Abbiamo giร  visto come prendere i terzaroli in poppa. Ora vediamo quale sia la manovra piรน classica, quella da manuale.

E partiamo rispondendo alla domanda base: qual รจ il momento giusto per prendere la prima mano di terzaroli? Un detto diffusissimo, pare coniato dai Glรฉnans ma non ci giureremmo,ย afferma che il momento sia quando ti poni per la prima volta questa domanda.

In effetti, se ci si pone la domanda, vuol dire che i nostri sensi sono stati allertati:ย timoneย duro, barca che spinge allโ€™orza, eccessivo sbandamento. Nelle andature al vento, tutto questo lo si avverte in tempo reale. Al lasco si rischia invece di scontare un certo ritardo, visto che vento e mare ci sono a favore e le sensazioni sono molto piรน attenuate. In ogni caso, quando i sensi ci allertano, rispondiamo con lโ€™azione, prendendo la prima mano in condizioni quasi ottimali.

Il primo obiettivo รจ quello di togliere pressione alla randa perย farla scendereย quanto necessario e prendere i nuovi punti di mura e di scotta. Se non abbiamo aspettato troppo tempo, vento e mare sono ancora gestibili e facilmente possiamo prendere una bolina. Teoricamente lโ€™ideale sarebbe di stringere il vento al massimo in modo da potere togliere pressione alla randa lascando poca scotta. In pratica dipende da quanta onda abbiamo di prua e che difficoltร  comporta. In ogni caso, come primo passo ci portiamo di bolina.

terzaroliPasso numero due, molliamo il vang e laschiamo la scotta della randa. In questo modo la vela inizierร  a fileggiare depotenziata, con la parte posteriore, balumina, molto aperta soprattutto nella parte piรน alta. Se mai avessimo fatto uso di un cunningham, ossia quella manovra che serve a tesare verso il basso la parte anteriore della vela, la ralinga, dobbiamo ricordarci di mollare anche quello.

Anche se abbiamo un vang rigido, ogni volta che pensiamo di agire sulla drizza della randa, ricordiamoci di mettere mano allโ€™amatiglio. Quindi, passo numero tre, mettiamo in forza lโ€™amantiglio.

terzaroli randaOra siamo pronti per il passo numero quattro: mollare la drizza della randa. Di quanto? Un poโ€™ piรน della misura giusta per fare scendere i fori, ossia le brancarelle, che rappresentano il nuovo punto di mura e di scotta in modo da lavorare agevolmente.

Se abbiamo una presa di terzaroli diretta, ossia se dal pozzetto รจ sufficiente cazzare la borosa per tirare giรน sia la la ralinga che la balumina, la parte posteriore della vela, il gioco รจ fatto. Altrimenti, passo numero cinque, occorre che una persona allโ€™albero incocci la bugna, ovvero inserisca il foro nel gancio chiamato collo dโ€™oca che si trova nella trozza, il punto di contatto del boma con lโ€™albero. Attenzione a farlo nel verso giusto, ossia a non piegare la tela ma bensรฌ ad agganciarla dritta altrimenti, quanto rimettiamo la drizza in tensione, si rischia di strapparla.
Ora entra in gioco la borosa, che cazziamo fino a fare in modo che il nuovo punto di scotta tocchi il boma. Siamo al passo numero sei, che personalmente faccio precedere da una leggera messa in tensione della drizza in modo che, nel caso in cui la presa di terzaroli non sia diretta, non si rischi di fare uscire la bugna dal collo dโ€™oca.

Siamo al passo numero sette, mano alla drizza e cazziamo bene. Se abbiamo preso una mano vuol dire che cโ€™รจ vento quindi inferitura bella tesa.p1000578_scale

Abbiamo finito. Se abbiamo il lazy bag, la vela in eccedenza finirร  raccolta al suo interno, altrimenti dovremo serrarla sul boma con i matafioni. Laschiamo lโ€™amantiglio, puntiamo il vang e regoliamo la scotta riprendendo la nostra andatura.

Una manovra non banale ma nemmeno complicata, a patto che si adottino alcune accortezze: le borose devono essere giร  armate, evitando diย doverlo fareย quando vento e mare sono in aumento; anticipare la manovra, per eseguirla in condizioni non proibitive; se qualcuno deve uscire dal pozzetto, sia sempre legato e lavori sopravento al boma.

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