Abbiamo parlato già più volte del conflitto che è venuto crearsi tra Ucina e Nautica Italiana, e delle conseguenze che ci possono essere per tutto il settore della nautica da diporto italiana. Le due associazioni di categoria sono in aperto conflitto e si contendono soci, saloni e anche attenzione mediatica. Una situazione che ha anche portato ad una sonora ripresa da parte del Collegio dei Probiviri di Confindustria (Ucina ne fa già parte storicamente, Nautica Italiana sta compiendo – in ritardo sui tempi annunciati – le procedure per entrarvi).
Il panorama che si prospetta per il futuro prossimo è quello della costituzione di una “federazione di scopo” dentro al quale dovrebbero confluire le due associazioni. Questo a tempo limitato, al massimo tre anni, al termine dei quali dovrebbe realizzarsi la fusione. La presidenza? I primo anno sarà tenuta direttamente da Confindustria e i due successivi, per sorteggio, dai rispettivi
Questa proposta, fatta a metà marzo, è ancora in fase di valutazione sia da parte di Ucina che di Nautica Italiana e va ricordato che Confindustria ha specificato che durante questo triennio sarà la stessa Federazione di Scopo ad essere direttamente associata, mentre i due litiganti lo saranno solo in forma indiretta (e questo fa facilmente immaginare le maggiori perplessità di Ucina).
Cosa succede se non dovessero accettare? Confindustria sarà costretta a procedere con una valutazione dei rispettivi dati di forza organizzativi. Dovendo sintetizzare si può dire che, allo stato delle cose, Nautica Italiana conta sui fatturati (meno nomi, più importanti), Ucina sui numeri (molti più associati, ma più piccoli).
Alla base dei punti di forza ci saranno poi ovviamente anche i saloni nautici che le due associazioni saranno in grado di lanciare e gestire. E qui si rientra nel modo dell’assoluta incertezza. Ucina ha dovuto incassare il definitivo annullamento del Salone di Venezia e di quello dell’usato a Genova. E’ evidente che tutte le sue energie saranno concentrate (a meno di altri sorprendenti annunci) su Genova, quest’anno con date anticipate e l’unico vero Salone (parrebbe) per il 2016 in Italia.
Molto più ricco, ma per il 2017 e per il momento solo annunciato, il programma di Nautica Italiana: in primavera un salone nautico internazionale «outdoor» dedicato alla media e grande nautica; un evento «lifestyle & glamour», in estate nella zona del Golfo del Tigullio; e infine un salone espositivo « indoor» dedicato alla piccola nautica e agli sport dell’acqua, in autunno, a Milano. Tutto molto bello, ma per ora è solo un programma, solo per quest’ultimo è stato confermato l’accordo con Fiera Milano.
In sostanza per ora si prospetta una navigazione a vista, e nelle nebbie più profonde.
Ecco perché yachtdigest.com, ha scelto non essere da nessuna delle due parti. La crisi è stata gestita male da entrambe le parti al suo nascere e poi è andata peggiorando nel tempo. Non si è cercato il vero interesse del settore, hanno prevalso logiche individualistiche, sono emersi antichi rancori, non si è mai veramente voluto fare squadra. Non c’è mai stata la vera voglia di ricomporre il conflitto, né da una parte né dall’altra.
Il fatto che ci sia ridotti a farsi sgridare e gestire da un organo superiore è molto triste. Che la crisi, per quanto dura, abbia solo separato e non unito, indica, prima di tutto, inefficienza. Questo mentre centinaia di aziende del settore e i relativi addetti lottavano e lottano per sopravvivere.
La nostra scelta di non schierarsi e di non aderire a nessuna delle due Associazioni è un dovere in quanto giornale che non vuole assolutamente fare parte di queste dinamiche. In passato siamo stati severi difronte a questo processo, e lo saremo ancora. Non vuole essere una crociata (né una trovata per alzar polvere) è solo un atto di buon senso e di correttezza che non a caso non è certo una scelta isolata, ma anche di tante altre realtà piccole o grandi.
Un esempio? Il Rina che, giustamente, come ente di certificazione super partes ha deciso di tirarsi fuori da tutto, dalla mischia, dalle nebbie.
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