triplo spigolo e la metodologia costruttiva: compensato marino ed epossidica per lo scafo e sandwich di vetroresina per la coperta (all’interno è rivestita in compensato marino per una migliore coibentazione e finitura).
RM 1070 con chiglia basculante
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Coperta
Larga, anzi larghissima la poppa. Tanto che la doppia ruota non stona neppure su un dieci metri. Lo scafo ha una personalità forte con cavallino rovescio che parte alto a prua e va diminuendo verso poppa. Una linea che caratterizza gli RM di ultima generazione.
Enorme il pozzetto che è lungo 3,40 metri. Come su tutti gli RM, i winch del fiocco sono sotto a quelli delle drizze sulla tuga, in una posizione interna del pozzetto; una soluzione – forse non sempre comodissima – che permette di lavorare alla scotta del genoa in posizione molto protetta. Comode le panche, lunghe (misurano 170 x 49 cm), abbastanza profonde e con poggiaschiena ergonomico.
Da buona barca da viaggio non lesina in antisdrucciolo, ottimo ovunque – unico neo la finestratura frontale davanti all’albero – i passavanti sono abbastanza larghi, il passaggio tra prua e poppa è facilitato dalle sartie che sono fissate a murata le alte e a ridosso della tuga le basse. A bordo ci si muove bene, solo in pozzetto, quando si è sbandati, si sente la mancanza di qualche punto di appoggio in più.
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A prua c’è la delfiniera (altro elemento oggi molto richiesto), dove si murano gli asimmetrici, che incorpora il musone dell’ancora. La soluzione della mura di queste vele è la stessa che Marc Lombard ha studiato per gli Imoca 60: la scotta che regola il punto di mura scorre dal pozzetto sul ponte e non va direttamente sulla delfiniera, prima passa in un golfare sulla dritto di prua e poi risale, in questo modo la delfiniera non è subisce tutta la forte spinta verso l’alto data dagli asimmetrici.
Per quanto riguarda lo spazio di stivaggio, sotto i piedi del timoniere c’è un grande gavone diviso in tre vani. Quello centrale è dedicato alla zattera.
Interni
Sono ambienti chiari e luminosi quelli sottocoperta. La discesa è comoda grazie al tambuccio largo e ai tre gradini profondi. Uno il layout disponibile: due cuccette e un bagno. Dinette, cucina e carteggio si spartiscono equamente lo spazio nel quadrato. Da qui la vista sul mare è a 180 gradi, grazie alla finestratura frontale della tuga e a quelle ampie laterali.
A prua la cabina con cuccetta a V è separata dalla dinette da una porta a doppia anta che quando è aperta dilata gli ambienti. Per lo stivaggio oltre agli armadi laterali, sotto al letto c’è un vano rifinito e compartimentato.
I 2 locali a poppa sfruttano i 4 metri di baglio dello scafo. È un superbaglio, per fare qualche esempio il Dufour 350 GL è largo 3,54 m e il JPK 1080 3,65 m. Nella cabina la cuccetta è bassa (solo 33 cm da terra), ma in questo modo si ha sempre un buono spazio sopra (l’altezza minima tra materasso e soffitto è 85 cm). Compatto il bagno che ha alle sue spalle – non poteva mancare su un RM – il locale tecnico dove sono riuniti e a vista, per cui sempre ben a portata di mano, tutti gli impianti.
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Le altezze sono buone in dinette (184 cm) e a poppa (1,90 cm), meno a prua dove sotto il passauomo arrivano a 165 cm. Lo spazio di stivaggio abbonda e attenta è stata la distribuzione dei pesi che sono concentrati il più possibile al centro, i serbatoi dell’acqua sono sotto le panche in dinette (l’eventuale serbatoio in più andrà però a prua sotto al letto), le batteria sono in sentina, in una zona stagna, sempre a centro barca. Tutta la sentina è ispezionabile e profonda. Sollevando i paglioli si nota la qualità costruttiva: sono ben in vista, per esempio, le lingue longitudinali di rinforzo resinate e fazzolettate allo scafo.
Navigazione
La barca che abbiamo provato era con doppia chiglia, pala del timone singola e vele non delle migliori. L’abbiamo messa alla prova in una giornata iniziata con vento sui 20 nodi e mare tranquillo, ma in aumento. Abbiamo navigato con randa piena e trinchetta (è di serie e armata su stralletto fisso. Optional l’avvolgitore). Equilibrata e stabile, di bolina abbiamo navigato a 7 nodi e mai molto sbandati. Buono il passaggio sull’onda e asciutto il pozzetto (sottocoperta non si sente uno scricchiolio, sembra monolitica). Appena abbiamo poggiato e dato gennaker l’accelerazione è stata immediata e decisa, la barca è partita a oltre 10 nodi in planata. Quello che impressiona è la stabilità di rotta e la semplicità di gestione di questa andatura anche con vento. Preciso il timone. A bordo la randa era alla tedesca, un optional molto utile per regolare bene la vela e fare meno fatica, la vela non è piccola (36,2 mq) e tra scotta e carrello si lavora parecchio se ci si vuole impegnare.
Verso la fine della giornata il vento è calato e abbiamo srotolato il genoa. Lo stralletto della trinchetta è abbastanza lontano da quello del fiocco e si riesce a virare senza dover arrotolare la vela, bisogna solo avere un po’ di pazienza e farla passare bene oltre allo stralletto prima di cazzare sulle nuove mura.
È una barca che ci ha colpito per agilità e velocità, sfrutta bene le sue linee potenti ed è veloce anche in bolina. Navigare sarà solo un grande piacere.
lunghezza scafo | 11,44 m |
lunghezza gall. | 10,50 m |
larghezza | 4,00 m |
immersione | 1,68/2,05/1,15-2,92 m |
sup. vel. | 75,20 mq |
dislocamento | 4.900 kg |
motore Volvo | 30 hp |
riserva carburante | 80 l |
riserva acqua | 190 l |
prezzo base | 155.000 euro |
Progetto | Marc Lombard Design Group |
Cantiere | RM Fora Marine |
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