L’odissea del St. Louis, il transatlantico della salvezza – 27 gennaio, Giorno della Memoria
Era il 13 Maggio del 1939. Al porto di Amburgo 936 passeggieri affacciati alla battagliola del transatlantico St. Louis non guardavano parenti e amici che li salutavano dalla banchina ma rivedevano le scene di quella notte orribile, quella del 9 novembre di un anno prima: la notte dei cristalli.
Vedevano il sangue dei loro genitori misto ai vetri distrutti delle Sinagoghe, dei loro negozi, delle loro strade. Risentivano le urla dei loro figli massacrati dalle SS, respiravano lโodore di bruciato e polvere da sparo, percepivano ormai il terrore di essere ebrei.
Solo pochi giorni prima avevano ottenuto dal Raicht il visto per lasciare il paese. Un visto da turisti costato uno sproposito.
La St. Louis e il suo capitano Gustav Schrรถder li avrebbero condotti verso quei paesi che ancora non avevano approvato le leggi razziali di Norimberga. Il transatlantico della salvezza: cosรฌ venne ribattezzato.
Alle ore 20 la St. Louis salpava, direzione Avana.
La navigazione procedeva senza intoppi, nella sala da ballo dove il capitano Schrรถder, aveva fatto rimuovere la gigantesca immagine di Hitler, la gente celebrava riti religiosi cercando di dimenticare lโangoscia di un futuro opaco.
Il 27 maggio la nave approdรฒ a Cuba ma le speranze di sbarco furono disattese da burocrazie inutili, corruzione dilagante e troppi pregiudizi. Il visto da turisti non era sufficiente, occorreva quello per rifugiati: costo 500 dollari. Solo in ventinove poterono pagare quella cifra e sbarcarono.
La St. Louis fu costretta a riprendere il mare. Nuova rotta: Stati Uniti. Giunta in America lโennesimo rifiuto di sbarco: โnon possiamo considerarli turisti e abbiamo giร raggiunto la quota dโimmigrati previstaโ furone le parole della diplomazia alle dipendenze del presidente Roosevelt nonostante una serratissima campagna del New Yorkers Times a favore dello sbarco dei passeggieri. Alcuni riuscirono a sbarcare pagando tangenti.
Il capitano Schrรถder incassa lโennesimo rifiuto e il sei giugno salpa puntando verso nord: Canada. Ma non ebbe fortuna, neppure il Canada ritenne validi quei visti per turisti. Anche qui dietro esborsi di denaro piรน o meno leciti, qualcuno riuscรฌ a scendere.
Rigettarono la richiesta di sbarco anche alcuni paesi latino-americani, fra cui la Repubblica Domenicana. A Gustav Schrรถder non restรฒ altro da fare che invertire la rotta e tornare nel vecchio continente. Ma non avrebbe ceduto alle pressioni naziste, โNon consegnerรฒ la nave allโarmatore senza delle giuste garanzie per i miei passeggeriโ, avrร di certo pensato quando ormai la costa dellโEuropa si stagliava allโorizzonte.
Un messaggio inviato dal responsabile della Jewish Joint Distribution Committe in Europe capovolse la situazione: โSono felice di informarvi che i governi di Belgio, Olanda, Francia e Inghilterra si sono resi disponibili ad accogliere gli ebrei a bordoโ.
Il 17 giugno la nave St. Louis fa il suo ingresso trionfale nel porto di Anversa. La maggior parte dei passeggieri sbarca e resta in Belgio, unโaltra parte prosegue per la Francia, gli altri sโimbarcano di nuovo per raggiungere lโInghilterra. La felicitร era ormai a portata di mano se non fosse che da lรฌ a poco, il 10 Maggio 1940 la Germania avrebbe dato il via allโinvasione del Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Francia.
Per i passeggieri della nave della salvezza, e non solo per loro, lโinizio della Shoah.
Nel 1974 venne pubblicato un libro dal titolo โIl viaggio dei dannatiโ di Max Morgan Witts e Gordon Thomas, psicologo statunitense, con le prime stime dei sopravvissuti, dopo lo sbarco ad Anversa, allโOlocausto. Risultavano essere 709.
Successive ricerche svolte dal United States Holocaust Memorial Museum mostrano altri numeri. โDei 620 passeggieri del San Louis che tornarono nel continente europeo, abbiamo determinato che 83 sono stati in grado di emigrare prima che la Germania invadesse LโEuropa occidentale.
I 254 passeggieri accolti in Belgio, Francia e Paesi Bassi sono morti, dopo lโinvasione, nei campi di sterminio di Auschwitz e Sobibรณr. I restanti sono morti in campi dโinternamento o nel tentativo di nascondersi o di eludere i nazistiโ scrive Sarah Olgive, autrice insieme a Scott Miller della ricerca.
Novecento trentasei ebrei. Novecento trentasei persone. Novecento trentasei vittime dellโodioโฆ non solo nazista.
Dopo la guerra, il capitano Gustav Schroder รจ stato insignito dellโOrdine del merito della Repubblica Federale Tedesca e nel 1993 Giusto fra le Nazionioni dallo Yad Vashem di Gerusalemme.